Nel PD alberga un senatore che
all’anagrafe è conosciuto come Stefano Esposito: nato a Moncalieri (To) il 18
giugno 1969, risiede a Torino nel quartiere di Pozzo Strada.
Non è la prima volta che ci occupiamo delle
vicende che riguardano questo assai poco “signore”, espressione del peggio della
politica piemontese e nazionale: quella che pretende di avere ragione soltanto
perché ha il potere in mano.
Se fosse una persona seria, eviterebbe di
abbaiare ad ogni pie’ sospinto contro i “facinorosi” dei centri sociali, in
particolare quelli del da lui odiatissimo Centro Sociale Askatasuna di corso Regina Margherita
47, e guarderebbe per primo in casa propria.
Basta scorrere il suo curriculum vitae pubblicato
sulla pagina a lui dedicata su Wikipedia per rendersi conto di che razza di
personaggio sia colui del quale stiamo parlando: un politicante della peggiore
specie, sempre pronto ad andare in soccorso del vincitore.
Nel corso della sua carriera politica, egli
affianca via via tutto il peggio della socialdemocrazia pidiessina prima,
diessina poi, e sedicente democratica attualmente: da Veltroni a Renzi, passando per Ignazio Marino.
Ossia, rispettivamente: l’agente della Cia Icare,
al quale va la maggiore responsabilità nell’autoaffondamento del partito
revisionista; il Fiorentino, al quale si deve la morte di qualunque
ipotesi di riformismo borghese; il sindaco capitolino – della cui Giunta
l’Esposito era stato chiamato a far parte, in veste di assessore ai Trasporti –
destituito a seguito delle vicende legate a Mafia capitale.
Con un ruolino politico di questo lignaggio, il
“signorino” non dovrebbe permettersi neppure di aprire bocca, figuriamoci di
sbraitare – lo fa in un’intervista rilasciata a Diego Longhin del quotidiano
la Repubblica e da questi pubblicata lo scorso venti settembre
sull’edizione telematica – contro il presunto «teppismo politico legato ad
Askatasuna».
Bosio (Al), 04 ottobre 2017
Stefano Ghio - Proletari Comunisti
Alessandria/Genova
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