Ilva, il processo resta a Taranto: la Cassazione dice NO alle richieste di Riva e Governo
(dalla stampa) - I giudici respingono la
richiesta presentata anche dal commissario del governo per conto della
società: ci sono le condizioni per un giudizio "sereno ed equilibrato".
Il processo ai 52 imputati può riprendere: in aula il 16 ottobre
Nel corso dell'udienza, tenutasi questa mattina (ieri), dedicata alla trattazione del ricorso, dopo la relazione del giudice Margherita Cassano, che ha illustrato le dimensioni del caso Ilva, spiegando il coinvolgimento di un intero territorio provinciale il cui tessuto socio-economico è interconnesso alla vita dello stabilimento siderurgico, ha preso la parola il sostituto procuratore generale Enrico Delehaye, che ha chiesto di respingere la richiesta di trasferimento del procedimento penale da Taranto a Potenza.
Subito dopo hanno preso la parola i difensori di Riva Fire ed Ilva spa, Gli avvocati chiedevano alla Suprema corte di cambiare sede del procedimento, che attualmente è in fase di udienza preliminare dinanzi al gup di Taranto Vilma Gilli (sospesa in attesa del verdetto di Cassazione), per "legittimo sospetto". Secondo i legali, i magistrati tarantini potrebbero essere "turbati" nel trattare le vicende del siderurgico rischiando così da non essere imparziali e sereni nei loro giudizi.
L'udienza preliminare a carico dei 52 imputati riprenderà, quindi, il prossimo 16 ottobre a Taranto.
Questo processo a Riva e complici
deve essere un processo politico, al sistema padronale, alla legge del capitale che sempre realizza
i profitti sullo sfruttamento, e lì dove è necessario sull'uso a suo esclusivo vantaggio dell'ambiente,
sullo spazzare via ogni diritto, sia in termini di condizioni di lavoro sia di salute e sicurezza, che diventi
ostacolo alla sua esclusiva voracità; deve essere un processo al sistema politico, istituzionale che nella società borghese è per sua costituzione e programma generale al servizio del capitale, e di cui Taranto è un esempio chiaro.
Nel processo lo scontro con i Riva e i suoi complici istituzionali non deve essere delegato agli avvocati e ai magistrati, nè leggi, codicilli, più o meno abilità tecnico-legali, devono essere il centro o l'unica voce.
In questo processo deve emergere lo scontro vero con i Riva e i suoi complici, ma anche con il governo che anche sulla questione del trasferimento è stata dalla parte dei padroni. Deve emergere la guerra di classe in corso.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe di Taranto il 16 ottobre sarà dentro al processo, con la costituzione di "parte civile" di più di 100 operai Ilva, lavoratori cimiteriali, abitanti dei Tamburi e Paolo VI; e sarà fuori a manifestare.
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