venerdì 10 ottobre 2014

Pc 10 ottobre - Quando lo Stato protegge le belve. . . le belve escono dalla tana.

"Sono davvero disperato per quello che e' successo e mi porto dentro tutto il dolore per la morte di Esposito Ciro". E' un passaggio della lettera inviata da Daniele De Santis nei giorni scorsi ai pm della procura di Roma. "Non volevo uccidere proprio nessuno, pero' purtroppo alla fine un ragazzo e' morto", scrive De Santis. "Voglio dire che e' vero, alla fine i colpi l'ho esplosi io ma senza mirare. Ero pieno di sangue dappertutto. Mi stavano ammazzando punto e basta".

Questo lo leggevo in ANSA e cercavo di dirmi che non era vero, che era una notizia inventata . . .non si può essere così cinici e falsi, pensavo.


Era tutto vero, l'ex ultrà romanista è abituato a microfoni e telecamere, egli ha tante licenze e non ultima quella di uccidere. Figlio di boss (a quanto sembra), nazista dichiarato, con tanto di foto e di prove ma lo lasciano andare in giro . . . armato . . . e allo stadio le sue decisioni contano più di quelle dell'arbitro.

ADESSO

Daniele De Santis, accusato dell'omicidio di Ciro Esposito, sostiene che le sue condizioni di salute non gli consentono di sostenere l'interrogatorio

La procura era pronta a interrogarlo il 9 ottobre per conoscere la sua versione sulla rissa con sparatoria avvenuta il 3 maggio scorso in viale Tor di Quinto alla vigilia della finale di Coppa Italia. E invece Daniele De Santis, comunica via fax, di non avere, per il momento, alcuna intenzione di rispondere alle loro domande perché non è pronto ad affrontare questo interrogatorio, non se la sente... lo ha scritto di suo pugno  il De Santis attualmente ricoverato all'ospedale Belcolle di Viterbo per le lesioni riportate a una gamba negli scontri di cinque mesi fa.

De Santis dice che le sue condizioni di salute non gli consentono di poter sostenere l'interrogatorio. Gli inquirenti sembrano intenzionati a recarsi a Viterbo, dove De Santis è ricoverato all'ospedale Belcolle, per interrogarlo ma l'imputato potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere.
Nel corso della rissa, scoppiata nel pre partita della finale di Coppa Italia del 3 maggio scorso, nella zona di viale Tor di Quinto, Ciro Esposito fu raggiunto da un colpo di arma da fuoco che lo uccise, sparato per l'accusa da De Santis.

Questi sono i fatti sotto gli occhi di chiunque apra un giornale qualunque e legga . . . le riflessioni sulla vicenda ma soprattutto sulla persona, sono invece quelle che contano.

E QUELLE RIFLESSIONI BISOGNA FARLE – QUELLE DOMANDE BISOGNA PORSELE

Perchè in uno stato “democratico” il figlio di un boss è libero di camminare armato e di decidere il destino di altre persone, per non parlare poi di quello che avviene negli spalti dello stadio e del tributo che a quanto sembra gli è dovuto?
Perchè uno studente che scende in piazza per manifestare il proprio diritto allo studio viene manganellato?
Perchè chi si oppone al MUOS o alla TAV è tacciato di terrorismo?
Perchè i lavoratori che perdono il posto di lavoro non hanno diritto a vivere una vita decente?
Perchè le donne, in questo paese (in genere in una società come questa) devono essere discriminate – uccise -violentate?
Perchè a Genova si muore ancora di Alluvioni?
Perchè i balconi del dopo terremoto all'aquila cadono?

LE DOMANDE SONO MILLE MA LA RISPOSTA E' UNA SOLA – AVANZA IL MODERNO FASCISMO!

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