mercoledì 4 maggio 2016

pc 4 maggio - "I fatti di Colonia" usati all'incontrario - La Germania riforma la legge sullo stupro: dire “No” non basta

Anche con la nuova norma, voluta dopo i fatti di Colonia, non basterà manifestare di opporsi al rapporto sessuale per far condannare l’aggressore.
Lettera aperta di un gruppo di associazioni alla Merkel: “No significa no”

BERLINO
È polemica in Germania sulla riforma della legge sui reati sessuali, allo studio dopo le aggressioni di Capodanno a Colonia. In base al testo che approderà  al Bundestag, anche in futuro non basterà il chiaro «no» pronunciato da una vittima di abusi sessuali per far condannare uno stupratore, denuncia un gruppo di associazioni riunite nell’iniziativa «No significa no».
Le aggressioni resteranno impunite anche se la persona che ha subito violenza ha manifestato la sua volontà contraria al rapporto sessuale e l’autore dello stupro non ha rispettato questo rifiuto, si legge
in una lettera aperta alla cancelliera Angela Merkel e ai deputati tedeschi firmata, oltre che da sigle come Terre des Femmes e dal comitato tedesco di Un Women,

Per la valutazione dell’accaduto rimane pertanto decisivo il comportamento della persona danneggiata e non del colpevole, continua la lettera. Ciò contraddice tra l’altro la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (la Convenzione di Istanbul), un testo non ancora ratificato dalla Germania, ricordano le associazioni. Le quali muovono anche una seconda critica, che suona tanto più pesante alla luce del dibattito seguito alle aggressioni di Colonia: anche nel nuovo testo i palpeggiamenti resteranno non punibili per legge.
In base al quadro giuridico attualmente in vigore in Germania, si parla di stupro se il colpevole costringe la vittima al rapporto sessuale con la violenza o con minacce oppure se sfrutta la condizione di vulnerabilità in cui si trova la sua vittima. Non è insomma sufficiente che quest’ultima abbia detto chiaramente di no. La donna o l’uomo che ha subito una violenza sessuale deve inoltre dimostrare di aver opposto resistenza, il che complica notevolmente la possibilità di giungere a una condanna del colpevole. 

Il testo di riforma elaborato dal ministro della Giustizia, il socialdemocratico Heiko Maas, prevede che in futuro sarà punibile anche chi sfrutta «una situazione in cui un’altra persona è incapace di opporsi» a causa della sua situazione fisica o psichica, oppure perché l’aggressione è compiuta «a sorpresa» o ancora perché teme per la propria incolumità nel caso in cui opponga resistenza.  «Un no chiaramente espresso – afferma Karin Nordmeyer, presidente del Comitato tedesco di Un Women - deve bastare per punire un o una colpevole».

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