Il nuovo piano, dice Il Sole 24 Ore
di ieri, rallegrandosi che i soldi ci sono, è stato proposto “dal distretto
della Meccatronica che vorrebbe portare lì una produzione su larga scala di
dispositivi medici anti Covid-19.”
Il problema principale è che “Lo
stabilimento di Termini oggi è in mano a Blutec, l’azienda che doveva
rilanciare l’impianto a che è stata travolta dalle inchieste giudiziarie e oggi
è retta da commissari in applicazione della legge Marzano.”
Ricordiamo che Ginatta, il
padrone della Blutec, ha fatto sparire 20 milioni del precedente accordo dicendo
chiaramente che della produzione a Termini non gliene importava niente!
Ci vuole quindi, diciamo noi, togliere
immediatamente dalle mani della Blutec, il nuovo accordo di programma: “L’Accordo
di programma di cui parliamo – continua il quotidiano della Confindustria - vale
240 milioni (90 milioni della Regione siciliana e il resto dello Stato) finiti
almeno in parte, in
questa fase, nel maxi accordo da quasi 430 milioni cui ha lavorato negli ultimi mesi l’assessorato alle Attività produttive guidato da Mimmo Turano e siglato dal presidente della Regione Nello Musumeci e dal ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli.
questa fase, nel maxi accordo da quasi 430 milioni cui ha lavorato negli ultimi mesi l’assessorato alle Attività produttive guidato da Mimmo Turano e siglato dal presidente della Regione Nello Musumeci e dal ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli.
Un accordo,
quest’ultimo, che prevede tra le altre cose il rafforzamento degli
ecosistemi di innovazione regionale [questa è una frase che nasconde il
finanziamento a fondo perduto di diverse industrie siciliane!, ndr], anche
attraverso iniziative pilota per far crescere iniziative imprenditoriali ad
alto contenuto di conoscenza su Palermo (scienze della vita) e Catania
(digitale ed energia). Risorse su cui fanno certo affidamento le imprese
aderenti al distretto della Meccatronica.”
Il giornale ricorda che in questi
mesi erano in corso “contatti con possibili investitori”, ma che fino ad oggi
non se n’è fatto nulla.
Dunque, cosa si propongono di
produrre, le aziende del distretto Meccatronica? “L’idea è di produrre a
Termini Imerese mascherine FFP2 e FFP3, maschere in 3D, caschi e ventilatori
polmonari, macchine per la sterilizzazione, bombole per l’ossigeno. «Il
progetto – spiega Mineo – non riguarda certamente la produzione di mascherine e
dispositivi a basso valore aggiunto. Noi pensiamo di utilizzare al meglio il
know how delle aziende del distretto che già dispongono di grandi
professionalità compresi ingegneri provenienti proprio da Blutec». Azienda,
quest’ultima, interlocutore fondamentale per lo sviluppo del piano.”
Questa “indispensabilità” della
Blutec sarebbe legata al fatto che nello stabilimento sono presenti le stampanti
industriali 3D. Vista la situazione giuridica della Blutec e di Ginatta questo
non può essere affatto un ostacolo, si requisiscono gli impianti e basta!
“Nelle intenzioni delle aziende
del distretto della Meccatronica, che intanto hanno incassato la disponibilità
di alcune startup tecnologiche a collaborare, lo stabilimento dovrebbe
diventare un polo integrato di produzione del biomedicale ma non solo. «Si
tratta di insediare lì l’intera filiera – spiega ancor Mineo – che non è
fatta di una sola azienda ma di tante imprese appartenenti a settori diversi ma
complementari tra loro: dalla meccanica al tessile, dall’elettronica alla
chimica».
Adesso bisogna fare presto, far
rientrare gli operai in fabbrica e partire con la produzione!
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