Marchionne
ed Elkann si preparano a festeggiare lunedì prossimo a New York il debutto alla
Borsa di Wall Street “suonando" dice il Sole 24 ore di ieri, "a fine
seduta, la simbolica campana di fine contrattazioni. Oltre alla seduta, la
campanella chiuderà anche simbolicamente un ciclo per Fiat e per il suo
timoniere."
Il
quotidiano dei padroni ci ricorda che “In poco più di cinque anni l'azienda
torinese si è trasformata in un gruppo globale integrato, con attività
prevalentemente sul continente americano (Nord e Sudamerica pesano per oltre
tre quarti delle vendite. Dal punto di vista legale, la sede olandese e il
domicilio fiscale a Londra permettono risparmi fiscali ai soci ma soprattutto
consentono all'azionista di maggioranza - la Exor della famiglia Agnelli - di
rafforzare il controllo sulla società con il meccanismo dei diritti di voto
doppi).” Insomma "l'azienda sta bene" il "timoniere" se ne
può andare, nel 2018 come ha annunciato, e si può festeggiare!
Ma
mentre loro festeggiano per gli operai “Non ci saranno aumenti generalizzati”.
Questo, infatti, hanno detto il 1 ottobre scorso alla ripresa della trattativa per
il rinnovo del contratto triennale dei circa 80.000 operai del gruppo in Italia,
i responsabili della Fca-Cnh.
Nonostante
i miliardi sbandierati, le scuse dell'azienda sono tipiche del padrone che
piange miseria: "perché la situazione economica italiana è difficile, perché
i mercati europei non rispondono, perché il gruppo è impegnato in investimenti consistenti
per il rilancio degli stabilimenti italiani… perché tra deflazione, recessione,
e un mercato dell'auto che resta asfittico…" bastava aggiungere “... c'era il funerale di mia madre, era crollata la casa, c'è
stato un terremoto, una tremenda inondazione, le cavallette...” e ci avrebbero
convinto come nella famosa scena dei Blues
Brothers!
E
non sarebbero solo queste le difficoltà, il giornalista ne trova altre: "Il
tutto acuito dai problemi delle organizzazioni sindacali, delegittimate dalle
scelte del governo, divise sui rapporti con la Fiat (la Fiom ieri non c'era), e
alle prese con ricambi nella Cisl e con una grande confusione interna nell'Ugl…"
(confusione? L'ex segretario è accusato di aver rubato 250 mila euro dalla
cassa!)
Ma
il sindacalista della Fim, Uliano, innanzi tutto rincuora il padrone
comprendendone bene le ragioni e assicurandoci che gli investimenti li farà: “Non
c'è dubbio che la situazione economica del Paese sia difficile" (e come al
solito non è "interessato" a capire per chi, a causa di cosa e di
chi) "si cercherà comunque di arrivare a rendere strutturale, nel prossimo
contrato, l'aumento di 260 euro ottenuto a luglio come una tantum… Ma prima –
aggiunge – dovremo rendere operativi alcuni aspetti delle parti normative già
sottoscritte nell'accordo di luglio”.
Per
il fido Uliano è chiaro che "prima" che il padrone gli faccia il
piacere di rendere strutturale questa miseria concordata a luglio – altrimenti
non si sa mai qualche operaio potrebbe decidere di strappare la tessera – deve
aggiustare la parte normativa sugli orari per permettere al padrone di sfruttare
ancora meglio la forza-lavoro.
"Il
prossimo incontro si svolgerà il 13 ottobre, con la speranza di non protrarre
troppo a lungo la trattativa." I padroni, si sa, hanno sempre una certa
premura. E "Si ripartirà [infatti] dagli aspetti normativi, innanzi tutto
per la parte relativa agli orari."
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