Ieri sera Partinico è tornato a
riabbracciarlo: si è diretto dritto nella sede di Rifondazione Comunista
dove ad attenderlo c’erano amici e compagni.
Appena sceso dall’auto ha fatto cenno di
un saluto a tutti: a tradirlo neanche un filo di emozione, appena un
sorriso accennato e tanto imbarazzo per quei riflettori tutti puntati su
di lui che non ha mai amato un pò come il papà Ottavio, storico
comunista in città e già consigliere comunale, fautore di mille
battaglie politiche. Emiliano sa benissimo che il suo conto con la
giustizia tedesca non è per nulla chiuso: in primo grado ha auto un anno
e 6 mesi con la condizionale e per questo è tornato libero.
Lui e i suoi legali sono pronti alla futura battaglia dal momento che presenteranno appello: “Siamo sicuri – afferma il giovane – che in appello arriverà l’assoluzione piena”.
Davanti la sede del partito della falce e
martello il trentenne ha trovato striscioni, mortaretti e ha
ritrovato anche quel clima battagliero sentendo i cori: “Siamo tutti antifascisti”. Per Emiliano musica per le sue orecchie al punto da aver “sfidato” il tribunale tedesco: sapendo il rischio che correva, con l’ipotesi che potesse essere condannato a più di due anni, e senza la condizionale a quel punto, non ha ritrattato di un solo millimetro ed ha sostenuto di essere un “antifascista e comunista”.
ritrovato anche quel clima battagliero sentendo i cori: “Siamo tutti antifascisti”. Per Emiliano musica per le sue orecchie al punto da aver “sfidato” il tribunale tedesco: sapendo il rischio che correva, con l’ipotesi che potesse essere condannato a più di due anni, e senza la condizionale a quel punto, non ha ritrattato di un solo millimetro ed ha sostenuto di essere un “antifascista e comunista”.
“Ho spiegato alla corte i motivi della mia scelta – racconta Emiliano -. Antifascista
perchè è la storia della nostra Repubblica, antifascisti sono stati i
nostri padri costituenti che hanno lottato tramite la resitenza
partigiana contro il traditore fascista e l’invasore nazista. Comunista
perchè non ci assoggettiamo alla logica che l’80 per cento delle risorse
mondiali debba essere gestito dal meno del 20 per cento della
popolazione. Ho rivendicato la mia cultura e appartenenza, pensavano
forse di poter fare un processo contro gli antifascisti e gli
anticapitalisti”.
Ripensando a quei giorni l’attivista di
sinistra comunque non nega di aver attraversato anche dei momenti molti
difficili sul piano psicologico: “Ci sono stati momenti di abbattimento – ricorda con lucidità – ma la forza l’ho trovata nei miei ideali e nell’affetto delle tante persone che mi mandavano i loro messaggi di sostegno”.
In una nota il circolo di Rifondazione Comunista “Giuseppe Impastato” di Partinico afferma:
“Si
conclude, finalmente, dopo tre mesi di carcerazione preventiva, la
terribile odissea del nostro compagno, fratello e amico Emiliano Puleo
nelle carceri di Amburgo. È stata una lunga stagione caratterizzata da
un’interminabile attesa, angoscia ma anche da una grande solidarietà da
parte di compagni e amici di ogni parte di Italia e d’Europa. È stato
anche grazie a questo calore e affetto se, sia la famiglia che noi,
compagni di Rifondazione Comunista, abbiamo trovato la forza per
resistere alle grandi pressioni e alla grande indifferenza che ha
caratterizzato l’atteggiamento delle istituzioni Italiane e dei media
nazionali verso questa gravissima vicenda. In tutto questo non
dimentichiamo, però, che ci sono ancora altri compagni come Fabio,
Riccardo ed Alessandro in attesa di giudizio, ai quali non mancherà
sicuramente il nostro sostegno complice e solidale. Dopo sette
lunghissime ore, si è concluso il dibattimento che, secondo gli avvocati
di Emiliano, “è stato un grande successo, perché, per la prima volta,
la manovra della Procura di fare pressione per ottenere una confessione
non ha avuto il risultato sperato. Emiliano è stato liberato senza dover
ammettere fatti che non sono stati provati e – continuano gli avvocati
Britta Eder e Maja Beisenherz- nel ricorso in appello la difesa farà di
tutto e lotterà per ottenere la piena assoluzione. Nel processo –
sottolineano ancora i difensori di Emiliano – è emerso che il modo di
procedere della polizia durante il G-20 non era in alcun modo in linea
con le norme di legge. Occorre, pertanto, -concludono gli avvocati –
riflettere sulle modalità di intervento degli agenti in borghese che
operavano segretamente”. E’ stata una strategia ben precisa della difesa
arrivare immediatamente alla sentenza, nonostante ci fossero tutte le
condizioni affinché Emiliano venisse assolto con formula piena, per
evitare che il primo grado del processo potesse prolungarsi e sostenere
altre udienze prima di arrivare al giudizio finale, cosa che lo avrebbe
trattenuto in carcere ancora diversi mesi. Sono state fatte cadere le
accuse più pesanti, successivamente sarà presentato appello in modo da
arrivare all’assoluzione. Ci è sempre stato chiaro, sin dall’inizio, che
il G-20 in Germania è stato usato come pretesto per inasprire i reati
legati alle manifestazioni di dissenso politico e sociale. Il diritto
penale inteso, quindi, come strumento per relegare al silenzio tutti
coloro che osano rivendicare quei diritti negati dalle politiche imposte
dalle élite economico-finanziarie. Alla luce dei processi celebrati
sino a ieri, sembrava che questo imponente dispositivo repressivo messo
in campo dal governo tedesco, avesse trovato il suo pieno compimento. Il
processo di Emiliano, invece, evidenzia, come ben spiegato in
precedenza dagli avvocati, una vistosa crepa in questo impianto
repressivo-giudiziario. I processi contro i compagni arrestati durante
il G-20 sono stati dei veri e propri processi politici, dall’esito quasi
scontato, in cui gli imputati sono stati posti davanti al ricatto di
scambiare la propria libertà con una confessione. Gli imputati sono
stati giudicati non solo per i fatti ma anche per le idee; i giudici
sono arrivati perfino a distorcere concetti come l’antifascismo e
l’anticapitalismo, considerati, in alcuni casi, come aggravanti, perché
ritenuti sinonimi di terrorismo. Per tutte queste ragioni siamo
orgogliosi dell’atteggiamento tenuto da Emiliano che, consapevole del
rischio a cui andava incontro, ha aperto il processo dichiarandosi con
orgoglio comunista e antifascista; ha continuato richiamandosi ai valori
fondativi della nostra Repubblica e ha motivato la propria presenza ad
Amburgo con la volontà di manifestare la propria indignazione verso un
mondo in cui più dell’80% della ricchezza mondiale è nelle mani del 20%
della popolazione. Con il cuore colmo di emozione ci prepariamo,
intanto, a riabbracciare questa sera Emiliano al suo ritorno a casa,
consapevoli, però, che non sono venute meno le condizioni per continuare
a mobilitarci contro i potenti del mondo. Cogliamo, perciò, l’occasione
per ribadire la nostra solidarietà nei confronti dei compagni
arrestati, dei quali chiediamo l’immediata scarcerazione.“
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