domenica 14 aprile 2019

pc 14 aprile - L'arroganza padronale non ha limiti - una corrispondenza


L’edizione del Fatto quotidiano di martedì nove aprile riporta un articolo, a firma Fabio Capasso, dal titolo: «Con Ferrari sul posto per disabili, l’imprenditore: “Tutti contro di me perché ho auto di lusso. Infrazioni? Le faccio sempre”».
La storia è quella dell’assai poco “signor” Pino Bozza, padrone della catena di ristoranti dedicata, nel nome, ad uno dei politici più famosi della storia del novecento: quell’Antonio La Trippa impersonato dal grandissimo Totò.
Beccato ad aver parcheggiato la sua Ferrari su uno stallo per disabili, questo gentiluomo ha anche
il coraggio di protestare per aver ricevuto alcuni simpatici apprezzamenti da Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale dei Verdi.
Alle giuste critiche del politicante, il padrone – che in sovrappiù aveva anche guidato senza allacciare le cinture di sicurezza – risponde con un’arroganza tipica di chi pensa di essere al di sopra della legge: «In questo mondo di guardoni, il successo non ti è perdonato. Su di me c’è stato accanimento solo perché ho una Ferrari».
A parte il fatto che possedere un’automobile di Maranello non significa automaticamente essere un uomo di successo, è la seconda parte dello sragionamento a risultare particolarmente irritante; costui sostiene: «La verità è che con la macchina non ho sostato, sono rimasto lì 30 secondi. Le infrazioni? Le faccio sempre».
Colpisce il fatto che questo assai poco “signore” non conosca il Codice della strada: secondo quanto specificato dagli articoli, 7, 157, 158, e 159 – quelli che disciplinano fermata, sosta, e parcheggio – si tratta di cose ben diverse.
«La fermata del veicolo è la temporanea sospensione della marcia anche se in area ove non sia ammessa la sosta, per consentire la salita o la discesa delle persone, ovvero per altre esigenze di brevissima durata. La fermata prevede la prontezza del conducente a riprendere la marcia e a non intralciare la circolazione.
La sosta del veicolo è quando si sospende la marcia dello stesso ma per un tempo prolungato durante il quale il conducente può allontanarsi dal veicolo avendo cura, qualora non esista un marciapiede rialzato, di lasciare uno spazio sufficiente per il transito dei pedoni, che non deve essere inferiore ad un metro.
La sosta di emergenza è quando si interrompe la marcia nel caso in cui il veicolo si guasti o il conducente (o passeggero) abbia un malessere.
Qualora non sia presente diversa segnalazione, in caso di sosta o di fermata il veicolo deve essere posto il più possibile al margine destro della strada.
Si può dunque sospendere la marcia dei veicoli purchè questo non costituista intralcio o di pericolo per la circolazione. Altrimenti, ossia qualora costituisca intralcio o pericolo, il veicolo può essere rimosso (se è previsto dalla segnaletica verticale).
Per quanto riguarda il parcheggio, si può parcheggiare solo in un’apposita area fuori dalla carreggiata e sempre in modo da non ostacolare il traffico».
Da quanto appena scritto si evince che il soggetto in questione abbia effettuato una sosta e non una fermata: a niente rileva il fatto di essere rimasto lì soltanto trenta secondi: egli ha compiuto un sopruso, e qualcuno glielo ha fatto notare.
Ora, vista anche la sua spontanea confessione di aver commesso frequenti infrazioni, dovrebbe essergli tolta definitivamente la patente, oltre a provvedere alla confisca del veicolo con il quale ha commesso le trasgressioni in questione.
Bosio (Al), 14 aprile 2019

Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova

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