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La procura di Vercelli sta valutando di cambiare il capo di imputazione per il magnate svizzero Stephan Schmidheiny nel processo Eternit bis, per 300 casi di morte riconducibile all'esposizione all'amianto lavorato all'Eternit di Casale Monferrato, da omicidio colposo a omicidio volontario. A darne notizia è l'agenzia Ansa che informa inoltre che il procuratore generale, Francesco Saluzzo, ha deciso di affiancare un pm torinese ai colleghi vercellesi.
Come si ricorderà l'Eternit Bis (dopo la prescrizione del primo processo Eternit Uno, decisa dalla Cassazione in una tristissima serata di fine novembre 2014, dopo che Schmidheiny era già stato condannato, in primo e in secondo grado, per disastro doloso) era partito dalla procura torinese come unico fascicolo per i morti di Cavagnolo, Casale Monferrato, Rubiera dell’Emilia e Bagnoli.
A Schmidheiny era stato contestato l’omicidio volontario ma al termine dell’udienza preliminare il gup torinese aveva riqualificato il reato nel meno grave omicidio colposo aggravato da colpa cosciente e questo aveva comportato il frazionamento del faldone e la conseguente destinazione a quattro sedi giudiziarie diverse in base alla residenza delle vittime. Per i morti casalesi e monferrini, dunque, il troncone era passato quindi alla procura di Vercelli, competente per area territoriale.
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