(L’intervista su Repubblica)
Parla il giurista De Siervo ex presidente della Corte costituzionale
"I voleri del ministro elevati a legge Così si mette in crisi lo Stato di diritto"
di Liana Milella
ROMA «Il ministro dell’Interno Matteo Salvini sta continuando a utilizzare alcuni modesti agganci della legislazione vigente per espandere, o addirittura creare, nuove prescrizioni. Alcune volte sicuramente incostituzionali».
Non le pare che le ultime mosse di Salvini violino lo Stato di diritto bypassando leggi o decreti?
«Basta la direttiva di due giorni fa sulla Mare Jonio in cui alla fine il ministro "dispone di vigilare affinché il comandante della nave" faccia ciò che lui reputa opportuno e poi affidi alle autorità militari e di polizia l’esecuzione del suo ordine, come se fosse diventata legge una sua semplice valutazione. Si dà alle autorità militari e di polizia il compito di eseguire la volontà del ministro, non quella del legislatore. Quindi si legittima l’uso dei poteri repressivi, nonché l’eventuale uso della violenza, per far eseguire i desiderata del ministro e non la legge in vigore».
È lecito chiudere i porti con le circolari a capitanerie e Marina?
«La legge non prevede nulla del genere. E un ministro non può inventarsi un potere che la
legge non gli attribuiscE. il ministro dell’Interno cerca di espandere i suoi poteri anche su alcune autorità militari, il che non è assolutamente previsto dall’ordinamento».
Come giudica le intercettazioni di militari della Marina che danno ordini ai libici senza norme che lo autorizzino?
«Alcuni mesi fa il governo ha escluso in Parlamento che la Marina svolga attività diverse da quelle logistiche. Invece scopriamo che nostri militari cooperano con la Guardia costiera libica per riportare in Libia persone che da lì si siano imbarcate verso l’Europa».
È propaganda a fini elettorali o queste norme, seppure di destra, sono possibili?
«Alcune non esistono neppure, altre è possibile dedurle dalla legislazione, anche se sono molto discutibili. Per esempio alcune applicazioni della nuova legge sulla sicurezza pubblica».
Le ordinanze per le "zone rosse" delle città finiscono per colpire pure i denunciati, in barba alla presunzione di innocenza: sono costituzionali?
«È una previsione legislativa molto discutibile soprattutto perché limita fortemente le libertà di soggetti solo denunciati ma non condannati neppure in primo grado».
La subordinazione dei sindaci ai prefetti è possibile?
«Sono pienamente d’accordo con l’Anci, che ha fatto presente il ruolo determinante dei sindaci in materia, senza che si possa far credere che a ciò possano provvedere dei pur autorevoli funzionari dello Stato».
Salvini cancella "per direttiva" lo Stato di diritto?
«Lo Stato di diritto appare alquanto in crisi».
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