Questa riforma vuole di fatto al
massimo accentrare il potere nelle mani del governo e del suo capo: senza il
senato si accelera l’approvazione delle leggi; si accentrano i poteri che prima
erano delle regioni, per cui il governo avrà mano libera sui settori più
importanti, come riporta tutto contento il Sole24Ore: “Tornano allo Stato
materie “core” per la tenuta e lo sviluppo del Paese: reti, infrastrutture, energia,
comunicazione e professioni.” E a scanso di equivoci c’è pure “la clausola di
supremazia”, proprio così!, che dice che lo Stato interviene anche quando una
materia non è di sua competenza ma se lo richiede l’“interesse nazionale”. Insomma
una legge per “rottamare” il vecchio modo di governare e mettere tutto l’apparato
istituzionale al completo servizio dei padroni.
La legge in questo momento è di
fatto incostituzionale perché votata da un parlamento illegittimo visto che i
suoi deputati sono stati eletti con una legge, il Porcellum, dichiarata incostituzionale,
appunto, senza dire del fatto che il promotore di questa riforma, l’attuale
capo del governo, Renzi, occupa una delle principali cariche dello Stato, a sua
volta, senza essere stato eletto! Ma Renzi di questo non si preoccupa, come si
sa, ha la foga dell’avventuriero in politica, per cui è costretto a lanciare
una sfida dietro l’altra a tutto e a tutti pur di restare al suo posto di comando.
Ma l’avventuriero vive di paure dato che teme che gli altri possano comportarsi
con lui come lui si è comportato con gli altri (vedi Letta stai sereno…), e
proprio per questo ad ogni passaggio che può comportare un pericolo gli serve
il “consenso” popolare; in questo senso il referendum lo intende come una sorta
di plebiscito sulla sua persona.
Il fiuto populista di Renzi gli
diceva di fare il referendum in concomitanza con le elezioni che si terranno a
giugno per diversi comuni e per questo si è battuto, ma questa mossa non gli è
riuscita per l’ostruzionismo di una parte dei senatori che non vorrebbero
lasciare la poltrona e il relativo stipendio… a proposito, a parte la
condivisione o meno del contenuto, molte leggi sono state approvate anche perché
tutti i deputati hanno paura della fine della legislatura e quindi del posto
fisso politico legato alla poltrona.
Il dubbio sul significato di
questo referendum ce lo spiega Scalfari con il suo sermone domenicale su La Repubblica,
quello stesso Scalfari che è stato tra i più accaniti sostenitori di Renzi e
che adesso esprime qualche ripensamento proprio sulla questione del cambiamento
della costituzione (e della legge elettorale) che porterebbe all’“uomo solo al
comando”, insomma ad una dittatura personale.
Scalfari dice che Renzi fa il
furbo perché con questo tipo di referendum non prevede il quorum del 50,1 degli
aventi diritto e quindi: “Basta che partecipino qualche centinaia di migliaia
su un elettorato di circa 40 milioni di cittadini, affinché sia valido. La mia
ipotesi di solo tre persone votanti, da me formulata domenica scorsa, è
ovviamente un'iperbole, ma se si verificasse, il referendum confermativo
avrebbe il suo effetto.” Quindi, continua “il referendum confermativo
dev'essere osteggiato da un contro referendum propositivo che chieda un quorum.
Oppure la maggioranza senza quorum può dire no bocciando il confermativo.” Ma oramai
il vecchio è diventato scettico: “Personalmente non credo che avverrà. Crescerà
l'astensione, questo è probabile, ed avremo
un Paese guidato da una premiership di minoranza. Coi tempi bui nei quali
viviamo può essere una soluzione, ma non
certo democratica e tanto meno di
sinistra. Andranno a votare gli elettori abbienti e le clientele dei vari
emirati.” E infine fa appello al presidente Mattarella di vigilare!!!
Per i proletari e le masse
popolari, Mattarella, Renzi, Scalfari… sono parte di quella borghesia che fanno
muro contro i loro bisogni, che non hanno nessuna possibilità di essere
affermati se non ci si lascia ingannare dai giochi della “democrazia” e se non
si impugna la lotta in maniera conseguente e fino in fondo su ogni mossa dell’avversario
di classe.
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