Notte in piedi o in ginocchio?
22/04/2016
Il movimento delle occupazioni
delle piazze pubbliche, iniziato da Piazza della Repubblica a Parigi, si è
esteso in molte città in tutto il paese: il movimento si è inizialmente esteso
ad altre città oltre Parigi e poi diffuso in periferia in città come
Saint-Denis, Saint-Ouen e Aubervilliers. Nel quadro della mobilitazione contro
la legge sul lavoro, il movimento nuit debout ha diverse caratteristiche,
alcune contraddittorie. Cercheremo di vederne i diversi aspetti, considerando
che les Nuit Debout hanno diversi aspetti a seconda di dove sono.
La natura del movimento
In primo luogo, che tipo di
movimento è Nuit Debout? Il movimento è iniziato per iniziativa
di Lordon e François Ruffin con la parola d’ordine della convergenza
delle lotte contro la legge-lavoro. Ma, in verità, se
si chiede ai partecipanti, troviamo che non hanno tutti la stessa visione
del movimento. In sostanza, possiamo classificare due tendenze principali, che
si intersecano un po':
1. un movimento cittadino non di partito e sindacati, un movimento pacifista.
2. un movimento di massa,
complementare alle manifestazioni e che permette altre forme di
mobilitazione.
In questo contesto, alcuni lo
vedono solo come una tribuna per diffondere le proprie idee. Non dando un chiaro
obiettivo alle Nuit Debout, per alcuni sono solo un modo per esprimere i loro
capricci, sia i più scollegati dalla realtà o apertamente cospirativi. Altri
partecipano con entusiasmo in uno spazio in cui ci si trova semplicemente per
discutere e agire con persone che pensano a priori "come noi", che lo vedono
come uno spazio di speranza e di libertà.
La prima versione,
“cittadinista”, è quella che la BFM-TV ci serve 24 ore su 24 e che tutti i
presunti apolitici cercano di spadroneggiare un po’ dappertutto. Questa è la versione
alla quale si appoggia il governo e i partiti e le organizzazioni politiche
istituzionali per sostenere lo "slancio cittadino" e recuperarlo, facendo leva
sugli “utili idioti". Questa versione delle Nuit Debout serve ad isolare i
rivoluzionari e coloro che vogliono spingere la lotta un passo in avanti È su questo che si basa Cambadélis, primo
segretario del PS, quando dice che c’è bisogno di "CRS [poliziotti] Debout' che siano lì per garantire che le violenze non disturbino chi vuole discutere. "
Quindi, in questa visione, Nuid Debout diventa una tribuna grande dove ognuno è libero di esprimere
quello che vuole, da qui la critica di alcuni 'Nuit Debout' somiglia ad
una terapia di gruppo'. Lo scopo non sarebbe più la lotta,
ma la "vera democrazia". Con questo si dice che tutti, quali che siano le loro
idee politiche, sono i benvenuti e si dovrebbe rispettare una libertà di
espressione pressoché totale.
È ancora su questa visione si
appoggiano gli oratori della cospirazione che blaterano sulla loro lotta
antisemita contro il "Nuovo Ordine Mondiale", o anche i sostenitori di Etienne
Chouard, che vogliono a tutti i costi servirci la loro zuppa della "nuova
costituzione".
Soffermiamoci un po' su questi, perché è con questa frangia che
abbiamo avuto più problemi.
Molti esprimono la rivendicazione
di una "democrazia reale". Seguendo l'idea di Chouard o Mélenchon, dicono di
voler scrivere una nuova costituzione, più giusta, più democratica. Per loro la
fonte dei nostri problemi sarebbe la 5a Repubblica, la sua costituzione e le sue
leggi. Quando parliamo di lotta nelle assemblee, loro parlano di pacificazione e
di raggruppamento, soprattutto intorno ad questa ipotetica "costituzione". Essi
dovrebbero comprendere che un pezzo di carta diventa importante solo quando è
incarnata nella realtà. Le leggi borghesi sono importanti solo perché sono
incarnate dalla polizia, dai tribunali e dai giudici. Parlando di "cittadini",
si cancella la contraddizione principale della società capitalistica, vale a
dire, la contraddizione di classe. Il problema non è che la democrazia attuale è
"falsa", ma che è borghese, vale a dire, si tratta di uno strumento della
dittatura del capitale. A questa democrazia non si possono opporre carte, nuove
costituzioni o progetti di società ideali come hanno fatto i socialisti utopisti
nel 18° secolo. Di fronte alla democrazia borghese, si deve opporre l'organizzazione
del proletariato con al centro la classe operaia per lottare implacabilmente
contro il capitalismo.
