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...Che Guevara è diventato un'icona che ha illumina tantissimi giovani. Il Che è stata una delle figure più rappresentative del movimento comunista internazionale in America Latina e lo è ancora oggi.
...Che Guevara è diventato un'icona che ha illumina tantissimi giovani. Il Che è stata una delle figure più rappresentative del movimento comunista internazionale in America Latina e lo è ancora oggi.
Il Che dice "il dovere di ogni
rivoluzionario è fare la rivoluzione", e mette in campo la sua persona
per dimostrarlo, fino al massimo sacrificio della sua vita. In questo egli è anche un simbolo dell'etica di un rivoluzionario.
L'anniversario della sua uccisione - 9 ottobre 1967 - deve essere anche l'occasione per sgomberare il campo dall'immagine di un “Che di tutti”, dietro cui si nasconde il tentativo di "normalizzare" la
sua figura.
Che Guevara è invece l'immagine stessa del rivoluzionario e comunista.
Il Che diceva che la dittatura del
proletariato è uno Stato fondato sugli atti, sui sacrifici, sulla
responsabilità personale, sull'esempio personale. E i comunisti al
potere non possono solo dirsi ma essere un esempio.
Alcuni correnti hanno
rappresentato il Che come contrario a Stalin:, quando invece Che Guevara dice: “sono arrivato al
comunismo grazie a papà Stalin...”.
Che Guevara lascia Cuba per due ragioni:
perchè è convinto che Cuba da sola non ce la può fare, non
può esistere un “socialismo cubano”, e sostiene che è importante la diffusione della
rivoluzione. In questo c'era una critica
a Cuba, nella posizione di limitarsi verso le altre rivoluzione al
sostegno politico e ideologico.
Allora vi era una dialettica sana trail Che e
Castro, ma la figura del Che emerge nell'idea che la rivoluzione non
poteva confinarsi, da un “cortile” non si poteva rovesciare
l'imperialismo.
Inoltre, sullo sviluppo economico di Cuba, Che Guevara pensa che occorra costruire realmente un'economia
autosufficiente, mentre Castro ha l'idea che questo si poteva raggiungere
solo con l'Urss, rendendo Cuba non realmente autonoma dall'Urss. Guevara diceva che non
possiamo vivere della canna da zucchero, altrimenti costruiamo un
paese socialista dipendente. Il Che aveva ragione.
In questo periodo scoppia
un dissidio profondo tra Urss e Cina, che sostiene che la Russia sta
perdendo i suoi caratteri socialisti; Mao critica l'Urss per il fatto
che pretenderebbe di competere con gli Usa sulla base degli stessi
criteri, introducendo una politica di coesistenza
pacifica tra imperialismi.
In questo contesto Castro
si schiera subito con l'Urss, mentre il Che fa una visita in Cina.
Ma
via via che si accentua questo divario, Guevara aspetta che si
stabilisca una nuova unità, considerando la questione come lotta tra idee e non
criticando il cambiamento di natura dell'Urss.
Il Che impulsa il sostegno
al mr, viaggia molto. Ma il Che accentua il carattere che la
rivoluzione è un fatto pratico e mette la sordina sulla strategia
della rivoluzione.
Privilegio aspetto
militare, gruppi di guerriglia, Castro e il Che partono con la la,
senza costruire prima il partito.
Il Che non critica l'idea
che non il gruppo di guerriglia ma il popolo in armi può condurre la
rivoluzione.
Tutto questo si traduce
nella fine del Che, pensa che bisogna ripetere la strategia di Cuba
in altri paesi, ma senza partito, organizzazione, senza lavoro negli
altri paesi, rimane un gruppo isolato tra i contadini. Sottovaluta che
il Partito comunista della Bolivia è seguace del partito comunista dell'Urss e, quindi, condanna subito
l'azione del Che. Questo, insieme all'arretratezza dei contadini, isola il Che
e permette che le truppe dello Stato boliviano prendano il Che e lo
uccidono.
Nessuno ci può toccare il
Che. Onoriamo il Che in maniera infinita.
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