Il 14 novembre partecipiamo alla
giornata di mobilitazione nazionale indetta da sindacati di base,
collettivi, reti sociali e territoriali.
Anche in questa giornata continueremo il percorso che sta caratterizzando il nostro autunno:
quello di opporci alle politiche del Governo Renzi, in particolare su
Riforma della scuola e del lavoro cercando l'unità dal basso dei settori
sociali sotto attacco. Per questo abbiamo deciso di portare la nostra
protesta sotto la sede napoletana di Confindustria. Il motivo? Leggete
qui...
Non c’è bisogno di essere investigatori privati o paparazzi per
scoprire l’amore tra il numero uno di Confindustria – Giorgio Squinzi - e
quello del Governo – Matteo Renzi. Si elogiano a vicenda un giorno sì e
l’altro pure, tra un convegno degli industriali e l’altro; a Bergamo prima, a Brescia poi, passando per il Salone mondiale del motociclismo, per finire ai carteggi ospitati dalle pagine del Sole24ore.
Squinzi dichiara la sua piena
soddisfazione per la Legge di Stabilità, invita il Premier a continuare
sulla strada intrapresa, parla addirittura di “un sogno che si realizza”.
Non meno schietto è il vice presidente degli industriali di Cuneo che
si rivolge al ministro del lavoro Poletti encomiandolo per la centralità che il Governo sta dando al collegamento tra mondo della formazione e mondo del lavoro
(si pensi alla presenza sempre più invadente dei privati nei Cda delle
scuole, ai tirocini obbligatori e a tutto ciò che è effettivamente
previsto nella "buonascuola").
Ma cos’è Confindustia?
La confederazione generale dell’industria italiana non è altro che l’organizzazione che rappresenta le imprese italiane e quindi che fa gli interessi di tutti i padroni e i padroncini per cui, direttamente o indirettamente, siamo o saremo costretti a lavorare. In realtà il proprietario della pizzeria in cui lavori o quello della piccola azienda per cui fai tirocinio tramite la tua scuola non ne fanno propriamente parte, ma anche per loro le decisioni di questa Confederazione sono molto importanti. Perché? Perché anche a loro la riforma che “rottama e modernizza” il lavoro da tempo proposta da Confindustria tornerà utilissima per licenziarci quando non gli saremo più “utili” senza neanche fornirci spiegazioni, perché così potranno assumerci come apprendisti, tirocinanti o con contratti assurdi quante volte vorranno.
Non è un caso, insomma, che a spingere per l’approvazione del Jobs Act siano proprio Squinzi & Co. che, dall’incentivo dei contratti a termine, dall’abolizione dell’art.18, dalla modifica degli ammortizzatori sociali, vedranno materialmente aumentare i loro profitti e la loro ricchezza.
E cosa c’entra con il Governo Renzi?
Oggi come non mai il ruolo di Confindustria è quello di interlocutore principale del Governo e di unica componente, a quanto pare, a cui è permesso di “consigliare” ed indirizzare, nei fatti, le decisioni politiche ed economiche del nostro Paese. Una dinamica che a qualcuno potrebbe apparire balzana, ma che chiarisce subito chi sono i personaggi in campo e da che parte stanno: mentre questi incontri tra vertici si svolgono in palazzi blindati, i veri protagonisti dei loro convegni - lavoratori, studenti, disoccupati - vengono tenuti fuori e allontanati, picchiati, manganellati.
Come dar torto agli operai di Genova e Firenze che hanno utilizzato lo slogan “il PD è nemico di tutti i lavoratori”? Come non considerare ridicolo e paradossale quanto avvenuto a Brescia? Lì come sede per l’incontro con gli industriali è stata scelta una fabbrica, ma i lavoratori della Palazzolo Spa sono stati messi tutti in ferie forzate, esplicitamente a causa del "pericolo contestazioni", visto quanto accaduto con gli operai di Terni qualche giorno prima e vista la solidarietà che la loro vicenda ha suscitato fin dal principio.
La paura era più che legittima: ormai si susseguono sempre più numerose e forti le manifestazioni, i presidi, gli scioperi contro il Governo Renzi, tanto da costringerlo ad affermare, quasi con atteggiamento difensivo, che c’è qualcuno che vuole spaccare in due l’Italia, che vuole dividerla tra “lavoratori e padroni”. Ebbene sì, caro Matteo, come smentirti? Quel qualcuno esiste e siamo proprio noi! Ma non vogliamo arrogarci il merito di questa scoperta. E’ la materialità della realtà che ci circonda a dircelo: da un lato il Governo Renzi a braccetto con Confindustria, dall’altro lato i lavoratori dell’AST di Terni, della TRW di Livorno, i facchini del CAAT di Torino, e poi ancora gli studenti contro la fatiscenza delle strutture, contro l’aziendalizzazione, contro una scuola che diventa sempre più un ricatto, insieme a lavoratori e disoccupati che in tutte le città, a Massa, Roma, Genova, Napoli, Mantova, Firenze e ovunque nel Paese hanno deciso di dire basta e di ribellarsi!
Ecco perchè il 14 novembre vogliamo arrivare a Confindustria!
Perché per colpire questo Governo è necessario colpire anche chi lo sta dirigendo; perché se il cambiamento promosso da Renzi e Squinzi consiste in una facilità per i padroni ad assumerci con contratti a termine, a licenziarci quando gli pare, a non avere più diritti e quindi non potersi nemmeno lamentare, allora vogliamo consegnare direttamente a loro la nostra insubordinazione a tutto questo!
Perché se Renzi è disposto a mettersi in tour per ascoltare gli Industriali e fargli promesse, siamo noi che lavoriamo e studiamo - non lo Squinzi di turno! - a voler decidere del nostro lavoro e delle nostre scuole, perché è sulla nostra fatica e sul peggioramento delle nostre vite che si stanno accordando!
Perchè è necessario, in questo momento, individuare chiaramente i responsabili della situazione in cui siamo, chiamarli per nome, contestare i loro luoghi decisionali, costruire percorsi di opposizione unitaria.
Uniti perchè consapevoli che riforme come il Jobs Act e La buona scuola sono un attacco a tutti: vecchi e giovani, lavoratori e disoccupati, "precari" e "garantiti".
Inflessibili perchè non ci stiamo a giocare al ribasso con i nostri diritti, non ci stiamo a veder messe in vendita le nostre vite per i profitti di pochi che, in questi anni di crisi, hanno continuato ad arricchirsi.
“Uniti e inflessibili” perché sappiamo che è di questo che hanno paura e che solo così riusciremo davvero ad invertire la rotta! Non siamo più disposti ad assistere alle solite passerelle fatte dal governo per rassicurare industriali, manager e imprenditori. E se all’interno di quei palazzi si sentono sicuri dobbiamo essere noi a farli tremare, per le strade, nelle piazze, nelle scuole e sui posti di lavoro!
#NoJobsAct #NoPianoScuola #NoGovernoRenzi
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