76° Anniversario dei tragici fatti della Benedicta
Il 7 aprile 1944 nei pressi di un monastero in località
Benedicta, nel cuore delle
Capanne di Marcarolo, oggi nel comune di
Bosio, nel quadro della guerra civile che sconvolse l’Italia all’indomani dell’
8 Settembre 1943 sino al
25 Aprile 1945, ma con ancora tragiche code sino al 1948, tra il 6 e l’11 aprile 1944 settantacinque partigiani appartenenti alla
3° Brigata Garibaldi e ad
un gruppo di Alessandria furono accerchiati da reparti della Wehrmacht appoggiati dai Granatieri di Sardegna di stanza a Bolzaneto e dalla Guardia Repubblicana.
un gruppo di Alessandria furono accerchiati da reparti della Wehrmacht appoggiati dai Granatieri di Sardegna di stanza a Bolzaneto e dalla Guardia Repubblicana.
I partigiani che avevano cercato rifugio in quel monastero erano
giovani che avevano rifiutato all’obbligo di entrare nell’esercito della
neonata Repubblica di Salò ed erano non ancora esperti di una guerra
che si doveva combattere tra le montagne e soprattutto erano male
armati.
Il sito geografico dove avevano trovato temporaneo rifugio era
per di più facilmente circondabile, cosa che avvenne, nonostante il
tentativo della Brigata Garibaldi di dividere i suoi uomini in piccoli
gruppi per tentare di rompere l’accerchiamento.
Il risultato di quegli scontri fu di 147 morti, di cui
75 fucilati sul posto e molti furono i catturati, poi rinchiusi a Marassi, a Genova, e nel carcere di Novi Ligure.
A questi fatti seguì una tragica coda al
Passo del Turchino, dove, il
19 maggio, 17 partigiani fatti
prigionieri alla Benedicta furono fucilati assieme ad altri 42, come
atto di ritorsione per un attentato nei confronti di alcuni soldati
tedeschi durante una proiezione cinematografica all’Odeon di Genova.
Questo passato, sempre presente nella memoria collettiva del Paese, è stato ricordato da
Stefano Persano, sindaco di
Bosio, in uno scenario che, mai come
quest’anno, ha richiamato alla mente in termini così visivi quei tragici
fatti: il sindaco con la Fascia Tricolore e con il Gonfalone era
infatti praticamente solo davanti al monumento perché la pestilenza che
oggi si è abbattuta sull’Italia ha privato le strade e le piazze di
quella vivacità sociale che contraddistingue la vita democratica del
Paese.
Non avendo potuto essere presenti, alleghiamo qui di seguito un filmato tratto dal profilo facebook di
Mario Spazzarini, che ringraziamo per la sua cortesia.
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