Un Camarade en prison, développons la solidarité révolutionnaire !
05/03/2016in via di traduzione
Un compagno in carcere,
sviluppiamo la solidarietà rivoluzionaria!
05/03/2016
Rilanciamo il comunicato del CARA
a seguito della detenzione di un compagno a Clermont-Ferrand.
Il comunicato del CARA (Cellule
Antifasciste Révolutionnaire d’Auvergne):
"Antoine, un compagno lavoratore
sanitario di Vichy, militante del CARA e della CGT, è stato detenuto in custodia
cautelare dopo aver rifiutato di comparire immediatamente. Aveva partecipato
all'occupazione del Consiglio Comunale di Clermont-Ferrand venerdì 29 aprile.
Per questa azione, il sindaco Bianchi del PS ha chiamato la polizia che aveva
evacuato la stanza con manganelli, lacrimogeni e taser. Marc Fernandez, capo di
tutta della polizia di Puy de Dome, comandava le sue truppe. In prima linea
nella repressione, ha preso un colpo alla testa in mezzo alla folla. I
poliziotti allora si sono gettati sul nostro compagno e lo hanno arrestato.
Al processo, che si è tenuto
questo lunedì, 2 maggio, il nostro compagno ha rifiutato il processo per
direttissima. Ma il processo è politico. La giustizia vuole “costruire degli
esempi” con coloro che rifiutano di chinare il capo. Qualunque sia la sua
situazione o gli argomenti dell’avvocato, viene punito per il suo impegno
rivoluzionario. Egli è detenuto in custodia cautelare fino al processo, il 26
maggio prossimo.
Le violenze della polizia dello
scorso venerdì e la repressione che si accumula a Clermont (3 processi, il 10 e
il 23 maggio e il 7 giugno) mostrano che la giustizia non è cieca come ci vuole
far credere il mito repubblicano ma colpisce soprattutto i settori più poveri
della popolazione e i rivoluzionari. È la giustizia di classe: "riga dritto, a
testa bassa, e se ti agiti, sai cosa ti aspetta." Ma, come abbiamo detto più
volte e ripetuto, non ci lasceremo intimidire. Possono ben tentare di "costruire
degli esempi", non è questo ciò che farà cadere la nostra determinazione, al
contrario!
Facciamo appello per una
manifestazione questo sabato 7 maggio alle 14h, Piazza Delille,
Clermont-Ferrand.
Contro la repressione,
restituiamo colpo su colpo!
Libertà per Antoine! Fermiamo le
persecuzioni!
Riaffermiamo che la loro
repressione non fa che rafforzare la nostra determinazione nella nostra lotta.
Come abbiamo scritto: E’ importante analizzare la repressione, non come se
cadesse dal cielo, ma come logica stessa del funzionamento della società di
classe. La lotta contro la legge sul lavoro è l'espressione della lotta di
classe, la lotta tra due campi con interessi inconciliabili." Il fatto che i
rivoluzionari pagano il prezzo della loro lotta non fa che convalidare queste
righe.
Noi non stiamo combattendo per
migliorare il sistema, ma per costruirne uno nuovo, sulle ceneri dell’attuale.
Ciò comporta e comporterà necessariamente scontri violenti con i guardiani del
sistema attuale. Quando diciamo questo, non è che noi siamo violenti, siamo
semplicemente realistici. Ridurre il nostro combattimento a una lotta violenta,
significa non vedere ciò che è la lotta rivoluzionaria. Essa colpisce tutti gli
aspetti della vita e si sviluppa su tutti i terreni. La lotta rivoluzionaria, è
soprattutto lo sviluppo dell’attività rivoluzionaria delle masse. E si sa,
quando vengono prese iniziative, arriva la repressione. Ecco dove nasce la
violenza. Proviene dallo stato che cerca di proteggersi per preservare gli
interessi della classe dominante. La nostra violenza, al contrario, ha lo scopo
di liberarci dal giogo della società capitalista e di abbattere l'intero sistema
imperialista. La loro violenza ci costringe ad accettare di vivere una vita in
cui lavoriamo per pagare il 4 × 4 e la villa dei borghesi. La violenza
rivoluzionaria permette di creare le basi per una nuova società in cui la
maggioranza che oggi è sfruttata prende nelle il proprio destino comune. Il
lavoro che serve oggi per generare profitti per pochi privilegiati, domani
garantirà i bisogni del popolo. La nostra violenza ha per obbiettivo quello di
porre fine alla loro violenza, che va ben al di là della repressione della
polizia (carestie causate dalla speculazione, furto di terra, massacri di popoli
oppressi dalle loro guerre imperialiste, le morti nei cantieri e nelle
fabbriche, sgomberi di abitazioni, etc.).
È per questo che avanziamo sulla
via della guerra popolare, cioè la guerra della classe operaia e delle masse
popolari contro i nostri oppressori e sfruttatori. La Guerra Popolare è lo
scontro contro la borghesia su tutti i fronti: sociale, culturale, economico,
politico, militare, ... E’ la ripresa del potere di tutti e tutte coloro che
soffrono oggi. È la costruzione di una nuova società, passo dopo passo, sulla
via della rivoluzione.
È per questo che sappiamo, che il
nostro campo continuerà ad essere represso, imprigionato, manganellato etc.
Avanziamo sul cammino
rivoluzionario, avanziamo sulla via della guerra popolare!
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