lunedì 9 ottobre 2017

pc 9 ottobre - SULLA CATALOGNA - un intervento al seminario di proletari comunisti a Palermo

SULLA CATALOGNA

I comunisti sono per l'autodeterminazione nazionale; la Rivoluzione d'Ottobre, di cui quest'anno celebriamo il centenario, nei suoi primi decreti pose il diritto all'autodeterminazione delle nazioni.
Noi siamo per una rivoluzione socialista in Spagna che conceda l'autodeterminazione nazionale dei popoli a tutti coloro che la chiedono.
Franco ha oppresso queste nazioni per tutto il periodo del fascismo, e nonostante la caduta di Franco questa è una ferita storica. 
La Catalogna ha diritto all'autodeterminazione e ha diritto a fare il suo referendum e decidere l'autodeterminazione. Le mobilitazioni in atto in queste settimane sono di movimenti ispirati da idee progressiste; e come prima il diritto delle nazioni veniva attaccato dal fascismo franchista, ora è attaccato dalle forze reazionarie, dal governo spagnolo e dal re.

Va considerato, però, che la Catalogna non è un paese del terzo mondo, ma è la parte più avanzata economicamente della Spagna.
Se la Catalogna fosse indipendente, sarebbe un paese capitalista. Quindi non possiamo riconoscere ai capitalisti catalani il diritto di governare, al posto del popolo.
I proletari e i comunisti della Catalogna devono rivendicare la Repubblica socialista. Non è un problema che devono comandare i padroni catalani invece di quelli spagnoli. Nessuno in Catalogna dice che deve togliere le tasse ai lavoratori, deve aumentare i salari, ecc.
Ma il carattere fondamentalmente di sinistra storico della Catalogna, la mobilitazione delle masse popolari, dei lavoratori, dei giovani, l'intervento militare, lo stato di fatto di golpe, la dichiarazione del re, non possono non far schierare oggi i comunisti spagnoli dalla parte delle masse catalane. E' inaccettabile che i comunisti in Spagna non approfittino del fatto che la vicenda catalana indebolisce la borghesia spagnola.

La Catalogna può innescare un processo in tutta Europa, tra cui l'Italia, pensiamo alla Sardegna che ha avuto un trattamento pessimo dallo Stato italiano.

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