E piangendo come sempre miseria
dice: "mai come oggi l'urgenza di soluzioni strutturali per il settore,
che da anni AlmavivA Contact rappresenta formalmente e responsabilmente in ogni
sede
competente, si dimostra una condizione inderogabile per garantire attività sostenibili e continuità occupazionale (?) in un mercato caratterizzato da regole certe e corretto contesto competitivo: in questa direzione, la società ribadisce la valutazione positiva e la forte aspettativa sul recente rilancio dell'azione di Governo in questo ambito".
competente, si dimostra una condizione inderogabile per garantire attività sostenibili e continuità occupazionale (?) in un mercato caratterizzato da regole certe e corretto contesto competitivo: in questa direzione, la società ribadisce la valutazione positiva e la forte aspettativa sul recente rilancio dell'azione di Governo in questo ambito".
Per rendersi un po’ più credibile
l’amministratore delegato dice che questo accordo comunque all’azienda sarebbe
costato pure un sacco di soldi! "Occorre chiarire che nel quadro di
possibile intesa che si era individuato con il sindacato, sulla base del
percorso condiviso con il governo - dice Andrea Antonelli, amministratore
delegato di Almaviva Contact - avevamo ufficialmente confermato, assumendo un onere aggiuntivo estremamente
rilevante, che nessuna delle
soluzioni indicate per il nuovo contratto di solidarietà avrebbe comportato
alcuna forma di peggioramento della posizione reddituale di ogni singolo
lavoratore, rispetto a quanto previsto dall'accordo attualmente in vigore”.
Adesso, in questi ultimi mesi di
possibile “trattativa” (30 giorni di confronto al ministero del Lavoro e dal 5
giugno l'azienda avrà altri 120 giorni di tempo per formalizzare i
licenziamenti) la palla passa all’azione delle lavoratrici e dei lavoratori.
A Palermo, le organizzazioni
sindacali, solo sotto la forte spinta dei lavoratori, hanno proclamato due ore
di sciopero per oggi (un’ora a inizio turno e un’ora a fine turno) e uno
sciopero per l’intero turno di domani con corteo in centro città… anche per
provare a fermare i passi concreti già
fatti dall’azienda (che non aspetta il risultato della “trattativa”) che vuole
spostare le attività dalla sede di via Marcellini a quella centrale di via
Cordova, fatti che i lavoratori percepiscono come tentativo di smantellare il
posto di lavoro.
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