martedì 3 maggio 2016

pc 3 maggio - Con i braccianti di Castelnuovo Scrivia in lotta! SCHIAVI MAI!

Coldiretti e Cia nascondono la testa sotto la sabbia per non vedere!

Con l’uscita del nostro comunicato stampa sul blitz di Ispettorato e Carabinieri avvenuto nei giorni scorsi in Bassa Valle Scrivia – solo l’ultimo in ordine di tempo – insieme ai lavoratori interessati, ci siamo attivati, con gli avvocati, per le relative denunce e per chiedere a sindacati e associazioni che si occupano di migranti un impegno ad aprire, tutti insieme, un confronto con la Prefettura di Alessandria per far riconoscere i permessi di soggiorno a questi lavoratori che hanno avuto il coraggio di uscire allo scoperto.
Tutto ciò in applicazione all’articolo 18 del Testo Unico sull’Immigrazione, come, del resto, già
avvenuto per i lavoratori irregolari della Lazzaro, quando, a seguito di denuncia, ben 13 lavoratori senza permesso hanno avuto il riconoscimento del permesso di soggiorno umanitario.
Siamo stati supportati in quest’opera da una buona copertura degli organi di stampa e vogliamo sperare che tutto ciò non cada nel dimenticatoio.

Cogliamo altresì l’occasione per stigmatizzare le dichiarazioni rilasciate a La Stampa mercoledì 27 aprile dalle associazioni padronali – Coldiretti e Cia – che, in buona sostanza, minimizzano i fatti e parlano di poche mele marce in un sistema agricolo fatto di onestà e correttezza.
Sappiamo benissimo – e lo sanno anche loro – che non è così:
oltre al lavoro “nero” e irregolare, nelle nostre campagne le paghe di fatto sono di circa la metà di quelle previste dai contratti di lavoro (non si superano i 5 euro all’ora, quando vengono pagate!), le ore di lavoro retribuite sono di molto… di molto inferiori a quelle lavorate (basta scorrere qualche busta paga!), con conseguente evasione contributiva e fiscale, per non parlare delle condizioni di lavoro e di sicurezza…
Ancor più gravi, se vogliamo, sono le dichiarazioni di un rappresentante della Cia, la Confederazione Agricoltori Italiani, quella “di sinistra”, per intenderci.
Il rappresentante di questa associazione datoriale parla di garanzie di qualità, di rispetto delle regole, di principi etici, tutte cose buone e sacrosante, ma i fatti dicono il contrario e sono in contraddizione – ad esempio -con i comportamenti tenuti in occasione della vicenda Lazzaro Mauro e Bruno, accusati di svariati reati penali (a proposito, a quando l’avvio del processo?) e di grave sfruttamento della manodopera.
In quell’occasione, la Cia, tramite un proprio rappresentante, Paolo Viarenghi, ha assistito l’azienda a tutti i tavoli istituzionali e, non ultimo, sempre Paolo Viarenghi, figura come presidente della società Castelfresco srl, azienda subentrata alla Lazzaro e di cui gli stessi Lazzaro risultano dipendenti (dopo aver prosciugato i conti in banca ed aver acceso un’ipoteca su terreni e fabbricati per 840 mila euro, di modo che oggi risultano nullatenenti!).

L’intera vicenda si commenta da sola.

Ma stiano pur tranquilli lor signori.
Noi non molliamo, soprattutto dopo le sentenze di 1° grado del Tribunale di Alessandria che ha rigettato le giuste istanze dei lavoratori immigrati della Lazzaro.
Andiamo avanti con i ricorsi in appello, con le denunce e le lotte contro lavoro nero e sfruttamento dei braccianti in Valle Scrivia.
Né denunce, né processi, né minacce agli attivisti possono zittirci.
SCHIAVI MAI!

