venerdì 6 maggio 2016

pc 6 maggio - Fincantieri Palermo: siamo alle battute finali? Senza una ripresa forte della lotta degli operai…

Le forti lamentele degli operai dell’indotto e la stanchezza della lunga cassa integrazione dei pochi operai rimasti Fincantieri che abbiamo registrato in questi ultimi anni e anche durante l’ultimo incontro del 1° maggio davanti la fabbrica, ha costretto i sindacati confederali, che insieme ai dirigenti dell’azienda hanno portato a questo punto la situazione, ad “impegnarsi” almeno nell’organizzazione di un sit-in… davanti la prefettura! Quello che dicono questi sindacalisti (riportato dall’articolo sotto) rispecchia esattamente come sono fatti questi tipi, che dinanzi ad una situazione quasi disperata sembrano tutti cadere dalle nuvole, frasi come queste che sembra scoprano l’acqua calda: “Abbiamo appreso che al cantiere di Palermo sono saranno più assegnate costruzioni navali”, naturalmente “indignati” però.


Sono anni che non si costruisce più, sono anni che la “mission” per Palermo è cambiata, sono anni che non c’è alcun raccordo con gli altri stabilimenti per decidere una strategia comune e innanzi tutto una giusta distribuzione dei carichi di lavoro, sono anni che gli operai vivono di cassa integrazione e sopportano mille ricatti e soprusi…
La rabbia sta soprattutto nel fatto che la Fincantieri va a gonfie vele in questo momento con una montagna di navi da costruire e lavoro per tutti e per tanti anni e che quindi questa si dimostra come una mossa voluta dalla Fincantieri per tenere gli operai in una condizione di disperazione.
Come abbiamo detto parlando con gli operai il primo maggio, è chiaro che, visto il punto in cui siamo, o c’è un’azione forte, determinata e ben ragionata oppure si fa la fine di tante altre aziende che chiudono quasi in silenzio… anche qui bisogna rialzare la testa per riprendersi innanzi tutto la dignità!

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La protesta. Sit-in delle tute blu dell’indotto davanti alla prefettura, appello a Fincantieri: “Distribuzione del lavoro equa”. Il sindaco: “disimpegno incomprensibile”
Cantieri navali senza commessa
Gli operai: “Situazione drammatica”

Scoppia la protesta delle cooperative storiche dell’indotto Fincantieri. Ieri le tute blu delle coop Portisti, Picchettini e Spavesana su sono riunite in sit-in davanti alla prefettura per chiedere commesse di lavoro. E la Fiom Cgil punta il dito contro l’azienda: “Abbiamo appreso che al cantiere di Palermo sono saranno più assegnate costruzioni navali”. Dell’indotto Fincantieri fanno parte un migliaio di operai, oggi fermi perché non arrivano navi da sottoporre alle operazioni di carenaggio, saldatura, sabbiatura e pitturazione. Per 180 lavoratori la situazione è ancora più drammatica, perché non c’è nemmeno la possibilità di ricorrere agli ammortizzatori sociali.
“Per le cooperative sono finiti i carichi di lavoro perché il Cantiere Navale è completamente fermo – afferma Angela Biondi, segretario provinciale della Fiom Cgil – e la crisi si riversa sull’indotto. L’ultima piattaforma che ha fatto il suo ingresso per una riparazione sta svolgendo i lavori in proprio. L’armatore al porto paga l’affitto per l’ormeggio in banchina, la luce, il gas e l’acqua. Il Cantiere – continua Biondi – è usato ormai come un porticciolo turistico: Fincantieri ci ha tolto tutte e tre le mission produttive delle costruzioni, riparazione e trasformazione navale”.
Il sindacato ha chiesto l’intervento del prefetto. “Chiediamo a Fincantieri carichi di lavoro immediati e una più equa distribuzione dei lavori. L’indotto è raso al suolo. A seguire, per impedire lo smantellamento del Cantiere Navale, abbiamo chiesto un tavolo con Regione, Comune e Autorità portuale per avere chiara la situazione dei bacini di carenaggio. Il prefetto si è impegnato a farci avere una risposta”. In tutti gli altri cantieri italiani, scrive la Fiom, sono stati garantiti carichi di lavoro fino al 2025. A Palermo, dove si parla di una nuova richiesta di cassa integrazione, in cig a rotazione ci sono 130 operai al giorno.
“Abbiamo da tempo segnalato la necessità che Fincantieri cambi del tutto la propria politica sulla distribuzione delle commesse dicono il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore alle Attività produttive, Giovanna Marano -. Non è immaginabile né comprensibile che da parte di un’azienda a partecipazione statale vi sia una deliberata politica di disimpegno da uno specifico territorio, pur in presenza di commesse che potrebbero essere redistribuite fra più cantieri ed in presenza, nel Cantiere Navale di Palermo, professionalità e competenze di altissima specializzazione”.
GdS
5/5/16

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