Sindacati subito in Prefettura - riconosciuto da essi - come 'unico luogo istituzionale deputato a risolvere ogni dubbio circa la corretta interpretazione e applicazione del DPCM.
Naturalmente si è trattato di un gioco delle parti, le Prefetture quasi ovunque usano il DPCM per dare ragione ai padroni e così sono tutti contenti.. tranne gli operai che giustamente davanti al riscontro oggettivo dei contagi all'interno non ci stanno a rischiare vita e salute
per chiedere l’interruzione dell’attività lavorativa a causa di inadempienza aziendale delle disposizioni previste dal DPCM per l’emergenza Coronavirus.
Oggetto: Prosecuzione attività Comer Industries Components S.r.l. – Richiesta chiarimenti
Con la presente le scriventi OO.SS., manifestano il fermo dissenso all’autorizzazione alla prosecuzione dell’attività produttiva concessa alla Comer dalla Prefettura di Matera con nota del 06.04.2020.
Nello specifico, si evidenzia quanto segue.
Con nota del 6 aprile u.s. la Prefettura di Matera, sulla base della richiesta e della mera autocertificazione a firma del legale rappresentante della società Comer Industries Components S.r.l., ha autorizzato quest’ultima alla prosecuzione dell’attività produttiva limitatamente ad un elenco di clienti, per lo più stranieri, aventi codici ATECO 33.2 e 46.61 e, quindi, rientranti tra quelli che secondo il DPCM del 22.03.2020 e del Decreto del MISE del 25.03.2020 legittimerebbero la prosecuzione dell’attività produttiva.
Ebbene, la Prefettura di Matera, nel rilasciare la predetta autorizzazione, ha omesso di considerare una serie di circostanze che qui di seguito si specificano.
Innanzitutto, perché possa operare la deroga contenuta nell’art. 1, lett. d) del DPCM del 22 marzo è necessario che le attività da svolgere siano funzionali “ad assicurare la continuità delle filiere delle attività di cui all’allegato 1…”. È evidente, quindi, che il riferimento sia alle filiere “nazionali” o “territoriali”, in quanto la ratio della previsione è quella di garantire che le attività produttive italiane svolte in filiera non vengano bloccate a causa della sospensione dell’attività di una delle aziende facenti parte della filiera stessa. E non potrebbe essere diversamente atteso che il concetto di “filiera produttiva” non può riguardare aziende straniere che con il tessuto economico nazionale nulla hanno a che vedere; men che meno, le misure restrittive adottate dal Governo italiano riguardano, ovviamente, il territorio nazionale, sicché non si comprende per quale motivo il Governo avrebbe dovuto prevedere concessioni e/o deroghe produttive in favore di società straniere.
Ebbene, tutte le società specificate dalla Comer e riportate nella autorizzazione prefettizia sono straniere e, come tali, non hanno alcun collegamento con una filiera produttiva, né nazionale né locale. Men che meno esiste una filiera produttiva tra la Comer e le su citate aziende, le quali, al contrario, sono legate alla prima da banali contratti cliente / fornitore.
In pratica, a parere delle scriventi OO.SS. è stata autorizzata un’attività produttiva che con la deroga prevista dal DPCM del 22 marzo non ha nulla a che vedere.
Peraltro, circostanza altrettanto rilevante, da verifiche effettuate non è stato nemmeno possibile accertare che effettivamente le società specificate nella nota in questione abbiano quel codice ATECO riportato dalla Comer.
Tale situazione comporta che i dipendenti della Comer sono costretti a svolgere la propria prestazione di lavoro in un contesto ed in un momento storico nel quale il rischio di contagio è elevatissimo, le misura di prevenzione a nostro parere sono scarse e non condivise con i Rappresentanti Sindacali per la Sicurezza; non vi è evidenza dell’aggiornamento del DVR rischio COVID-19, tutto questo, per svolgere un’attività che a parere delle scriventi OO.SS. andrebbe integralmente sospesa in virtù delle prescrizioni previste dai vari DPCM.
Si evidenzia che anche in presenza di una parziale autorizzazione da parte della Prefettura, l’azienda ha richiamato a lavoro tutto il personale stabilmente assunto, con l’ulteriore incremento della forza lavoro ricorrendo all’Agenzie di Lavoro Interinale.
Si chiede, pertanto, alla Prefettura di Matera di revocare l’autorizzazione concessa alla società Comer Industries Components S.r.l. per le motivazioni su esposte, chiedendo comunque a quest’ultima la certificazione in merito ai codici ATECO delle rispettive società. In caso di esito negativo saremo costretti ad attivare tutte le iniziative sindacali a tutela della salute dei lavoratori.
Distinti saluti.
Di seguito la nota inviata a Comer Industries, Confindustria Basilicata e Ispettorato del Lavoro e alla Prefettura di Matera per denunciare il mancato rispetto da parte dell’azienda delle disposizioni contenute nel DPCM sull’emergenza Coronavirus.
Oggetto: mancato rispetto decreto sulla sicurezza – Decreto “contrasto e contenimento della diffusione di Covid-19 negli ambienti di lavoro” del 14.3.2020.
Con la presente la RSU/RLS di stabilimento fa presente quanto segue:
ad oggi l’azienda non ha istituto il Comitato sulla Sicurezza, così come previsto dal decreto in oggetto e che tuttora non vengono rispettate le norme previste mettendo a grave rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Inoltre si ricorda che l’accordo di secondo livello è scaduto e che ad oggi non ci sono proroghe; pertanto vi chiediamo il rispetto del CCNL metalmeccanico e di non utilizzare una turnazione non prevista dal contratto nazionale di lavoro.
Vi diffidiamo dunque ad utilizzare questa turnazione non rispondente alle norme.
Distinti saluti.
Nessun commento:
Posta un commento