Franceschini ringrazia Quo vado? e si augura che la gente continui ad affollare i cinema, sperando che vedendo il film, ne beva il messaggio, che promuove Renzi davanti alle nuove generazioni scaricando sulla prima Repubblica, tutte le responsabilità e le conseguenze della società capovolta in cui, tra i beati che ci vivono e sguazzano felici, sono sempre di più quelli che vi sopravvivono da equilibristi, camminando sulla corda, o peggio.
Il messaggio di Quo vado? è: “Operai, giovani, precari, disoccupati, non lottate contro i padroni e il governo Renzi, è stata la prima Repubblica che vi ha rubato il presente ed il futuro. Tempo al tempo, vedrete che Renzi risolverà i vostri problemi, in cambio dovete solo stare buoni e votare per lui”.
Tale è la foga di lanciare il messaggio prima della campagna elettorale, che gli autori di Quo vado?, non si preoccupano di colmare il tempo intercorso tra la fine della prima Repubblica (17 febbraio 1992), e la nascita del governo Renzi.
Cosa è successo in tutti questi oltre vent’anni in cui la prima Repubblica era defunta?
Gli autori di Quo vado? non dicono che sono gli stessi partiti della prima Repubblica (con un altro nome) ad aver prodotto e traghettato nella seconda, tutti i politici e faccendieri che sono al governo con Renzi, compresi quelli che hanno fatto del sindacato lo zerbino dei padroni. Un sindacato che invece di opporsi alla feroce politica dei padroni, è stato complice dei traghettatori per gli oltre vent’anni trascorsi tra la prima e la seconda Repubblica, fino a incoronare Renzi al governo.
Ma dire questo nel film, sarebbe come dire che la seconda Repubblica non è altro che la continuazione (in peggio) della prima. Ed allora la trama del film andrebbe in merda: addio al messaggio filorenziano.
Saluti Bruno Casca
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