lunedì 2 maggio 2016

pc 2 maggio - Solidali con la Città del Sole - stralci di un testo di denuncia sulla situazione degli sgomberi

Che faccimmo, a chi figlie e a chi figliastre?!?...

In vista delle elezioni, per depotenziare e arruolare i collettivi che occupano spazi comunali, è stato garantito – a chi era disponibile quanto meno a non essere ostile – il non sgombero. In tal modo ci si è assicurato l’appoggio delle realtà più giovani, vivaci e contestatrici della città: è stata una mossa furba che, – oltre a incrementare l’aspettativa di bottino elettorale con la captazione del voto giovanile e a offrire di sé un’immagine “rivoluzionaria” – ha provato a creare un fronte di queste realtà annullando o depotenziando le loro differenze sostanziali di effettivamente occupanti (e, quindi,  a rischio) rispetto agli “abitanti” dell’ex Asilo Filangieri immessi nell’edificio, guidati, garantiti e protetti, fulcro di tutta l’operazione. Gli altri – tutti
gli altri e, soprattutto, gli inermi privati cittadini – potevano essere dati in pasto all’“attenzione” della Corte dei Conti. Di qui le vergognose ordinanze di sgombero.
Il ragionier Fucito, piuttosto che dare fumose assicurazioni e provare ad accollare ai suoi dirigenti la responsabilità del lavoro sporco degli sgomberi (ma non di tutti…) per gettare un po’ di fumo negli occhi alla Corte dei Conti e mantenersi immacolato agli occhi degli elettori, dovrebbe ricordare a chi lo tiene al guinzaglio che, qualche mese dopo l’insediamento, l’attuale giunta e l’allora assessore Lucarelli, in una pubblica manifestazione e nel “Manifesto per Napoli” lanciato con grande enfasi, si impegnarono a non effettuare mai sgomberi di immobili comunali occupati per finalità sociali o abitative.
E allora, poiché lui e il sindaco si ripresentano alle elezioni, se vogliono sperare d’esser creduti, ora e subito si prendano la responsabilità politica di revocare queste odiose ordinanze, dicano chiaramente che non si faranno discriminazioni né favoritismi e che confermano l’impegno a non sgomberare nessuno.
La questione del patrimonio immobiliare del Comune non è un problema contabile, ma politico.
Tant’è che – addirittura – l’ex Asilo Filangieri non soltanto non è stato “messo a reddito”, ma sono stati e saranno iscritti in bilancio oltre € 300.000,00 all’anno per quella che la giunta ha chiamato “messa a reddito civica”. La condizione degli altri spazi utilizzati a fini sociali e culturali non è diversa. Anzi: come all’ex Asilo non c’è un “reddito” per il Comune ma, in compenso, non c’è neppure un’onerosissima spesa a carico del bilancio comunale!
Ancora più grave è l’iniziativa di sgombero nei confronti di privati cittadini. Operazione vigliacca e ancora più odiosa perché si tratta il più delle volte di persone in gravi difficoltà economiche e/o anziane, estremamente vulnerabili. 
Anche in questi casi la questione è squisitamente politica perché è tutta interna alla grande questione abitativa della città.
Sindaco e assessore al Patrimonio pensano di risolvere il problema del bilancio comunale con questi metodi reazionari?!? La Corte dei Conti fa il suo mestiere di verifica contabile del bilancio e dei vuoti amministrativi e funzionali che ne determinano le deficienze: è compito della politica individuare le cause e i nodi di queste deficienze e trovare le soluzioni – non repressive – che risolvano il problema del bilancio nell’interesse non soltanto dei cittadini interessati, ma dell’intera collettività.
Altrimenti non ci sarebbe alcun bisogno di “politici”: basterebbero un po’ di ragionieri (vuoi come “assessori”, vuoi come burocrati) e un manipolo di “agguerriti" poliziotti…
In realtà la sciagurata iniziativa di queste ordinanze ha di nuovo posto brutalmente (e scioccamente, nel momento sbagliato) all’ordine del giorno la grande questione della finalizzazione e della gestione dell’immenso patrimonio immobiliare della città – non soltanto del Comune – che va affrontato concretamente, ben prima del voto amministrativo, senza promesse e chiacchiere elettoralistiche, con una reale e attiva partecipazione democratica di massa, di proposizione e di controllo, contro ogni dichiarazione demagogica e populista di facciata.

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