Comité Anti‐Impérialiste – Francia
Ribelliamoci contro i crimini della polizia!
Prima di tutto, ringraziamo i compagni che organizzano questo meeting per
averci invitato, ma anche per averlo mantenuto, nonostante le difficoltà incontrate
a causa del difficile contesto.
Ribellarsi alla brutalità della polizia faccia è il minimo. È giusto
ribellarsi contro la repressione poliziesca e tutti crimini commessi in diverse
forme. Hanno tutti la stessa faccia di un capitalismo feroce che tenta di
imporre il suo ordine, di controllare e contrastare la crescita delle rivolte
dei giovani in generale, e dei “classi pericolose” in particolare.
La forma più comune è quello dell’irregimentazione quotidiana, controllo a
vista, vessazioni nei quartieri popolari, nei ghetti dei poveri, nelle
stazioni, contro tutte le “facce scure”, i sans-papier e i Rom.
Vessazioni che hanno provocato la morte di decine di giovani. È stato il
caso di Zyed Benna e Bouna Traore nel 2005, poi Moushin Sbhouli e Laramy
Samoura nel novembre 2007, di Akim Ajimi a Grasse, di Wissam a
Clermont-Ferrand, di Lamine Dieng ancora a Parigi. Per molti altri.
Crimini intrisi di razzismo quotidiano, legittimato di fatto dal sospetto
contro i soggetti presunti “pericolosi”. Le rivolte che ne seguirono nel 2005 e
nel 2007 furono marchiate come atti di barbarie, i ribelli incarcerati e abbandonati
al loro destino. Delazioni anonime sono state sufficienti per condanne
esemplari di oltre 10 anni, come per i fratelli Kamara.
La seconda forma è quella che attacca le lotte che non sono sotto il
controllo delle dirigenze sindacali, co-gestori del sistema. Nel silenzio
generale, la polizia e lo Stato borghese continuano a processare, caricare, accerchiare
e, a volte, imprigionare e uccidere. Questo è il caso di Rémy Fraisse e Ali El
Anziz uccisi nel 2011 dalle cosiddette”forze di sicurezza” nel territorio di Mayotte
mentre protestavano contro il carovita. Lo stato borghese attacca le lotte che
non controlla, ultimamente quella dei lavoratori di Air France, puniti per il
reato di “strappo di una camicia”…
L’ultima forma sono le misure “anti-terrorismo” adottate agitando in tutta
la Francia la paura dei “jihadisti”. Queste consentono di arrestare chiunque
sospettato di minacciare all’ordine costituito, senza passare per un procedimento
giudiziario. Possono interrogare chiunque sia sospettato, anche solo sostenere
una presunta organizzazione terroristica. Queste misure permettono di comminare
lunghe condanne ai rivoluzionari che osano affrontare l'ordine imperialista. È il
caso di Georges Ibrahim Abdallah.
Tutti questi crimini e misure repressive sono correlati. Mirano a gestire
la crisi generale del capitalismo e la crescita delle rivolte. Mirano a
schiacciare chiunque sfidi il sistema più criminale e disumano, il capitalismo.
L’imperialismo francese, che sta nella sua “guerra al terrorismo” sta usando
ogni mezzo contro-rivoluzionari a sua disposizione per evitare il suo
rovesciamento.
Basta impunità dei crimini di polizia!
Unità della gioventù di fronte alla repressione!
Costruiamo un collettivo contro la
repressione delle lotte della classe e per la liberazione dei rivoluzionari prigionieri!
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