Catania. Daspo ad un senza tetto, schedato come anti G7 di Taormina
In
una città dove la mafia sale sui palchi elettorali per dire che “non
esiste”, la questura di Catania si rende protagonista dell’applicazione
del DASPO nei confronti di M., un senzatetto. Un senzatetto, già
schedato dalla Digos, per aver partecipato alle contestazioni contro il
G7 di Taormina. Il “blitz” della polizia risale al 7 ottobre. Stamattina
il Centro Sociale Autogestito Officina Rebelde (https://www.facebook.com/officinarebelde/), a cui M. si è rivolto, ha reso pubblica l’“allucinante vicenda ai danni di un frequentante dei centri sociali”
- E’
il sette Ottobre quando M. sente bussare alla porta di casa, non sua ma
quella di un amico dal quale è ospite, per un controllo di polizia. M.
apre e si rende conto
subito che non si tratta di una visita casuale, ma che la polizia è lì con un qualche intento particolare, frugando la casa spasmodicamente alla ricerca di chissà cosa che non viene in alcun modo trovato. E’ vero, la casa è un po’ disordinata, visto l’amico che ospita M. ospita anche i cani di altri amici che sono al momento assenti. Ma l’alternativa sarebbe dormire per strada e, con le piogge di questo autunno incipiente, meglio così per cani e padroni. Evidentemente, però, queste argomentazioni non colpiscono i poliziotti, diventa sempre più chiaro che sono lì nel preciso intento di trovare una qualsiasi giustificazione utile ad allontanare M. dalla città. Tra le altre cose, M. è stato schedato per avere contestato il G7 di Taormina assieme ai compagni del Centro Sociale Autogestito Officina Rebelde. Ed ecco compiuto il miracolo, la sperimentazione mai vista: M. viene denunciato per maltrattamento di animali e, sulla base di questa denuncia, gli viene addirittura comminato un foglio di via con l’ordine di allontanarsi dalla città per tre anni!
Tra le altre cose, si legge nel provvedimento che egli non ha potuto provare il legittimo possesso dell’immobile (e certo, era ospite ed il padrone di casa era assente) e che non ha saputo dare alcuna spiegazione plausibile della propria presenza in città. Come se il Questore di Catania fosse lo Sceriffo di una cittadina del far west al quale gli stranieri devono riuscire a motivare la propria presenza. Ora, a parte ogni considerazione sul presunto maltrattamento, dove invece si parla di una persona che abita in condizioni precarie assieme al proprio animale e ci sarebbe piuttosto in merito da chiedersi quanto esiste un problema casa a Catania, ma ammessa e non concessa questa ipotesi non è assolutamente giustificata una misura addirittura di allontanamento da un luogo, che in teoria è prevista per soggetti con una alta pericolosità sociale.
Eravamo abituati all’arbitrio più smodato da parte delle questure, nell’epoca dei Minniti e della progressiva fascistizzazione dello stato, ma la Questura di Catania ha decisamente passato il segno.
M. si è rivolto allo sportello di Autodifesa Precaria del C.s.a. Officina Rebelde, che lo ha reso edotto dei propri diritti ed indirizzato verso dei tecnici che ben presto, certamente, smonteranno le accuse e porranno nel nulla questa assurda misura. Noi continueremo a vigilare, contro i fogli di via, i Daspo e la repressione! “.
Il
DASPO nei confronti di M. ha tutti i connotati di una sorta di vendetta
a freddo, con l’aggravante dell’accusa di maltrattamento ai cani.
Adesso, M. , per la questura, dovrebbe lasciare Catania. Un senzatetto,
ospitato provvisoriamente in casa di un amico, riceve un DASPO del
genere, e chi lo firma non si pone la domanda “dove andrà a stare?”. E’
solo una questione di “decoro pubblico”, come recita il decreto Minniti.
Intanto, a Catania non si contano più le denunce che ricevono le
compagne e i compagni da parte della polizia. Non c’è manifestazione che
non viene seguita da denunce, spesso supportate da accuse
incomprensibili.
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