"Sono
davvero disperato per quello che e' successo e mi porto dentro tutto
il dolore per la morte di Esposito Ciro". E' un passaggio della
lettera inviata da Daniele De Santis nei giorni scorsi ai pm della
procura di Roma. "Non volevo uccidere proprio nessuno, pero'
purtroppo alla fine un ragazzo e' morto", scrive De Santis.
"Voglio dire che e' vero, alla fine i colpi l'ho esplosi io ma
senza mirare. Ero pieno di sangue dappertutto. Mi stavano ammazzando
punto e basta".
Questo
lo leggevo in ANSA e cercavo di dirmi che non era vero, che era una
notizia inventata . . .non si può essere così cinici e falsi,
pensavo.
Era
tutto vero, l'ex ultrà romanista è abituato a microfoni e
telecamere, egli ha tante licenze e non ultima quella di uccidere.
Figlio di boss (a quanto sembra), nazista dichiarato, con tanto di
foto e di prove ma lo lasciano andare in giro . . . armato . . . e
allo stadio le sue decisioni contano più di quelle dell'arbitro.
ADESSO
Daniele
De Santis, accusato dell'omicidio di Ciro Esposito, sostiene che le
sue condizioni di salute non gli consentono di sostenere
l'interrogatorio
La
procura era pronta a interrogarlo il 9 ottobre per conoscere la sua
versione sulla rissa con sparatoria avvenuta il 3 maggio scorso in
viale Tor di Quinto alla vigilia della finale di Coppa Italia. E
invece Daniele De Santis, comunica via fax, di non avere, per il
momento, alcuna intenzione di rispondere alle loro domande perché
non è pronto
ad affrontare questo interrogatorio, non se
la sente... lo
ha scritto di suo pugno il
De Santis
attualmente ricoverato all'ospedale Belcolle di Viterbo per le
lesioni riportate a una gamba negli scontri di cinque mesi fa.
De Santis dice che le sue condizioni di salute non gli consentono di poter sostenere l'interrogatorio. Gli inquirenti sembrano intenzionati a recarsi a Viterbo, dove De Santis è ricoverato all'ospedale Belcolle, per interrogarlo ma l'imputato potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere.
Nel
corso della rissa, scoppiata nel pre partita della finale di Coppa
Italia del 3 maggio scorso, nella zona di viale Tor di Quinto, Ciro Esposito fu raggiunto da un colpo di arma da fuoco che lo uccise, sparato per
l'accusa da De Santis.
Questi
sono i fatti sotto gli occhi di chiunque apra un giornale qualunque e
legga . . . le riflessioni sulla vicenda ma soprattutto sulla
persona, sono invece quelle che contano.
E
QUELLE RIFLESSIONI BISOGNA FARLE – QUELLE DOMANDE BISOGNA PORSELE
Perchè
in uno stato “democratico” il figlio di un boss è libero di
camminare armato e di decidere il destino di altre persone, per non
parlare poi di quello che avviene negli spalti dello stadio e del
tributo che a quanto sembra gli è dovuto?
Perchè
uno studente che scende in piazza per manifestare il proprio diritto
allo studio viene manganellato?
Perchè
chi si oppone al MUOS o alla TAV è tacciato di terrorismo?
Perchè
i lavoratori che perdono il posto di lavoro non hanno diritto a
vivere una vita decente?
Perchè
le donne, in questo paese (in genere in una società come questa)
devono essere discriminate – uccise -violentate?
Perchè
a Genova si muore ancora di Alluvioni?
Perchè
i balconi del dopo terremoto all'aquila cadono?
LE
DOMANDE SONO MILLE MA LA RISPOSTA E' UNA SOLA – AVANZA IL MODERNO
FASCISMO!
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