Sulla base della loro negazione
della lotta di classe, ci viene detto che il movimento dovrebbe tendere la mano
ai poliziotti e lavorare con loro in modo che tutto vada bene. Allo stesso modo,
dopo un piccolo tocco di vernice critica ai media bisognerebbe assolutamente
rinunciare a qualsiasi azione che ci farebbe perdere di credibilità ai loro
occhi. E soprattutto si rischia di essere puniti perché non rispettiamo le
regole.
Questi negano perfino la
repressione della polizia (o peggio la favoriscono come quando alcuni
'responsabili' Nuit Debout a piazza della Repubblica hanno chiamato la
polizia lo scorso sabato sera) e gettano la colpa della repressione sugli
occupanti... per finire, nelle loro bocche ci sono piuttosto i 'rivoltosi, i
provocatori, gli elementi violenti' in breve, i "cattivi manifestanti". Questo
discorso porta gli organizzatori ad una sempre più stretta collaborazione con le
forze di polizia; di recente la Nuit Debout con
la polizia in seguito alle "violenze" delle notti precedenti, questo comunicato
è stato immediatamente ritrasmesso dall’account twitter della Nuit Debout
Occupy, Podemos, Syriza sono questi i
modelli?
Tra coloro che rifiutano che Nuit Debout sia un movimento apolitico, molti vorrebbero che si trattasse di
uno strumento per riunire la sinistra dalla base, al di fuori dei partiti e dei
sindacati. Si ispirano al movimento d’occupazione delle piazze che ha avuto
luogo in Spagna con gli indignati per esempio, ed evocano anche il movimento
Occupy degli Stati Uniti e per alcuni il raduno della "sinistra radicale" in
Grecia con Syriza.
Secondo loro, si tratterebbe di
esempi di riappropriazione della politica da parte della base e una alternativa
ai partiti tradizionali in rotta. Ma, se si analizza ciò che è accaduto in
Spagna o in Grecia, diventa subito chiaro che questi non sono modelli da
seguire. Questi sono sfociati nella creazione di un nuovo partito che propone
una socialdemocrazia radicale di fronte alla sconfitta della socialdemocrazia
tradizionale. Così tutti gli sforzi sono stati consacrati alla partecipazione
elettorale vendendo l'illusione che si possa trasformare il capitalismo
dall'interno. Abbiamo visto che Syriza in Grecia è stata incapace di opporsi
alle richieste delle borghesie europee.
Si arriva alla conclusione che
Marx aveva delineato in La guerra civile
in Francia scritto nel 1871 tornando sulla esperienza della Comune di
Parigi: il proletariato non può semplicemente prendere nelle sue mani la
macchina dello Stato e farla funzionare per i propri fini, ma deve distruggere
completamente lo stato borghese per stabilire la dittatura del proletariato. E
così le aspirazioni del proletariato possono concretizzarsi solo attraverso una
rivoluzione, una rivoluzione violenta e non una rivoluzione "cittadina" che, per
definizione, non è proletaria o di una "rivoluzione attraverso le urne."
Se il rifiuto e il disgusto dei
partiti politici istituzionalizzati è qualcosa del tutto legittimo, non è la
creazione di un nuovo partito elettorale eclettico la soluzione. La classe
operaia e tutto il proletariato hanno bisogno di un partito per farla la
rivoluzione, questo partito deve rappresentare i suoi interessi, deve difendere
una strategia rivoluzionaria e una linea politica chiara, deve essere basato
sull'ideologia del proletariato della nostra epoca, vale a dire, il
marxismo-leninismo-maoismo.
Nuit Debout può essere uno strumento
di lotta di classe contro la Loi-Travail - legge sul lavoro?
Se guardiamo alla composizione di Nuit Debout, soprattutto a Parigi, ci si rende conto che è soprattutto
la piccola borghesia così come gli studenti e le studentesse che si mobilitano.
La forma stessa Nuit Debout - notte in piedi - non consente una vera e propria
mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici. Dopo una lunga giornata di
lavoro, non c'è tempo di passare la notte in piedi, non c'è energia per
ascoltare discorsi di tutti i tipi per ore, per infine parlare circa tre minuti.
Questo vale soprattutto per Nuit Debout in piazza della Repubblica e si fa
sentire meno in periferia. Se guardiamo il movimento in periferia
si vede che essa ha mobilitato innanzi tutto il movimento delle associazioni e
parte del movimento sindacale, ma che fa fatica ad allargarsi, così spesso si
ricade nel cerchio di militanti già conosciuti e abituati a prendere la
parola.
