Claudio
Varalli e Giannino Zibecchi sono morti nel 1975 per costruire un
mondo migliore. Volevano uguaglianza, accoglienza, uguali diritti.
Tutto il contrario di quanto vogliono oggi fascisti e leghisti.
Nel
loro ricordo continuiamo a lottare contro il razzismo, il fascismo e
le disuguaglianze.
Martedì 16 aprile ore 17.30 piazza Cavour, 18 piazza S. Stefano, 18.30 corso XXII marzo
Martedì 16 aprile ore 17.30 piazza Cavour, 18 piazza S. Stefano, 18.30 corso XXII marzo
16/17 aprile 1975: le giornate d'aprile di
Milano
Il
giorno successivo un grosso corteo attraversò Milano distruggendo
diversi bar riconosciuti come abituali ritrovi dei fascisti, due sedi
dell' MSI e gli uffici della compagnia aerea di stato spagnola
Iberia, per poi dirigersi verso la federazione dell' MSI di via
Mancini difesa da un ingente presidio di poliziotti e carabinieri.
Gli scontri che seguirono furono durissimi, undici mezzi blindati dei
carabinieri vennero bruciati, mentre la polizia sparò anche diversi
colpi d'arma da fuoco.
Alle
12 e 40 un camion dei carabinieri si lanciò contro un gruppo di
manifestanti con l'intento di investirli, travolgendo e uccidendo
Giannino Zibecchi. I compagni allora decisero di dirigersi verso la
caserma dei carabinieri di via Fiamma, da cui i carabinieri spararono
respingendoli, ma dove vennero comunque bruciati diversi mezzi
blindati.
Contemporaneamente
dalla Statale partì un altro massiccio corteo. Il 18 aprile un'altra
manifestazione uscì dall'università sfilando per il centro, dal
corteo iniziarono gli assalti per distruggere gli uffici di noti
avvocati missini, come quello del senatore Gastone Nencioni, e la
sede del giornale di destra "il Borghese". Intanto le
manifestazioni si estesero alle altre città italiane, e a Roma,
durante gli scontri con la polizia per l'assalto alla sede del MSI,
venne ferito gravemente il militante autonomo Sirio Paccini, che
rimarrà paralizzato. A Firenze la polizia ammazzò Rodolfo Boschi e
ferì Francesco Panichi durante un corteo antifascista. Cortei e
scontri durarono fino ai funerali di Varalli e Zibecchi a cui
parteciparono decine di migliaia di persone.
"Le
masse, le nuove generazioni hanno dimostrato di saper vedere dov'è
il fascismo: non certo solo laddove vogliono mostrarcelo, ma
soprattutto altrove, nella polizia in tutte le strutture dei corpi
separati dello Stato, nel riformismo, nel terrorismo della
socialdemocrazia e delle multinazionali. E' questo che nelle giornate
di aprile è stato attaccato, è l'ordine istituzionale che è stato
denunciato, è l'orizzonte politico della socialdemocrazia e del
riformismo che è stato incrinato." (da Le giornate d'aprile,
Rosso contro la repressione, n.15 marzo-aprile 1975).
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