A Pomigliano come a Melfi. Il padrone Stellantis ha iniziato da giardinieri, addetti pulizie e addetti mensa ma l’obiettivo è sottomettere ancora di più noi operai. Il copione è lo stesso già adottato a Melfi: già circolano le prime voci.
“Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita”.
Appare così, come fu per Dante l’inferno, la neonata Stellantis davanti ai
nostri occhi. Per chi vive la fabbrica sa benissimo che il paragone con
l’inferno è più che appropriato, ma adesso, con la ditta di giardinaggio
licenziata e la vegetazione incolta come non mai, ci sta pure appropriato il
paragone con la “selva“.
Stessa sorte sta per toccare alla ditta di pulizie, la quale ha già annunciato
di avere degli esuberi e con l’aumento della cassa integrazione e la scomparsa
del WCM (l’organizzazione del lavoro negli
A noi di Stellantis non va meglio rispetto ai lavoratori della mensa, anzi. Ritmi alle stelle, così come i giorni di cassa integrazione sempre in aumento ed incertezza ormai quotidiana, considerando l’organizzazione dell’azienda che giorno per giorno ci avvisa se dobbiamo lavorare oppure no. La discriminazione degli RCL (lavoratori con ridotte capacità lavorative), chiamati a lavorare pochissimi giorni al mese, va avanti con la complicità dei sindacati. La sola Fiom, una decina di giorni fa, ha indetto un’assemblea con questi lavoratori e, tralasciando la modalità molto confusionaria e in stile segreto di stato, se ne è uscita con l’unica soluzione delle cause individuali e con la preparazione di un’iniziativa pubblica che chissà se vedremo mai. Intanto gli rcl continuano ad essere abbandonati a loro stessi.
Nel frattempo anche un accordo a Melfi che fa felici le sole sigle sindacali e non le maestranze (https://www.operaicontro.it/2021/06/28/stellantis-melfi-quello-che-e-veramente-scritto-nellaccordo/) e sulla scia di questo accordo che accompagna le scelte della Stellantis, temo per la sorte dello stabilimento di Pomigliano, cosa che spiegherebbe il silenzio del sindacato “rivoluzionario”.
Ciliegina da aggiungere sull’amara torta, il pensiero, anzi forse più di un pensiero, dell’azienda di tagliare la linea dove attualmente si produce la Panda, per trasferire tutto sulla linea nuova del capannone che stanno preparando per la produzione della Tonale. In questo modo, la superlinea, di cui sentiamo parlare a Melfi, diventerebbe realtà anche a Pomigliano e quel che resta della Panda andrebbe in produzione insieme, quindi sulla stessa linea, alla Tonale. Tutto questo disegno, è facile da comprendere a cosa porterà ed ahimè, temo che anche questa ipotesi venga accolta e festeggiata con entusiasmo dai sindacati.
In uno scenario infernale come questo, dove proprio come nell’inferno di Dante pare vigere il “lasciate ogni speranza, o voi che entrate”, o ci diamo una svegliata senza i bidelli dell’azienda, o sarà troppo tardi.
PILONE – Operaio Stellantis Pomigliano d’Arco
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