mercoledì 13 gennaio 2016

pc 13 gennaio - Fincantieri Palermo: operai ancora in cassa integrazione e ristrutturazione dei bacini in pericolo...



Per gli operai della Fincantieri di Palermo l’anno è cominciato con un altro avviso di cassa integrazione per altri mesi. La gravità di questa situazione è conosciuta benissimo da azienda governo e sindacati; ne parlano nelle riunioni e nei comunicati, ma tutti insieme non fanno proprio nulla per cambiarla
A Palermo c’è poi la barzelletta, così la possiamo chiamare, della ristrutturazione dei bacini di carenaggio, problema che dura oramai da così tanto che si è persa pure la memoria… in questa ultima puntata “manca una firma”, come riporta un articolo del giornale di Sicilia del 6 gennaio scorso, che metterebbe a rischio il bacino, e per la quale “si aspetta ancora la riunione al ministero”

Il GdS ironizza pure, “Sulla carta” dice “c’è la costruzione di un nuovo bacino di carenaggio da 80mila tonnellate dentro il cantiere navale; il completamento dell’altro bacino, quello da 150mila.” In realtà “però, passati tre anni, la nuova infrastruttura rimane legata alla firma di un contratto di programma e, successivamente, a un progetto di finanza, mentre la ristrutturazione del bacino più grande è ancora al primo step dei lavori di ristrutturazione.

E che abbiamo detto più volte a proposito dei sindacati? Sono “naturalmente” preoccupati e scrivono una nota per chiedere notizie sul futuro del cantiere.  “Che fine hanno fatto i fondi per realizzare il nuovo bacino, che scadevano il 31 dicembre - evidenzia Francesco Foti, segretario provinciale della Fiom Cgil – Continuiamo a chiederlo ma dalla Regione la risposta non arriva”. E perché mai dovrebbe arrivare? Cosa fa di serio la Fiom? Niente! Ma il giornalista a quanto pare ne sa più della Fiom dato che afferma: “La verità è che i fondi ci sono, ma si aspetta ancora la riunione al ministero allo Sviluppo Economico per la firma sul contratto di programma. Senza quella, la partenza del progetto di finanza, cioè la ricerca di un partner privato, non potrà mai esserci.” E perché mai serve un partner privato? Serve solo a perdere altro tempo. Questo non lo chiede e non se lo chiede nessuno


Il giornale continua riportando la dichiarazione del direttore generale dell’l’assessorato regionale Attività produttive, Alessandro Ferrara: “La giunta regionale ha definitivamente stabilito la destinazione di oltre 43 milioni per la realizzazione del nuovo bacino galleggiante, inoltre, il dipartimento all’economia e Finanza ha emesso un decreto, destinando il vecchio capitolo di spesa per la ristrutturazione dei bacini, circa 15 milioni, alla realizzazione della nuova infrastruttura”.
“Quindi i fondi ci sono.” Dice il giornalista. “E il contratto? “È stato inviato al Mise e a Invitalia, che insieme al Comune di Palermo, autorità portuale e Regione partecipa al tavolo – conclude Ferrara – Aspettiamo la convocazione a Roma”.

Mentre “Intanto procedono lavori sul bacino da 150mila tonnellate.” I problemi burocratici rendono tutto ancora più difficile: “Abbiamo ottenuto le autorizzazioni ambientali per lo svuotamento della vasca – conferma Vincenzo Cannatella, presidente dell’Autorità portuale – La ditta incaricata sta andando avanti con i lavori”. Si tratta del primo passo per la ristrutturazione completa del bacino. Il resto dovrebbe essere fatto con i soldi dello Stato, con un progetto inserito tra quelli inviati alla segreteria di presidenza del Consiglio dei ministri.” Dovrebbe, forse… Ma ammesso che i lavori, nonostante tutto, vengano terminati, a cosa dovrebbero servire i nuovi bacini di carenaggio visto che di produzione non se ne parla? Anzi!

E la Fincantieri non ha scuse visto che in questi giorni va sbandierando un accordo nuovo di zecca non la Carnival per la costruzione di 4 navi da crociera che saranno prodotte tutte a Monfalcone e Marghera!!!

La Fiom, dice il giornalista, per protesta non ha firmato la cassa integrazione e si lamenta dei politici che “da noi sono venuti in tanti a fare passerella, con l’impegno di un intervento celere per i bacini. Promessa che non ha avuto seguito.” E pure Landini dice la sua: “di recente sono stati affidati in Romania dei lavori che avrebbe potuto effettuare lo stabilimento di Palermo”. E bravo Landini! Anche la guerra tra poveri propone. A parte il fatto che “lo stabilimento di Palermo” può “effettuare” tutti i tipi di lavori e non solo quelli portati in Romania, Landini avrebbe potuto citare anche gli operai degli Stati Uniti, della Norvegia… Ma d’altronde, visto che non ha nessuna lotta da proporre…

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