A GENOVA UN PO' DI TREGUA DAL MALTEMPO: MA E' DESTINATA A NON DURARE
Questa mattina, sabato undici ottobre, la pioggia ha dato un po' di tregua alla città di Genova: alle ore 7:00 il cielo presentava ampi squarci di sereno, sebbene le nuvole persistessero; prova ne sia che intorno alle ore 9:00 è tornata la copertura nuvolosa totale dell'atmosfera.
Va segnalato che, se è pur vero che la zona maggiormente colpita è stata quella della val Bisagno - dove vi è stato anche un decesso a causa dell'alluvione - le criticità non riguardano soltanto questo pezzo della città.
Anche i dintorni delle due maggiori stazioni ferroviarie, Brignole e Piazza Principe, e persino i fabbricati interni alle stesse, sono state interessati dall'evento. E pure la val Polcevera, dove sono in atto i lavori di devastazione dell'ambiente per la costruzione dell'inutile Terzo Valico ferroviario dei
Giovi, ha subito danni: fiumi di fango e detriti si sono riversati dai cantieri di Trasta sino all'alveo del torrente, creando disagi alla circolazione veicolare oltre che danni ai terreni circostanti.
In giornata, mentre la popolazione - anche di diversi Comuni della provincia pesantemente colpiti, quali Montoggio, Casella, e Ronco Scrivia - è impegnata nella conta dei danni, è prevista la visita del prefetto Franco Gabrielli, il responsabile nazionale del dipartimento della Protezione Civile.
Al momento non è possibile accedere alle zone più colpite: vedrò di rimediare, con un'inchiesta sul campo, non appena mi sarà concesso.
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
E' un nuovo disastro non solo annunciato, ma preparato.
Non si tratta unicamente del mancato allarme alla popolazione che poteva limitare i danni, e su questo non convincono affatto le parole del governatore Burlano: "E' la prima volta che il nostro modello previsioni sbaglia... Quello che si è registrato ieri è un fenomeno mai visto che il nostro modello diprevisioni non è riuscito a interpretare (ma come?! si è verificato tre anni fa...);
ma si tratta del fatto che coscientemente non si sono fatte quelle opere che dovevano essere fatte dopol'alluvione del 2011 e per cui vi erano anche i fondi.
Il sindaco Marco Doria ora va all'attacco delle lungaggini burocratiche che hanno impedito la partenza delle grandi opere sul torrente Bisagno e sul suo affluente Fereggiano che sono straripati, dicendo che noi le abbiamo varate queste opere, ma sono bloccate dalla burocrazia e dai ricorsi...
E sempre ora, a disastro avvenuto e in corso, Renzi dice: "Siamo pronti a fare la nostra parte . Trovando le opportune soluzioni giuridiche... Adesso è il momento della responsabilità, ora è il momento delfango, è il momento di spalare... se il problema è la mancanza di strutture, di opere pubbliche perché c'è già il finanziamento ma ci sono i ricorsi al Tar, allora bisogna cambiare qualcosa anche a livello dinorme".
Ma che il problema fosse la "mancanza di strutture e di opere pubbliche" si sapeva da anni!
E non sarà ora qualche cambiamento di norme a far cambiare un problema che è strutturale inquesto sistema capitalistico, per cui interventi pubblici che sono fondamentali, che dovrebbero essere responsabilità diretta dei Comuni, Regioni, i quali dovrebbero direttamente fare le operein nome di uno Stato e delle sue leggi al servizio del profitto delle ditte private, vengono invece date in appalto, con tuttele code legali-burocratiche che bloccano i lavori.
GIUSTAMENTE STA MONTANDO LA RABBIA DEGLI ABITANTI DI GENOVA CONTRO QUESTI INFAMI RESPONSABILI, CHE ORA CON QUALCHE GIUSTIFICAZIONE E ANCORA PROMESSE DA "MARINAIO" VOGLIONO PLACARE CHI VEDE ANCORA UNA VOLTA PERDERE TUTTO.
«Non è questo il momento delle polemiche. La situazione è critica e tale rimarrà fino alle prime ore didomani. Quindi nessuna polemica ma massima operatività». Dice il previsore dell’Arpal Stefano Gallino. E quando sarebbe il "tempo delle polemiche"?! Quando passa l'emergenza e tutti si dimenticano degliabitanti di Genova, come è successo esattamente in questi tre anni?
Per non parlare della squallida ministro Pinotti che dice che "è a conoscenza delle sofferenze di Genova... Noi ci siamo", sottolineando che «la situazione è ben organizzata" (!). E il massimo del "noi ci siamo" è mandare il suo esercito...
In uno Stato minimamente democratico, i Doria, i Burlando, i Renzi, le Pinotti dovrebbero andare in galera, come assassini, come responsabili della distruzione di intere zone del paese.
Nessun commento:
Posta un commento