A Taranto vogliono buttare fuori 3.311 operai e tenersi 7.600. A Genova 599 esuberi su 1.500
lavoratori. A Novi Ligure 54 esuberi, 30 per
Legnaro, 45 per Marghera, 160 per Milano, 40 per Paderno e 125 infine
per Racconigi - con complessivi 330 esuberi.
Nell'appalto poi questo piano porterebbe ad altre migliaia di licenziamenti immediati.
Una vera carneficina di posti di lavoro!
Ma
questa è una parte del piano dei nuovi padroni; l'altra, altrettanto
gravissima riguarda le nuove condizioni di lavoro e di assunzione per
chi resta.
Licenziamento e assunzioni con il Jobs Act, azzeramento degli istituti contrattuali, discriminazione tra lavoratori.
Am Investco, si legge nella proposta, «costituirà
con i dipendenti selezionati nuovi rapporti di lavoro previa cessazione
del rapporto di lavoro con le società e successiva accettazione da
parte degli stessi della proposta formulata da Am Investco con
contestuale sottoscrizione dei verbali individuali di conciliazione».
L’azienda
Am Investco non riconoscerà i contratti di lavoro in essere, ma
applicherà il Jobs Act, con conseguente perdita dell’integrativo e
dell’anzianità, e quindi con un taglio salariale consistente.
Ribadiamo
che purtroppo questo piano non è una novità. Già era noto e il governo
l'ha appoggiato. I sindacati confederali, non l'hanno contrastato fin
dal primo momento, aspettando i Tavoli. E ora si trovano, come era
inevitabile, ad essere trattati a "pesci in faccia" e quindi alzano alte
grida.
Non
permettiamo che la lotta, dallo sciopero di domani, sia utilizzata solo
per ridurre di qualche numero gli esuberi. Ci vuole una lotta seria,
ma per respingere tutto il piano e imporre risultati.
L'Arcelor
Mittal è il più grande gruppo dell'acciaio in Europa, non sta affatto
in crisi, e non deve scalare nuovi profitti sulla pelle degli operai e
della cittadinanza.
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