venerdì 10 ottobre 2014

pc 10 ottobre - LA NATO DIETRO IL PIANO ERDOGAN

La vera paura di Usa e Turchia, il loro vero "nemico" sono i combattenti kurdi. L'Isis fa comodo per mascherare un intervento militare che è in realtà per mettere le mani sulla Siria e riprendere il controllo dell'Iraq.

(By Manlio Dinucci)

Erdogan OTAN
Si è formato «underground» negli ultimi due anni, approfittando del  «caos della guerra civile in Siria»: così il presidente Obama ricostruisce in una intervista a 60 Minutes la genesi dell’Isis, dicendo di averlo «sottostimato» e di aver «sovrastimato» la capacità dell’esercito iracheno di combatterlo. Ragione per cui gli Stati uniti «riconoscono che la soluzione sta divenendo militare». Obama prende così due piccioni con una fava: da un lato si assume la falsa colpa di aver sottovalutato l’Isis, non quella reale di averne agevolato lo sviluppo armando e infiltrando gruppi islamici in Siria e Iraq, dall’altro presenta l’immagine di una amministrazione dalle mani pulite oggi costretta a ricorrere alla forza militare per proteggere dall’Isis i civili siriani, curdi e iracheni.

Gli attacchi Usa si concentrano sugli impianti petroliferi siriani, con la motivazione che sono sfruttati dall’Isis: il piano è sicuramente quello di demolire l’intera rete delle restanti industrie e infrastrutture siriane per far crollare il governo di Damasco...
Contemporaneamente,  mentre vengono armati e addestrati «gruppi ribelli siriani moderati», si sta preparando l’operazione di terra sotto il paravento del cosiddetto «piano Erdogan».
Il piano, ufficialmente proposto dal presidente turco, prevede la creazione di una «zona cuscinetto» in territorio siriano lungo il confine con la Turchia, rafforzata da una «no-fly zone» stabilita sulla Siria nord-orientale formalmente per proteggere i civili dagli attacchi degli aerei governativi siriani (che di fatto già oggi non possono sorvolare la zona, dominata dalla U.S. Air Force). Il piano è in realtà frutto della strategia Usa/Nato... La Turchia è l’avamposto dell’operazione militare contro la Siria.
Come documentano anche inchieste del New York Times e del Guardian, nelle province turche di Adana e Hatai, confinante con la Siria, la Cia ha aperto centri di formazione militare di combattenti da infiltrare in Siria, nei quali sono stati addestrati  gruppi islamici (prima bollati da Washington come terroristi) provenienti da Afghanistan, Bosnia, Cecenia, Libia e altri paesi...

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