Giusto, ma si vedono i singoli fatti e non la marcia globale verso il moderno fascismo del capitale e non si è quindi in grado di impostare la risposta necessaria:
Partito - fronte unito - forza combattente
proletari comunisti/Pcm Italia
ottobre 2017
Le tragiche comparsate di Mentana e Formigli demoliscono, forse definitivamente, gli ultimi riferimenti all’antifascismo quale collante costituzionale, un recinto
politico fuori dal quale quella legittimità è negata esattamente per conto della democrazia.
La storiella mandata a memoria e ripetuta dai due mattatori della prima serata (“è la democrazia, attraverso la competizione elettorale, che legittima le forze politiche”) è talmente pretestuosa da confondere i due stessi giornalisti a-fascisti. Ambedue infatti hanno chiarito che non avrebbero partecipato a dibattiti con forze di estrema destra “a destra”(?) di Casapound (riferendosi evidentemente a Forza nuova del cocainomane Castellino).
Eppure, tutte le forze neofasciste come Casapound, da Forza nuova al Fronte nazionale, partecipano alle elezioni. Anche Alba dorata in Grecia, anche i neonazisti in Germania. Le elezioni non rappresentano una forma di legittimazione democratica in regime liberale.
Ma queste cose il Mentana di turno le sa bene. Proprio perché la democrazia liberale si fonda sul formale riconoscimento a-valutativo di chi si candida a rappresentare la popolazione, questa non può legittimare qualcuno delegittimando qualcun altro: sarebbe, in tal modo, una democrazia illiberale. Per dire, le norme costituzionali poste a divieto della ricostituzione del Partito fascista non impedirono, immediatamente dopo la proclamazione della Repubblica, la ricostituzione di fatto del Pnf, tramutato in Msi.
Solo in regimi di democrazia popolare le forze politiche dispongono un alveo di legittimità, esattamente il contrario di quanto si auspica ogni crociato liberale: non dev’esserci legittimità preventiva, è il codice penale a decidere, non la politica.
L’altro inganno retorico attraverso cui viaggia lo sdoganamento neofascista è il costante riferimento alla violenza (“dovete
rifiutare la violenza come metodo politico, solo così sarete
perfettamente democratici”). Tacendo della contraddizione evidente (ci
si può candidare alle elezioni ed essere “violenti”, dunque le
elezioni non legittimano alcunché), il concetto di violenza utilizzato
apparentemente per incastrare Casapound imbroglia le carte piuttosto che
sciogliere dubbi.
Casapound
non ha alcun problema a porsi sul piano dell’azione politica
non-violenta pubblicamente, perché non è quello il livello problematico
del neofascismo. La violenza di Casapound agisce nelle pieghe della
militanza politica, non nei cortei di piazza che non ha la forza di
organizzare.
Ma, proprio perché nascosta agli occhi dei media mainstream, quel piano è tout court negato,
banalizzato, ricondotto allo schema degli “opposti estremismi” secondo
cui esiste un livello speculare di pratica violenta che accomuna tanto i fascisti quanto gli antifascisti. Eppure quel recinto di cui sopra, quello sancito provvidenzialmente in Costituzione ma andato progressivamente dileguando, legittima l’uso della forza contro il fascismo, vecchio o nuovo.
C’è una scala di valori, oggi disattivata grazie anche a queste operazioni mediatiche, che pone delle differenze tra fascismo e antifascismo, non solo riguardo alla legittimità, ma anche – e soprattutto – all’agibilità politica. E’ la base del discorso valoriale costruito successivamente alla
Liberazione per legittimare la lotta partigiana: quelli definiti dai
fascisti come “banditi” erano in realtà militanti politici, ma senza la
legittimazione della forza contro il fascismo quei “banditi” sarebbero
rimasti banditi. Forse, adeguando i termini, li avrebbero definiti
“terroristi”. Poco importa a Mentana, ovviamente: non rischierà mai una
coltellata per strada. Meno per chi ancora piange i morti per mano
fascista. E non i morti degli anni Settanta: quelli di questi ultimi
mesi e anni.
L’imbroglio
di Mentana e Formigli è allora smaccato e, per l’appunto, rappresenta
la truffa ideologica attraverso cui si nasconde l’operazione politica
sostanziale: chiudere l’alveo della legittimazione democratica alle sole
forze che riconoscono la democrazia liberale quale orizzonte
immodificabile della lotta politica.
Detto altrimenti, i fascisti servono a delegittimare i comunisti. Perché, nell’impianto strategico, il fascismo è ormai definitivamente controllabile in quanto inutile al
governo del territorio europeo e della produzione globalizzata, mentre
le forze populiste potrebbero sfuggire di mano, virando verso forme di
democrazia partecipata inconciliabile con gli assetti ordoliberali
europeisti. Mentana e Formigli non hanno alcunché da perdere
nell’operazione politica orchestrata da Casapound, anzi: presentandosi
come “fuori dagli schemi” non fanno altro che rafforzare la loro
posizione mediatica di battitori liberi. Siamo arrivati al punto che la
comparsata a Casapound, oltre che sdoganare infami picchiatori, fa pure
curriculum.
I due giornalisti sanno benissimo, mica sono così stupidi, che
Casapound è un covo di scimmie ammaestrate, un circo di nostalgici
tatuati e di hipster repressi che, in definitiva, non conta un cazzo
nella società così come nella politica. L’obiettivo è un altro, come
detto prima: ricostruire un recinto di legittimità non più incardinato
nell’antifascismo, ma sul liberalismo. Un traguardo che val bene una
messa neofascista.
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