giovedì 5 ottobre 2017

pc 5 ottobre - FORMAZIONE OPERAIA - Rivoluzione d'ottobre: COSA ERANO I SOVIET - IL NUOVO POTERE DEL POPOLO

La Rivoluzione d'Ottobre permise di instaurare il nuovo potere dei proletari, dei contadini, di quelle masse che fino allora erano state sfruttate, affamate, usate come carne da cannoni nella guerra. 
La Rivoluzione d'Ottobre dimostra che questo è possibile, non è un'utopia. 
Come dimostra che il potere proletario con un "tratto di penna", da un giorno all'altro, può mettere fine a storiche ingiustizie, togliere ai padroni e dare ai lavoratori.
Le decisioni, i primi decreti del potere sovietico come sono attuali! Per esempio: la diminuzione degli stipendi ai funzionari; il salario minimo garantito; il blocco dei prezzi; l'istituzione di tribunali popolari, ecc.
Questi "semplici" provvedimenti sembrano oggi impossibili perchè lo Stato, il governo è in mano a partiti, tutti, che fanno gli interessi della borghesia e di loro stessi; ma quanto sarebbero possibili se a decidere fossero anche in Italia gli organismi di lavoratori, delle masse popolari che con la rivoluzione, la guerra popolare - e non con le elezioni - rovesciano questo Stato e questi governi odiosi e costruiscono il loro potere, il potere socialista.

RIPORTIAMO QUANTO SUCCESSE IN RUSSIA NELLE SETTIMANE IMMEDIATAMENTE SUCCESSIVE ALLA RIVOLUZIONE D'OTTOBRE

Prima di quel grande ottobre del 1917 c'erano state centinaia e centinaia di rivoluzioni nel mondo, ma sempre si erano concluse con una sostituzione della forma di dominio della minoranza con un'altra che ancora vedeva il dominio di una minoranza. Il popolo russo diede all'umanità la prima forma di potere statale in cui la maggioranza, cioè il popolo, esercita il suo dominio sulla minoranza sfruttatrice.

Fu una forma di potere completamente nuova, concepita dalle masse nel corso di quindici anni di lotta rivoluzionaria ed elevata dal partito a livello di teoria dell'organizzazione statale del proletariato.
La mente e il cuore dei lavoratori di tutto il mondo si aprirono all'idea dei Soviet, di cui immediatamente, per istinto di classe prima ancora che per ragionamento, capivano l'enorme forza liberatrice.
La parola d'ordine "Viva i Soviet" risuonava in tutte le piazze d'Europa.

Subito dopo la vittoria dell'insurrezione, il Partito bolscevico si impegnò in una lotta dura ed eroica per distruggere il vecchio apparato statale borghese per instaurare uno completamente nuovo, attraverso il quale le masse popolari potessero partecipare effettivamente in prima persona all'esercizio del potere.

L'apparato statale della borghesia può servire soltanto alla borghesia. E' una macchina al servizio degli interessi di un pugno di padroni e dei ricchi, contro la maggioranza della popolazione, e per questo la sua funzione e forza principale è costituita dall'apparato militare, dalle forze della repressione verso le masse; nello stesso tempo è una macchina burocratica così complicata ed inefficace, di cui non solo i lavoratori non potrebbero impadronirsi, ma neppure riuscirebbero mai ad usarla. Questa macchina è reazionaria non soltanto per gli uomini corrotti che ne fanno parte ma anche per la sua forma.
Come indicava Lenin, i proletari e i contadini poveri dovevano distruggerla dalle fondamenta e soppiantarla con la loro.
Potere legislativo e potere esecutivo furono uniti e fu creato alla testa di tutto lo Stato un Consiglio di Commissari del popolo. In ogni fabbrica e in ogni unità di produzione venivano eletti i Soviet, gli organismi del nuovo potere, formati da lavoratori d'avanguardia amati e stimati dai loro compagni. I diversi Soviet delle unità produttive si unificavano, a livello di quartiere, di città, di provincia, in Soviet di grado superiore, fino al Soviet supremo degli operai e dei contadini di tutta la Russia.

Nacque così un apparato statale formato integralmente da operai e contadini, le cui istanze motrici stavano nelle fabbriche e nelle cooperative di contadini poveri. Lo stati dei Soviet si occupava di tutto: dalla politica internazionale, all'amministrazione corrente della produzione, all'applicazione della giustizia popolare. Univa tutte le differenti branche della sua attività alla luce di un unico principio: dichiarare guerra all'oppressione dell'uomo sull'uomo in tutti i campi.
Questo fu il più grande "miracolo" compiuto dal popolo russo.

Il 18 novembre Lenin, a nome del Consiglio dei Commissari diramò un messaggio alla popolazione, in cui tra l'altro diceva: "Ricordatevi che oggi siete voi che amministrate lo Stato. nessuno vi aiuterà se voi stessi non vi riunite e non prendete nelle vostre mani tutti gli affari pubblici. I vostri Soviet sono ormai degli organismi del potere dello Stato, organismi legittimi e decisivi". 

Una grande schiera di "governanti" operai e contadini rispose entusiasta all'appello. Il Soviet di Pietroburgo, il 27 novembre emanò questa risoluzione:
1 - Bisogna rompere risolutamente e senza indugi con questo pregiudizio borghese imputridito che solo i funzionari borghesi possono governare lo Stato.
2 - I Soviet di quartiere e città saranno immediatamente divisi in sezioni, ciascuna delle quali prenderà immediatamente parte attiva a questa e a quella branca dell'amministrazione dello Stato.
3 - Per ciascuna di queste sezioni si farà appello alle fabbriche e nei reggimenti, ai compagni più coscienti e più capaci di dedicarsi a un lavoro organizzativo.
Ogni operaio e ogni soldato cosciente capiscono che solamente l'iniziativa, l'energia, l'entusiasmo dei lavoratori possono consolidare la vittoria della rivoluzione sociale cominciata.
Ogni gruppo di operai e di soldati porti alla luce le forze di direzione nascoste nel popolo e soffocate fino ad ora dal giogo del capitale e della miseria".

Fu da questa tribuna di "ministri" operai e contadini che vennero i primi decreti della Repubblica Sovietica.
Primo: la pace immediata, con una dichiarazione di fratellanza verso tutti i popoli del mondo, con la pubblicazione di tutti i trattati segreti firmati dai governi imperialisti con lo zar.
Diceva il compagno Markin responsabile della pubblicazione di questi trattati: "I lavoratori di tutto il mondo devono sapere come, alle loro spalle, i diplomatici seduti nei loro uffici trafficavano con la loro vita. Come, con un tratto di penna, gli imperialisti si appropriavano di intere regioni e inondavano di sangue umano i campi di battaglia. Ogni documento è un'arma contro la borghesia, arma affilata e potente come mai". 

Poi: la nazionalizzazione di tutte le banche; la direzione delle industrie nelle mani dei Soviet d'officine; la confisca delle terre dei latifondisti; il diritto all'autodeterminazione delle diverse nazioni di cui si componeva la grande Russia; la guerra contro l'analfabetismo; la diminuzione degli stipendi ai funzionari e ai tecnici superiori; il salario minimo garantito; il blocco dei prezzi; l'istituzione di tribunali popolari.

Nacque in Italia una canzone diventata famosa: "e noi faremo come la Russia". E un'altra: "Dei Soviet stringiamo la mano, l'Italia farem socialista".

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