Al di là degli annunci, strumentali, di Serraj sull'imminente arrivo in Italia di 800mila profughi con al seguito centinaia di "terroristi", è chiaro che la guerra e la tragica situazione dei migranti in Libia e della stessa popolazione porterà inevitabilmente dentro il nostro paese le sue conseguenze.
Salvini può gridare ogni cinque minuti che non entrerà nessun migrante, che i porti sono chiusi, ma sarà un "gridare alla luna" - la realtà, per fortuna, è sempre più forte. Le leggi dello Stato fanno una assurda e vergognosa distinzione tra migrante di guerra e migrante economico, ma ora saranno tutti "migranti di guerra"...
Che vengano i contrasti all'interno del governo fascio-populista, tra i ministri... ma nessuno può pensare che non siano uniti a difendere prima di tutto gli interessi degli italiani, che vuol dire: prima di tutto gli interessi dell'imperialismo italiano.
Proprio la Libia è la dimostrazione lampante che è l'imperialismo a creare prima le condizioni di miseria, di vita inumane e poi la guerra, lo scontro tra le fazioni, dietro cui ci sono soldi, affari.
Da Il Manifesto - "Il premier Conte il 3 aprile – quando era già cominciata l’offensiva di Haftar nel sud sui pozzi dell’Eni – arrivava in Qatar (sostenitore di Serraj) dove era stato anche un Salvini entusiasta...
Con il Qatar non si vince nessuna guerra però abbiamo venduto all’Emirato 10 miliardi di dollari in
armi, è uno dei maggiori investitori in Italia e finanzia i Fratelli Musulmani pure qui...
armi, è uno dei maggiori investitori in Italia e finanzia i Fratelli Musulmani pure qui...
il libro scritto dai giornalisti francesi Christian Chesnot e Georges Malbrunot che rivela i finanziamenti di Doha a moschee e centri islamici in Europa: 72 milioni di euro di cui 22 solo in Italia. Scatta così l’allarme sui legami del Qatar con i Fratelli Musulmani. Non uno che ricordi le forniture di armi all’emiro Al Thani: in poco più di un anno 9 miliardi di euro tra navi ed elicotteri.
Il Qatar per l’Italia è una piccola Sparta del Golfo. Stiamo armando l’emirato sotto embargo dell’Arabia saudita e dei suoi alleati che accusano Doha, insieme alla Turchia, di proteggere i Fratelli Musulmani...
In poco più di un anno abbiamo venduto a Doha 7 navi da guerra Fincantieri (4 miliardi di euro), 28 elicotteri NH 90 (3 miliardi), inoltre è stata siglata un’intesa da oltre 6 miliardi di euro per 24 caccia Typhoon del consorzio Eurofighter, di cui Leonardo-Finmeccanica ha una quota del 36 per cento. Posti di lavoro, che diamine.
Aerei per altro venduti da Londra anche al principe saudita Mohammed bin Salman, mandante dell’omicidio Khashoggi. Non che gli altri lesino le forniture belliche a Doha. Macron ha venduto i caccia Rafale e gli Airbus (14 miliardi di dollari), gli Usa i bombardieri F-15 (15 miliardi) e i qatarini sono tra i maggiori investitori in Germania. Ma i nostri alleati e concorrenti sanno dove tira il vento. Per questo il ministro degli Esteri del Qatar è passato prima da loro che a Roma.
L’emirato è un grande produttore di gas, in partnership con l’Iran – sotto sanzioni americane – e ha acquistato in Italia marchi della moda (Valentino), grandi alberghi e la Meridiana (AirItaly) dall’Agha Khan. La Qatar Investment Authority (Qia) è un colosso da 335 miliardi di dollari: l’Italia non si può permettere di trattare male l’Emiro.
Con l’Emiro del Qatar, mentre lui finanziava centri islamici, ospedali e università, comprandosi aziende, armi e manager, l’Italia si è messa allegramente alla cassa chiudendo un occhio, e forse due, sui Fratelli Musulmani, qui e in Libia...
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