Per gli operai della Fincantieri
di Palermo l’anno è cominciato con un altro avviso di cassa integrazione per
altri mesi. La gravità di questa situazione è conosciuta benissimo da azienda
governo e sindacati; ne parlano nelle riunioni e nei comunicati, ma tutti insieme
non fanno proprio nulla per cambiarla
A Palermo c’è poi la barzelletta,
così la possiamo chiamare, della ristrutturazione dei bacini di carenaggio,
problema che dura oramai da così tanto che si è persa pure la memoria… in
questa ultima puntata “manca una firma”, come riporta un articolo del giornale
di Sicilia del 6 gennaio scorso, che metterebbe a rischio il bacino, e per la
quale “si aspetta ancora la riunione al ministero”
Il GdS ironizza pure, “Sulla
carta” dice “c’è la costruzione di un nuovo bacino di carenaggio da 80mila
tonnellate dentro il cantiere navale; il completamento dell’altro bacino,
quello da 150mila.” In realtà “però, passati tre anni, la nuova infrastruttura
rimane legata alla firma di un contratto di programma e, successivamente, a un progetto
di finanza, mentre la ristrutturazione del bacino più grande è ancora al primo
step dei lavori di ristrutturazione.
E che abbiamo detto più volte a
proposito dei sindacati? Sono “naturalmente” preoccupati e scrivono una nota
per chiedere notizie sul futuro del cantiere. “Che fine hanno fatto i fondi per realizzare
il nuovo bacino, che scadevano il 31 dicembre - evidenzia Francesco Foti,
segretario provinciale della Fiom Cgil – Continuiamo a chiederlo ma dalla
Regione la risposta non arriva”. E perché mai dovrebbe arrivare? Cosa fa di
serio la Fiom? Niente! Ma il giornalista a quanto pare ne sa più della Fiom
dato che afferma: “La verità è che i fondi ci sono, ma si aspetta ancora la riunione
al ministero allo Sviluppo Economico per la firma sul contratto di programma.
Senza quella, la partenza del progetto di finanza, cioè la ricerca di un
partner privato, non potrà mai esserci.” E perché mai serve un partner privato?
Serve solo a perdere altro tempo. Questo non lo chiede e non se lo chiede
nessuno
Il giornale continua riportando
la dichiarazione del direttore generale dell’l’assessorato regionale Attività
produttive, Alessandro Ferrara: “La giunta regionale ha definitivamente stabilito
la destinazione di oltre 43 milioni per la realizzazione del nuovo bacino galleggiante,
inoltre, il dipartimento all’economia e Finanza ha emesso un decreto,
destinando il vecchio capitolo di spesa per la ristrutturazione dei bacini,
circa 15 milioni, alla realizzazione della nuova infrastruttura”.
“Quindi i fondi ci sono.” Dice il
giornalista. “E il contratto? “È stato inviato al Mise e a Invitalia, che
insieme al Comune di Palermo, autorità portuale e Regione partecipa al tavolo –
conclude Ferrara – Aspettiamo la convocazione a Roma”.
Mentre “Intanto procedono lavori
sul bacino da 150mila tonnellate.” I problemi burocratici rendono tutto ancora
più difficile: “Abbiamo ottenuto le autorizzazioni ambientali per lo svuotamento
della vasca – conferma Vincenzo Cannatella, presidente dell’Autorità portuale –
La ditta incaricata sta andando avanti con i lavori”. Si tratta del primo passo
per la ristrutturazione completa del bacino. Il resto dovrebbe essere fatto con
i soldi dello Stato, con un progetto inserito tra quelli inviati alla
segreteria di presidenza del Consiglio dei ministri.” Dovrebbe, forse… Ma
ammesso che i lavori, nonostante tutto, vengano terminati, a cosa dovrebbero
servire i nuovi bacini di carenaggio visto che di produzione non se ne parla? Anzi!
E la Fincantieri non ha scuse visto
che in questi giorni va sbandierando un accordo nuovo di zecca non la Carnival
per la costruzione di 4 navi da crociera che saranno prodotte tutte a
Monfalcone e Marghera!!!
La Fiom, dice il giornalista, per
protesta non ha firmato la cassa integrazione e si lamenta dei politici che “da
noi sono venuti in tanti a fare passerella, con l’impegno di un intervento celere
per i bacini. Promessa che non ha avuto seguito.” E pure Landini dice la sua:
“di recente sono stati affidati in Romania dei lavori che avrebbe potuto
effettuare lo stabilimento di Palermo”. E bravo Landini! Anche la guerra tra
poveri propone. A parte il fatto che “lo stabilimento di Palermo” può “effettuare”
tutti i tipi di lavori e non solo quelli portati in Romania, Landini avrebbe
potuto citare anche gli operai degli Stati Uniti, della Norvegia… Ma d’altronde,
visto che non ha nessuna lotta da proporre…
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