Uno dei ministri di Draghi, Cingolani, cui è stato affidato
questo incarico, viene descritto così dai Notav in un loro comunicato: “Quali
sono le sue idee di ‘green’, il ministro
l’ha poi chiarito subito coi fatti: autorizzazione di nuove trivelle,
apertura verso il ritorno del nucleare in Italia (nonostante l’ipotesi sia
stata chiusa da un movimento decennale e due referendum), allentamento dei
vincoli ambientali per i parchi foto-voltaici ed eolici, simpatia per gli
inceneritori, dichiarazioni contro il divieto della plastica mono-uso sono
solo alcune delle perle che ci ha regalato in appena qualche mese colui che
dovrebbe rappresentare le istanze ambientaliste in seno al governo ‘dei migliori’.”
Per quanto riguarda la “transizione ecologica” poi: “…si
poteva capire da subito. Già direttore del ben poco ecologico Laboratorio
Nazionale di Nanotecnologia (NNL), già capo dell’Istituto italiano di
tecnologia (IIT) – organismo incensato da tutti gli economisti neo-liberisti
italiani, opaco, stra-pagato con soldi pubblici ma con confindustria nel CDA –
poi Responsabile dell’innovazione per l’azienda di armamenti Leonardo è
infine approdato al ministero fortemente voluto dal M5S come garanzia per
entrare nel governo Draghi (addirittura Grillo si presentò con Cingolani ai
deputati per convincerli a votare la fiducia).”
Il “pupillo di Grillo” ha poi le idee chiare su chi deve
pagare il conto di questa “transizione”: “Anche su chi dovrebbe pagare il conto
della transizione verso un’economia verde il ministro non ha dubbi. Non
certo le multinazionali, che hanno accumulato profitti giganteschi devastando
il pianeta, ma i cittadini “ad esempio sulla bolletta elettrica”.
Sulla TAV ha poi sparato i fuochi d’artificio: “Il ministro
ha poi continuato con il grossolano mix di ignoranza e malafede che
caratterizza tutti i si tav col cerone verde dichiarando che il TAV servirà
a diminuire ‘il traffico privato e il piccolo trasporto’. Peccato che una
linea AV tra Torino e Lione è in servizio da 20 anni, e la già esigua riduzione
dei tempi annunciata in pompa magna dai promotori sfumerà definitivamente vista
la variante di progetto sulla quale si sta orientando la Francia. Quanto al ‘trasporto merci’ che il ministro
desidera mettere su rotaia, nessuno più di chi vive in Val di Susa sa quanto la
diminuzione del numero di camion sia importante. Peccato che una linea alta
capacità è già in esercizio, è stata rinnovata nel 2011 ed è usata a meno del
20% delle sue capacità vista la mancanza di volontà dello stato italiano di
usare incentivi fiscali adeguati per scoraggiare il trasporto su gomma che
andrebbero a intaccare i profitti dei soliti noti.”
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