Per i padroni i risultati sono buoni.
La Morselli ha dichiarato in un'intervista a Sole 24 ore: «Il primo semestre di quest’anno? «Ha segnato il ritorno, per la prima volta dopo tanto tempo, all’utile netto». E, senza nascondere la soddisfazione, spiega: «l’ex Ilva ha cancellato il rosso dai conti e, nonostante le difficoltà dell’emergenza sanitaria, segna un numero positivo all’ultima riga del conto economico, quello che finirà nel patrimonio netto». Quindi, conclude, «Missione compiuta».
E precisa: "Il punto di partenza era molto basso e devo ammettere che è stata dura ma ce l’abbiamo fatta: nel primo trimestre di quest’anno il gruppo ha guadagnato qualche milione al mese, che sono raddoppiati nel secondo trimestre. Il tutto senza debiti finanziari. Ripeto, senza debiti finanziari con nessuno, compreso le banche".
Per gli operai i risultati sono pessimi.
4ooo operai sono tutt'0ra in cassaintegrazione, per molti di loro questa cig dura da 2 anni; ed essendo stata sfruttata per la maggiorparte dei mesi la cig covid, gli operai hanno preso la miseria del 58% di reddito; mentre per l'azienda era ed è a costo zero;
gli operai rischiano continuamente la vita per i gravi incidenti che ci sono stati soprattutto in quest'anno, la maggiorparte dovuti alla mancanza di interventi di manutenzione straordinaria ma anche "ordinaria";
per gli operai il passaggio ad Acciaierie d'Italia con entrata dello Stato il prossimo futuro è fatto di esuberi nell'ordine di 4/5 mila di loro;
e per gli operai che lavorano, compresi i lavoratori delle Ditte d'appalto, c'è maggior sfruttamento, più flessibilità, meno sicurezza.
I buoni risultati dichiarati dalla Morselli sono il frutto di tutto questo.
Il capitale dichiara apertamente che la sua buona salute, i suoi utili si basano sul peggioramento della condizione lavorativa e salariale degli operai.
E dimostra che più risalgono i profitti padronali, più si impoverisce la vita degli operai.
Coloro che, come i sindacati confederali, illudono che la ripresa dei padroni è utile anche per gli operai e che quindi il "vero" obiettivo è la ripresa economica delle imprese, imbroglia apertamente e pesantemente.
Noi diciamo, invece, che gli operai se vogliono difendere lavoro, salario, sicurezza, salute devono sviluppare una lotta di classe, una guerra di classe.
E all'ArcelorMittal/Acciaierie d'Italia è il momento!
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