martedì 16 aprile 2019

pc 16 aprile - Da L'Aquila un appello

A L’Aquila, 10 anni dopo il sisma, l’unica popolazione in aumento è quella carceraria.
E’ notizia del 7 aprile, quella del trasferimento delle compagne anarchiche Anna Beniamino, Silvia Ruggeri e Agnese Trentin, da Roma - Rebibbia alla sezione A.S.2 del carcere di L’Aquila.
Una sezione che, dal punto di vista “abitativo” è anche peggio di quella femminile in 41 bis, dove sono recluse, oltre a Nadia Lioce, altre 9 donne: celle grandi 2 metri per 2 poste alla fine di un lungo tunnel sotterraneo, col blindo abbassato e comunque senza la possibilità di vedere quello che c’è fuori; ora d’aria in una vasca di cemento 3 metri per 3.
Queste erano le celle che ospitavano le detenute in 41 bis prima della sentenza Torreggiani del 2013!
Ma anche la “socialità” delle donne ristrette nel circuito di “Alta sicurezza 2” del carcere di L’Aquila, un istituto pressoché totalmente maschile ed adibito a 41 bis, è binaria, se non individuale, come nel caso di Nadia Lioce (vedi rapporto garante detenuti 2016-2018). E anche i colloqui sono sottoposti ad analoghe restrizioni.
Ebbene, ora quei tuguri sono “riservati” alle donne detenute in Alta sicurezza, che di fatto sono sottoposte al regime di 41 bis. Come Arta Kacabuni, con figli minorenni in Italia, che vi ha scontato 3 anni prima di essere espulsa in Albania dopo una sentenza di primo grado che la riteneva responsabile di legami col terrorismo islamico.
Associazione sovversiva, questa l’accusa che giustificherebbe per queste donne un regime che è un assaggio, l’anticamera del 41 bis!
Questo governo fascio-populista ha indicato chiaramente la rotta da seguire: dopo gli immigrati tocca ai “criminali anarchici e comunisti” dei centri sociali e agli antagonisti in generale: tutti in galera, sotto tortura e via le chiavi!
Respingiamo la criminalizzazione associativa di esperienze di lotta politica e sociale
Solo l’unità e la solidarietà delle lotte può fare muro contro la repressione di questo stato borghese, fascista, sessista e razzista.
Solidarietà con le compagne ed i compagni arrestati!
Rilanciamo una mobilitazione larga e unitaria sotto i palazzi del potere, sotto il Ministero di Giustizia, in solidarietà con le prigioniere e i prigionieri rivoluzionari


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