Castelnuovo Scrivia, 29 aprile 2016-04-29

ANCORA LAVORO NERO NELLE CAMPAGNE DELLA VALLE SCRIVIA

Ancora lavoro nero, ancora schiavismo e sfruttamento nelle campagne.
Non al Sud, non in Calabria, non in Sicilia, ma nel ricco Piemonte, nell’alessandrino, in Bassa Valle Scrivia, a pochi chilometri da Milano.
Dopo le vicende, non ancora risolte, che hanno visto coinvolte le aziende dei Lazzaro, Mauro e Bruno, l’azienda agricola di Balduzzi Fiorenzo e Stefano di Isola Sant’Antonio, l’azienda di Angeleri Francesco di Guazzora – per citarne solo alcune balzate agli onori delle cronache – è stata scoperta un’altra situazione da brivido a seguito di un blitz dell’Ispettorato del Lavoro e dei Carabinieri.

In questo caso, si tratta di una “cooperativa” che occupa una quarantina di braccianti marocchini, una cooperativa di cui non si conosce neppure il nome, facente capo a tal Rachid El Farchiui di Castelnuovo Scrivia. Questi braccianti venivano impiegati, su richiesta dei padroni delle aziende agricole che ne facevano richiesta, nelle campagne dell’alessandrino e del pavese. L’ingaggio era “a chiamata”.
Mercoledì 20 aprile, sono stati convocati nelle caserme dei carabinieri di Castelnuovo Scrivia e di Sale, insieme al referente della cooperativa, anche i lavoratori, tutti in “nero” e senza permesso di soggiorno, trovati a lavorare – stavano piantando pomodori - in due cascine, a Gerbidi e a Piovera.

Il risultato è che oggi, i ragazzi immigrati sono senza lavoro, senza quella misera paga da supersfruttati che percepivano (quando la percepivano) e con il rischio concreto di essere rispediti in Marocco, mentre i padroni se la cavano con il fermo dell’attività per un giorno (forse!), una multa che qualcuno di loro paga, qualcun altro no, qualcuno si dichiara nullatenente. Le aziende continueranno a lavorare con nuovi migranti da sfruttare, continuando a rifornire gli scaffali della Grande Distribuzione!
Poi, tutto cadrà nel più assoluto silenzio. Qualche trafiletto sui giornali, poi il nulla.

Questo sistema omertoso deve finire Il Presidio sarà sempre presente al fianco di tutti coloro che si opporranno a questo sistema di grave sfruttamento in agricoltura e denunceranno le gravi irregolarità subite .….
Non abbasseremo mai la testa!

C’è una legge in Italia, spesso inapplicata, il Testo unico sull’immigrazione all’articolo 18, la quale prevede che, in caso di grave sfruttamento, il lavoratore immigrato ha diritto al permesso di soggiorno. E c’è pure un illustre precedente qui da noi, quello dei tredici braccianti irregolari e senza permesso di soggiorno dell’azienda Lazzaro Mauro e Bruno che hanno ottenuto tutti il permesso umanitario. Hanno così potuto lavorare, godere dei vantaggi della regolarizzazione e costruirsi un futuro in questo Paese.
Bene, la stessa cosa la vogliamo anche per i ragazzi che hanno avuto il coraggio ultimamente di denunciare lo sfruttamento nelle nostre campagne.
Nei prossimi giorni, apriremo con tutti i soggetti che si dichiarano disponibili, una vertenza ed un confronto con la Prefettura di Alessandria, confronto in cui porremo con forza questa rivendicazione: permesso di soggiorno subito per tutti i ragazzi sfruttati nelle campagne!
Continueremo le nostre lotte, (Cominciamo da questo – togliere) per il rispetto dei diritti di uomini e lavoratori, a partire dal salario spettante e mai corrisposto - o meglio - rubato!
DI SICURO NON CI FERMEREMO. SCHIAVI MAI, ZITTI MAI!

Castelnuovo Scrivia, 26 aprile 2016

Presidio permanente di Castelnuovo S.

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Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia

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