giovedì 9 ottobre 2014

pc 9 ottobre - Contratto FIAT, si riparte lunedì, ma il padrone parla chiaro: "Non ci saranno aumenti..."

Marchionne ed Elkann si preparano a festeggiare lunedì prossimo a New York il debutto alla Borsa di Wall Street “suonando" dice il Sole 24 ore di ieri, "a fine seduta, la simbolica campana di fine contrattazioni. Oltre alla seduta, la campanella chiuderà anche simbolicamente un ciclo per Fiat e per il suo timoniere."
Il quotidiano dei padroni ci ricorda che “In poco più di cinque anni l'azienda torinese si è trasformata in un gruppo globale integrato, con attività prevalentemente sul continente americano (Nord e Sudamerica pesano per oltre tre quarti delle vendite. Dal punto di vista legale, la sede olandese e il domicilio fiscale a Londra permettono risparmi fiscali ai soci ma soprattutto consentono all'azionista di maggioranza - la Exor della famiglia Agnelli - di rafforzare il controllo sulla società con il meccanismo dei diritti di voto doppi).” Insomma "l'azienda sta bene" il "timoniere" se ne può andare, nel 2018 come ha annunciato, e si può festeggiare!
Ma mentre loro festeggiano per gli operai “Non ci saranno aumenti generalizzati”. Questo, infatti, hanno detto il 1 ottobre scorso alla ripresa della trattativa per il rinnovo del contratto triennale dei circa 80.000 operai del gruppo in Italia, i responsabili della Fca-Cnh.
Nonostante i miliardi sbandierati, le scuse dell'azienda sono tipiche del padrone che piange miseria: "perché la situazione economica italiana è difficile, perché i mercati europei non rispondono, perché il gruppo è impegnato in investimenti consistenti per il rilancio degli stabilimenti italiani… perché tra deflazione, recessione, e un mercato dell'auto che resta asfittico…" bastava aggiungere “... c'era il funerale di mia madre, era crollata la casa, c'è stato un terremoto, una tremenda inondazione, le cavallette...” e ci avrebbero convinto come nella famosa scena dei Blues Brothers!
E non sarebbero solo queste le difficoltà, il giornalista ne trova altre: "Il tutto acuito dai problemi delle organizzazioni sindacali, delegittimate dalle scelte del governo, divise sui rapporti con la Fiat (la Fiom ieri non c'era), e alle prese con ricambi nella Cisl e con una grande confusione interna nell'Ugl…" (confusione? L'ex segretario è accusato di aver rubato 250 mila euro dalla cassa!)
Ma il sindacalista della Fim, Uliano, innanzi tutto rincuora il padrone comprendendone bene le ragioni e assicurandoci che gli investimenti li farà: “Non c'è dubbio che la situazione economica del Paese sia difficile" (e come al solito non è "interessato" a capire per chi, a causa di cosa e di chi) "si cercherà comunque di arrivare a rendere strutturale, nel prossimo contrato, l'aumento di 260 euro ottenuto a luglio come una tantum… Ma prima – aggiunge – dovremo rendere operativi alcuni aspetti delle parti normative già sottoscritte nell'accordo di luglio”.
Per il fido Uliano è chiaro che "prima" che il padrone gli faccia il piacere di rendere strutturale questa miseria concordata a luglio – altrimenti non si sa mai qualche operaio potrebbe decidere di strappare la tessera – deve aggiustare la parte normativa sugli orari per permettere al padrone di sfruttare ancora meglio la forza-lavoro.
"Il prossimo incontro si svolgerà il 13 ottobre, con la speranza di non protrarre troppo a lungo la trattativa." I padroni, si sa, hanno sempre una certa premura. E "Si ripartirà [infatti] dagli aspetti normativi, innanzi tutto per la parte relativa agli orari."

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