lunedì 6 aprile 2020

pc 6 aprile - 6 aprile 1944. Inizia il rastrellamento e l'ECCIDIO NAZIFASCISTA della BENEDICTA. Il nostro omaggio ai martiri. L'Inno della Benedicta - Dalle Belle Città


76° Anniversario dei tragici fatti della Benedicta

Il 7 aprile 1944 nei pressi di un monastero in località Benedicta, nel cuore delle Capanne di Marcarolo, oggi nel comune di Bosio, nel quadro della guerra civile che sconvolse l’Italia all’indomani dell’ 8 Settembre 1943 sino al 25 Aprile 1945, ma con ancora tragiche code sino al 1948, tra il 6 e l’11 aprile 1944 settantacinque partigiani appartenenti alla 3° Brigata Garibaldi e ad
un gruppo di Alessandria furono accerchiati da reparti della Wehrmacht appoggiati dai Granatieri di Sardegna di stanza a Bolzaneto e dalla Guardia Repubblicana.
I partigiani che avevano cercato rifugio in quel monastero erano giovani che avevano rifiutato all’obbligo di entrare nell’esercito della neonata Repubblica di Salò ed erano non ancora esperti di una guerra che si doveva combattere tra le montagne e soprattutto erano male armati.
Il sito geografico dove avevano trovato temporaneo rifugio era per di più facilmente circondabile, cosa che avvenne, nonostante il tentativo della Brigata Garibaldi di dividere i suoi uomini in piccoli gruppi per tentare di rompere l’accerchiamento.
Il risultato di quegli scontri fu di 147 morti, di cui 75 fucilati sul posto e molti furono i catturati, poi rinchiusi a Marassi, a Genova, e nel carcere di Novi Ligure.
A questi fatti seguì una tragica coda al Passo del Turchino, dove, il 19 maggio, 17 partigiani fatti prigionieri alla Benedicta furono fucilati assieme ad altri 42, come atto di ritorsione per un attentato nei confronti di alcuni soldati tedeschi durante una proiezione cinematografica all’Odeon di Genova.
Questo passato, sempre presente nella memoria collettiva del Paese, è stato ricordato da Stefano Persano, sindaco di Bosio, in uno scenario che, mai come quest’anno, ha richiamato alla mente in termini così visivi quei tragici fatti: il sindaco con la Fascia Tricolore e con il Gonfalone era infatti praticamente solo davanti al monumento perché la pestilenza che oggi si è abbattuta sull’Italia ha privato le strade e le piazze di quella vivacità sociale che contraddistingue la vita democratica del Paese.
Non avendo potuto essere presenti, alleghiamo qui di seguito un filmato tratto dal profilo facebook di Mario Spazzarini, che ringraziamo per la sua cortesia.

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