Bergamo, un altro concerto di
Povia contestato dall'Anpi: "Sue dichiarazioni sono fasciste"
Il concerto
è fissato per il 28 ottobre (casualmente il 28 ottobre è anche la data della
marcia su Roma del 1922) al teatro Serassi di Villa d'Almè, ed è inserito nel
programma dell'iniziativa benefica "Arte Sport Solidarietà"
di PAOLO
BERIZZI
06 ottobre
2017
Ancora lui,
Povia. Un altro concerto contestato. Un'altra sezione dell'Anpi che chiede di
annullare l'esibizione del 45enne cantautore milanese, considerato vicino
all'ultradestra, noto per le sue posizioni xenofobe nei confronti degli
immigrati e che, in più di un'occasione, ha definito i i partigiani
"assassini". Dopo il caso di Trezzano
sul Naviglio - dove
l'artista avrebbe dovuto cantare il 23 settembre e dove l'amministrazione
comunale ha cancellato l'evento a causa delle proteste - il copione si ripete
in provincia di Bergamo.
Tra le date
del tour di Povia c'è quella del 28 ottobre al teatro Serassi di Villa d'Almè
(casualmente il 28 ottobre è anche la data della marcia su Roma - 28 ottobre
1922 - e della "marcia dei patrioti" organizzata nella capitale da
Forza Nuova). Il concerto è inserito nel programma dell'iniziativa
benefica "Arte Sport Solidarietà" (ideata anche per ricordare Yara
Gambirasio). Protestano l'Anpi provinciale di Bergamo e dei Colli di Bergamo:
"Povia - dicono in un comunicato - è un personaggio che si distingue da
tempo per i suoi comportamenti e le sue dichiarazioni razziste e negazioniste -
in una parola: fasciste - oltreché per il suo livore nei confronti della nostra
associazione.
Ci dispiace che tale sgradita presenza, nei luoghi dell'eroica Brigata Partigiana 'Val Brembo' comandata da don Antonio Milesi 'Dami', possa essere associata a enti e associazioni che si distinguono per la loro attività solidale e accogliente. Ricordiamo che le partigiane e i partigiani, che l'individuo in questione ha osato definire 'assassini', hanno dato la loro vita perché anch'egli godesse della libertà e della democrazia; tra loro ci sono anche Angelo Gotti e i dieci martiri di Petosino. All'odio dei più distratti - è l'appello dell'Anpi - rispondiamo con l'invito a leggere la Storia e a frequentare i libri; alla coscienza di tutti chiediamo di non abbassare la guardia di fronte a qualsiasi rigurgito nazifascista". E' da tempo che i testi delle canzoni e le esibizioni di Giuseppe Povia provocano polemiche. A luglio il cantautore - che non fa mistero di essere vicino a formazioni dell'estrema destra - ha affidato a Facebook il suo nuovo brano, titolo "Immigrazia". Dopo i gay e l'eutanasia l'artista si dedica ora, con la sua personale visione, al fenomeno migratorio.
"Un tempo i figli crescevano duri - canta Povia in una strofa - perché i genitori erano duri, oggi i figli crescono molli perché siamo tutti molli". E ancora: "Se non vuoi fare quel lavoro, lo fanno loro (gli immigrati, ndr). E mentre fissi il lampadario ti fregano il salario". Secondo Povia "c'è un disegno molto chiaro: il potere veterano, con la scusa del razzismo, vuole fare fuori l'italiano". Oltre che contro coloro che accolgono gli immigrati il cantante si è scagliato anche contro i partigiani definendoli "assassini". Tanto gli è bastato per rafforzare il suo ruolo di influencer su Fb e di paladino di quella galassia "nera" popolata da neofascisti, antivaccinisti, sentinelle in piedi, attivisti no-euro e nemici delle multinazionali e del complotto generico.
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