Uno dei "monolocali" che piacciono a Travaglio |
Nella giornata di domenica 5 è giunta notizia di oltre 30 detenuti della sezione AS3 (la
stessa in cui è stato contagiato Vincenzo, l'uomo morto il 2 aprile per Covid19) trasferiti al carcere di San Gimignano.
E' arrivata conferma che la sezione AS3 verrà interamente svuotata, per trasferirvi i detenuti delle sezioni giudiziarie, le uniche coinvolte nelle rivolte del 9 e 10 marzo, rimaste da allora inagibili. I tamponi vengono fatti esclusivamente ai detenuti in via di trasferimento.
Il tampone è stato fatto anche ad un detenuto che fino a venerdì 3 aprile ha occupato la cella attigua a quella del detenuto deceduto la scorsa settimana in ospedale. Lo stesso ha effettuato il tampone ed è risultato positivo al Covid19 ed è stato collocato nel reparto di isolamento assieme ad altri 10 detenuti non positivi, con un bagno comune per tutta la sezione. Inutile dire che questa gestione è assolutamente peggiorativa per le condizioni di tutti i detenuti, contagiati e non, poichè non fa altro che creare le condizioni per lo sviluppo di nuovi focolai.
Anche a Bologna alcuni detenuti stanno uscendo ai domiciliari, ma non ci stanchiamo di dire che l'unica sicurezza ora è la libertà di tutte e tutti.
Stiamo preparando, con la rete cittadina che si è attivata dalla rivolta in poi, una grafica e un breve testo per lanciare una giornata di solidarietà con i detenuti della Dozza per GIOVEDI' 9 APRILE. L'invito è di esporre striscioni dai balconi, per strada... insomma, diffondere come meglio si crede, messaggi di solidarietà per la città. E' certamente poco, ma è importante rompere il silenzio che continua a circondare il carcere...
Qualche notizia dalle lettere arrivate alla Cassa AntiRep delle Alpi Occidentali
E' arrivata conferma che la sezione AS3 verrà interamente svuotata, per trasferirvi i detenuti delle sezioni giudiziarie, le uniche coinvolte nelle rivolte del 9 e 10 marzo, rimaste da allora inagibili. I tamponi vengono fatti esclusivamente ai detenuti in via di trasferimento.
Il tampone è stato fatto anche ad un detenuto che fino a venerdì 3 aprile ha occupato la cella attigua a quella del detenuto deceduto la scorsa settimana in ospedale. Lo stesso ha effettuato il tampone ed è risultato positivo al Covid19 ed è stato collocato nel reparto di isolamento assieme ad altri 10 detenuti non positivi, con un bagno comune per tutta la sezione. Inutile dire che questa gestione è assolutamente peggiorativa per le condizioni di tutti i detenuti, contagiati e non, poichè non fa altro che creare le condizioni per lo sviluppo di nuovi focolai.
Anche a Bologna alcuni detenuti stanno uscendo ai domiciliari, ma non ci stanchiamo di dire che l'unica sicurezza ora è la libertà di tutte e tutti.
Stiamo preparando, con la rete cittadina che si è attivata dalla rivolta in poi, una grafica e un breve testo per lanciare una giornata di solidarietà con i detenuti della Dozza per GIOVEDI' 9 APRILE. L'invito è di esporre striscioni dai balconi, per strada... insomma, diffondere come meglio si crede, messaggi di solidarietà per la città. E' certamente poco, ma è importante rompere il silenzio che continua a circondare il carcere...
Qualche notizia dalle lettere arrivate alla Cassa AntiRep delle Alpi Occidentali
- Dalle Vallette (lettera senza data) ci informano di avere ricevuto il telegramma che i/le compas hanno inviato da El Paso prima che vietassero tutti gli assembramenti. I colloqui sono sospesi fino (per ora) al 3 aprile, è stata data in “compensazione” una telefonata per ogni colloquio. “Anche qui, sull’onda di ciò che avveniva nelle carceri italiane, c’è stata un po’ di tensione con battiture in tutto il carcere e qualche tentativo di barricamento. Hanno pure sospeso i trasferimenti, compresi quelli del tribunale… nei casi urgenti fanno il video-processo! A me hanno fatto l’appello così…”. “Qui il clima è d’attesa. Sembra che ci sarà più ‘elasticità’ per i definitivi sotto i 18 mesi, per il resto non cambia nulla!”.
- Dalla sezione AS3 femminile di Piacenza (lettera datata 14/03): “Qui poche novità, visto che l’isolamento del carcere va avanti sin dai primi focolai, quindi l’unico cambio notevole (ma a causa delle rivolte, non del virus) è stato che dall’inizio della settimana siamo passate al regime chiuso. Nel più totale silenzio assenso. Vabbè…silenzio no… ... avevamo deciso per una fermata all’aria, e siamo rimaste in 2; per una battitura, e sempre in 2… non c’è verso”.
- Da una sezione penale del carcere di Reggio Emilia (lettera datata 12/03): “la voluta repressione qui è avvenuta con l’invio di 100 uomini dell’antisommossa, reprimendo nel sangue le 4 sezioni della Casa Circondariale, abitate nella stragrande maggioranza da arabi, albanesi, rumeni e qualche italiano. ... I promotori sono stati immediatamente allontanati verso altri istituti e qui, nella delocalizzazione che segue certi eventi, sono arrivate da Bologna e Modena. ... Alta è la tensione e le sezioni hanno subito una divisione tra di loro”.
- Da altra lettera, datata 18/03: “hanno immesso delle limitazioni nello spostamento dei lavoranti. Qualche misura è figlia della devastazione delle sezioni di Casa Circondariale. ... Noi del penale siamo ancora tutti qua, abbiamo ammonito quelli i reclusi - ndr della Casa Circondariale perché non ci avevano avvertito. ... 100 uomini dell’antisommossa li hanno pestati tutti e 200, nella prossima lettera invierò dettagli”.
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