Migranti, a Genova tasse come agli hotel per chi li accoglie
Copiata
l'idea del sindaco di Pontinvrea che voleva mandare gli stupratori a
casa della Boldrini. Nell’ordinanza del Comune anche l’obbligo di un
registro per i richiedenti asilo in arrivo.
Altro che striscioni e
barricate: il vero muro contro i migranti che il Comune di Genova sta
mettendo a punto si nasconde nelle pieghe di un semplice foglio di
carta. Oltre all'obbligo per le onlus di fornire l'elenco dei profughi
prima del loro arrivo nei centri, pena una sanzione, l'ultima trovata
dell'assessore alla sicurezza Stefano Garassino "per eliminare il
business dei migranti, che ci ha rotto
le palle", è un'altra ordinanza.
Scritta e già applicata dal sindaco leghista di un paesino da 800
abitanti, in provincia di Savona: Pontinvrea. È qui che il primo
cittadino, Matteo Camiciottoli – fresco di dimissioni dal ruolo di
coordinatore dei piccoli comuni in Anci per le frasi offensive scritte
su Facebook contro la presidente della Camera.
Aveva dichiarato
Camiciottoli: "potremmo dare loro gli arresti domiciliari a casa della
Boldrini, magari le mettono il sorriso...". Da marzo ha "fatto
magicamente sparire tutte le cooperative", gongola. Sì, perché
l'ordinanza fa leva sulla facoltà delle amministrazioni locali di
imporre tributi: così, se un'abitazione viene affittata a una
cooperativa per ospitare i migranti, a Pontinvrea viene considerata una
struttura ricettiva. E dovrà pagare le tasse – Imu, ma anche Tari, e
Tarsi – come se fosse un albergo. Non solo: per ogni migrante, la
cooperativa deve corrispondere al comune 2,50 euro al giorno. Come
"contributo di solidarietà, visto che gravano sui costi di sicurezza e
welfare del paese", continua ancora Camiciottoli. Ebbene a Palazzo
Tursi, mentre la tensione per il caso dei 50 migranti nell'ex asilo
Govone a Multedo continua a montare, adesso prende piede la linea dura:
«È giusto che il Comune sappia chi sono questi profughi, quanti sono e
chi li gestisce – incalza Garassino – e prima che i giochi siano ormai
fatti»... La seconda ordinanza va a
intrecciarsi con quella annunciata alla festa della Lega. Genova prende
spunto in giro in cerca di soluzioni. «Faremo come a Palazzago", dice
Garassino riferendosi al Comune, anche questo leghista, in provincia di
Bergamo, che ha deciso di multare i proprietari di immobili che hanno
stipulato un contratto con la prefettura per ospitare i richiedenti
asilo: devono informare il Comune entro 48 ore, pena una multa che può
arrivare a 15 mila euro. «Vogliamo sapere chi ci mettiamo in casa –
tuona Garassino –, i contribuenti pagano 40 euro al giorno per i
migranti. Vogliamo sapere cosa fanno e dove vanno, perché li vedo in
giro a chiedere l'elemosina e non seguono nessun programma di
integrazione»...
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