L'associazione
contramianto ha fatto venire alla luce casi di lavoratori dell'Arsenale
morti per aver lavorato a bordo di navi militari dove erano presenti amianto e radiazioni (vedi stralci di articolo sotto).
Oltre
questi micidiali pericoli a cui i lavoratori sono stati (e sono)
esposti, nonostante il fatto che fossero già considerati fuori legge,
intorno al 2007 una mega inchiesta portata avanti da un'ispettore del
lavoro di Taranto fece venire alla luce una realtà spaventosa sia per la
salute e la vita degli operai che ci lavoravano (e ci lavorano) sia per
la popolazione.
Tra
le altre cose fu scoperta la presenza di decine e decine di fusti in
stato deteriorato, tonnellate di sostanze altamente inquinanti,
tossiche, abbandonate, sversate sul terreno e nelle falde acquifere,
ecc.; per non parlare delle condizioni di totale insicurezza e mancanza
di un minimo di igiene sul lavoro, in cui operavano gli operai (i bagni -
meglio chiamarli gabinetti - gli spogliatoi ricordavano le baracche in
cui spesso sono costretti a vivere da schiavi gli immigrati). Il tutto
interno ad una situazione di "normale" illegalità, in cui si appaltavano
lavori il cui costo reale era di un tot di euro e che invece
risultavano alla fine di migliaia di euro - e su cui "mangiavano" tutti,
sia le Ditte che la Marina nei suoi alti gradi.
Ma
questa vasta inchiesta fu prima, in tutte le maniere ("legali" e
illegali), ostacolata, poi definitivamente bloccata d'imperio, da parte
dei vertici romani della Marina Militare, e a sua volta dall'allora
Direttore della Direzione del lavoro, con l'accordo/complicità
anche di Istituzioni locali, tra cui l'allora presidente della
Provincia, Florido.
Ma
anche i sindacati confederali fecero la loro sporca parte. Col ricatto
che a seguito di quella inchiesta alcune ditte potevano chiudere e i
lavoratori licenziati, fecero anch'essi pesanti pressioni perchè
l'indagine fosse fermata.
E anche ora sull'amianto e radiazioni non possono certo dire di non averlo saputo...
E' TEMPO, ALLORA, DI SCOPERCHIARE TUTTO!
DI RIPRENDERE ANCHE QUELL'INCHIESTA, E DI FARE ANCHE ALLA MARINA MILITARE UN MEGA PROCESSO.
(da Tarantosera) - "Amianto
e radiazioni all’interno dell’Arsenale Militare. Un mix
micidiale». E’
quanto sostiene Luciano Carleo, presidente di Contramianto e altri
rischi onlus in riferimento ad alcuni lavoratori che «furono esposti
a radiazioni e amianto lavorando sino agli anni Ottanta a bordo del
naviglio militare e nelle officine dell’Arsenale della Marina
Militare di Taranto
I casi non sarebbero unici essendo presenti
almeno altri sei morti nell’archivio di Contramianto «operai
elettronici Arsenale deceduti per mesotelioma e cancro polmonare
tutti esposti all’amianto ma anche a rischio di radiazioni
ionizzanti per aver lavorato con apparecchiature valvolari e radar
che emettevano radiazioni potenzialmente pericolose. Eppure gli
effetti cancerogeni delle radiazioni ionizzanti sono noti da oltre
novant’anni come il fatto che sono causa di forme tumorali
correlate.
Non
esiste un livello di esposizione alle radiazioni ionizzanti, come per
l’amianto, che per quanto basso possa definirsi senza alcun effetto
cancerogeno...
Intanto
salgono a 198 i casi di patologie asbesto correlate anche ad altri
rischi presenti in archivio Contramianto ed associate ad attività in
Marina militare».
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