Così, attraverso questo quadro
veloce, vediamo i limiti del movimento, ma Nuit Debout non
è solo questo. bisogna vedere anche gli aspetti positivi che devono essere
evidenziati e sostenuti. Al di fuori di una frangia che sembra non vivere nello
stesso nostro mondo, sicuramente perché non hanno mai messo piede in un cantiere
o una fabbrica, non hanno mai vissuto in un quartiere popolare, non hanno mai
accumulato lavori precari, non hanno mai sofferto la repressione della polizia,
non hanno mai visto i loro amici senza documenti rischiare l’espulsione, non ha
mai visto sfratti ... (è possibile?), insomma, che sembrano guardare il mondo
che li circonda attraverso occhiali del colore dell’arcobaleno, ci sono, però,
anche quelli che cercano di animare le notti in piedi di uno spirito
combattivo.
È questa frangia pensa anche
che le manifestazioni tranquille non ci permetteranno mai da sole di vincere
qualche tipo di battaglia. È da qui che sono emerse le azioni più interessanti
della notte in piedi, notoriamente le stazioni di polizia assediate da centinaia
di persone per liberare i compagni arrestati; la solidarietà con i migranti; la
solidarietà con i ferrovieri durante le occupazioni delle stazioni; ecc.
Ma dobbiamo vedere che
strategicamente, le notti in piedi sono inutili se
non permettono alla lotta di superare un ostacolo. Ciò che è decisivo è come la
classe operaia si mobilita in questa lotta, fino a che punto di scontro è pronta
ad arrivare. In altre parole, come avanza il movimento verso uno sciopero
generale con blocco e occupazione degli impianti di produzione, distribuzione e
comunicazione, sfidando frontalmente la borghesia. Questo è ciò che è
determinante nella lotta di classe. Le notti in piedi permetteranno questo? Non
è impossibile ma poco probabile allo stato attuale, ciò richiederebbe una
trasformazione radicale del movimento con un obiettivo chiaro.
È più realistico considerare
questo movimento per quello che è: un movimento la cui linea politica è
tutt'altro che chiara e la cui base sociale è divisa, soprattutto piccola
borghesia e poi una parte minore di proletariato, ma che può permettere ai
rivoluzionari di raggrupparli attorno ad essi; uno strumento che si aggiunge
alle manifestazioni, ma che non è di per sé sufficiente. Questo può essere fatto
solo conducendo la lotta ponendo una linea di demarcazione, staccandosi dalla
linea “cittadinista” che cerca di conciliare interessi inconciliabili. Abbiamo
bisogno di spiegare la dinamica della lotta di classe, gli interessi
inconciliabili che sono alla base della società e il ruolo dello Stato e di
tutta la sovrastruttura sorta dal capitalismo. Dobbiamo rigettare il processo
che dice che la scrittura di una nuova costituzione è più importante che
sviluppare la lotta. Dobbiamo mettere in atto azioni concrete. Dobbiamo dare un
chiaro obbiettivo al movimento: il ritiro della legge sul lavoro in un primo
momento. Non perché la legge sul lavoro sarebbe la fonte di tutti i nostri
problemi. Sappiamo tutti che quest'ultima è solo un’altra legge anti-operaia e
anti-popolare del governo dopo l'ANI (Accord National Interprofessionnel –
accordo sindacati/padroni sulla flessibilità…), il patto di responsabilità, la
legge Macron. La necessità di una lotta risoluta contro la legge sul lavoro
viene dal fatto che la nostra classe è incatenata dalle sconfitte dopo la
sconfitta contro la riforma delle pensioni: solo una vittoria ci può far andare
al di là dello stadio della difensiva per cercare di conquistare nuovi
obbiettivi. È solo così che possiamo riuscire a raggruppare anche quella parte di Nuit ebout che vuole far passare la lotta di classe ad un livello superiore,
attraverso la discussione e soprattutto l'azione, pur avendo in mente tutti i
limiti di questo tipo di movimento.
Nuit Debout ou à genoux ?
Le mouvement des occupations de places publiques, parti de République à Paris, s'est étendu dans de nombreuses villes à travers le territoire : le mouvement s'est dans un premier étendu à d'autres villes que Paris puis s'est étendu en banlieue dans des villes telles que Saint-Denis, Saint-Ouen ou Aubervilliers. Prenant place dans le cadre de la mobilisation contre la loi Travail, le mouvement Nuit Debout a plusieurs caractéristiques, dont certaines contradictoires. Nous allons essayer d'en voir les différents aspects tout en considérant que les Nuits Debout revêtent des aspects différents suivant les endroits où elles se tiennent.
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