giovedì 14 gennaio 2016

pc 14 gennaio - I venti di guerra soffiano sempre più forti sul Mediterraneo e i padroni spingono il governo italiano a “sporcarsi le mani”, insomma a darsi da fare per non farsi soffiare il controllo sul petrolio e geostrategico della Libia…


I padroni italiani sono preoccupati, sì, ma non perché ci possa essere la guerra, al contrario, sono preoccupati se a questa guerra aperta e dispiegata “contro l’Isis” in Libia l’Italia non dovesse partecipare fino in fondo. Suggeriscono, infatti, al governo di “Sporcarsi le mani” come dice un articolo del Sole24Ore di ieri, 13 gennaio, prima che scatti l’intervento militare “franco-britannico-statunitense in Libia teso a fermare il rapido espandersi dello Stato Islamico.” 

Per chi ancora non l’avesse capito tutto gira attorno al controllo delle fonti di petrolio. “Sky Arabia” continua il giornale della Confindustria “ha riferito di piani per impedire che terminal e raffineria a Ras Lanuf, Brega e Sidra cadano nelle mani dei jihadisti” ma “del resto forze speciali francesi e britanniche vengono da tempo segnalate in quell’area. Domenica jet non indentificati anno distrutto un convoglio dell’Isis tra Sirte e Bin Jawad. Non è la prima volta che accadono episodi simili, non attribuibili per la precisione dei raid ai vecchi Mig di Tobruk o Tripoli. I sospetti cadono su Egitto e Stati Uniti, già protagonisti di diversi blitz in territorio libico, ma anche sui francesi specie dopo che è stata documentata la presenza di un’aerocisterna decollata da Marsiglia per rifornire velivoli sul Mediterraneo Centrale.

Chi sapeva di questa guerra già in corso? La cosiddetta opinione pubblica nazionale e internazionale era stata informata? No, anzi “Parigi ha negato i raid ma ha annunciato già due mesi or sono che i caccia della portaerei De Gaulle, in navigazione al largo della Siria, effettuano ricognizioni su Sirte. Missioni prolungate che richiedono il rifornimento dei tanker.” Gli imperialisti, quando possono, cercano di nascondere le loro atrocità. L’imperialismo francese ha in quelle zone dell’Africa interessi colossali, e per questo passa ai fatti, dice il giornale: “Del resto l’11 dicembre il premier Manuel Valls parlò della necessità di “schiacciare l’Isis anche in Libia” e poco dopo fonti militari rivelarono e Le Figaro che erano in preparazione “piani d’intervento per sradicare l’Isis in Libia”.


“Un’azione militare immediata pare considerata da tutti una priorità” riporta il quotidiano. Da tutti chi? Non certo dai popoli che subiscono l’imperialismo da decenni! 
E subito dopo lo scribacchino al servizio dei padroni rivela la vera preoccupazione: “ma il bellicismo di Parigi, Londra e Washington rischia di mettere in ombra il ruolo militare che l’Italia pretende di avere in Libia. Roma ha inviato a Misurata un cargo C-130 per evacuare e curare in Italia alcune delle reclute ferite a Zliten nell’attentato dell’Isis. Una “missione umanitaria””. E che ce ne facciamo delle “missioni umanitarie”, intende il pennivendolo, quando in ballo c’è il controllo delle materie prime e il “ruolo militare” dell’Italia? Infatti, aggiunge “ma il punto critico rimane l’indisponibilità del governo Renzi a partecipare ai raid aerei contro l’Isis. Nessuna delle diverse opzioni messe a punto dai vertici militari per l’intervento nella ex colonia è stato finora reso esecutivo ma è difficile credere che Roma possa ottenere il comando di un’operazione internazionale senza “sporcarsi le mani” nella guerra all’Isis.”

Il giornalista vuole far passare il governo Renzi come uno governo di missionari, mentre lo stesso Renzi, a nome dell’imperialismo italiano, si è vantato nei giorni scorsi del numero di uomini e mezzi dispiegati in mezzo mondo! facendo intendere che ogni imperialismo ha i suoi modi di agire, le sue strategie. Ma al giornalista questo proprio non piace e lo dice con franchezza criticando quella che lui chiama “L’opzione più gettonata” e cioè “che Roma si limiti a fornire istruttori per addestrare le reclute libiche e qualche unità militare per presidiare le sedi istituzionali del nuovo governo, quando e se riuscirà a insediarsi a Tripoli.” Stupidaggini, insomma, perché “Il rischio è quindi che si ripeta quanto accaduto nella guerra del 2011 in cui anglo-americani e francesi condussero la “loro guerra” perseguendo interessi nazionali decisamente ostili a quelli italiani. L’Italia potrebbe anche ottenere la guida di una missione addestrativa (che potrebbe tenersi addirittura in Tunisia dove i tedeschi sono pronti a schierare 150 istruttori) e di sicurezza nel centro di Tripoli ma si tratterebbe di operazioni marginali rispetto a quelle contro l’Isis."

No. Questo proprio il giornalista non lo sopporta, perché “Lasciare la guerra ai jihadisti in esclusiva ai nostri “alleati”, che in Libia hanno già dimostrato di non avere molto rispetto per gli interessi italiani, potrebbe rivelarsi un autogol perché una volta sconfitto l’Isis sarà più difficile per Roma sedere al tavolo dei vincitori dove si parlerà soprattutto di affari.” 

Guerra, morti, migrazioni di massa, sofferenze, distruzioni, umane ed ambientali, e che saranno mai… Affari, affari… Così parla un serio rappresentante dell’imperialismo italiano.

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