Messico, incendiate le sedi dei partiti e dei
parlamenti locali
Ancora
proteste e mobilitazioni in Messico, dove la notizia diffusa alcuni giorni fa
dalle autorità secondo la quale i 43 studenti di Ayotzinapa sarebbero stati
uccisi e bruciati dal cartello Guerreros Unidos insieme ad agenti della polizia
locale ha scatenato una nuova ondata di indignazione in tutto il paese.
Ad essere
presi di mira nelle ultime ore sono stati soprattutto i luoghi simbolo del
Governo e dei maggiori partiti del paese, a sottolineare la responsabilità di
tutte le istituzioni nella mancata trasparenza che ha caratterizzato l'intera
vicenda dei “normalistas” scomparsi.
A rifiutare
una lettura semplicistica degli avvenimenti, sono stati per primi i parenti e i
compagni dei 43 di Ayotzinapa, che da subito hanno evidenziato come la
responsabilità delle istituzioni locali sia legata a doppio filo con le
rappresentanze nazionali di tutti i partiti, compreso il PRI (Partido
Revolucionario Institucional) dell'attuale presidente Enrique Peña Nieto.
Proprio questo pomeriggio, infatti, alcuni manifestanti hanno assalito proprio
la sede del PRI a Morelia, il cui aeroporto era invece stato bloccato per
alcune ore nel pomeriggio di ieri dai normalistas del Michoacán, scesi in
piazza per richiedere la comparizione in vita dei loro compagni scomparsi.
La mattina
di martedì 11 inoltre, sempre a Morelia, studenti e insegnanti delle Scuole
Normali hanno dato fuoco alla segreteria delle finanze dello Stato del
Michoacán per poi preoseguire in corteo sanzionando le sedi del PAN (partito
nazionalista e conservatore), della Nuova Alleanza, del PRD (di
centro-sinistra, è il partito del sindaco di Iguala, mandante politico dei
fatti di Ayotzinapa), del Ministero delle Finanze e del palazzo del Governo. E'
notizia delle ultime ore, invece, che circa 500 fra insegnanti e studenti del
sindacati CETEG hanno preso d'assalto e dato alle fiamme il Parlamento dello
stato messicano di Guerrero, a Chilpancingo. I manifestanti hanno attaccato
l'edificio entrando dalle finestre, e una volta all'interno hanno distrutto gli
uffici dei deputati mentre all'esterno venivano incendiate sei automobili e sui
muri comparivano le scritte "Morte ai partiti politici”, “Topi di fogna”,
“APG” (Assemblea Popolare del Guerrero) e “CETEG". Ad essere presi
d'assalto, poi, sono stati il ministero regionale dell'educazione e l'ufficio
del governatore.
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