giovedì 8 luglio 2021

pc 8 luglio - Bonomi, presidente di Confindustria, presenta il suo "piano", vuole un altro Patto per l’Italia per “fare gruppo” come la nazionale di calcio… per fare meglio i profitti

I padroni, tanto più sono ricchi, tanto più piangono miseria. E chiedono sempre soldi. È una cosa meschina e vergognosa ma di cui loro non si vergognano affatto, e ogni giorno in incontri, riunioni, meeting, interviste, inaugurazioni… non si stancano di ripetere le stesse cose, fanno costantemente propaganda a favore della propria classe come in questo articolo pubblicato oggi sul loro giornale, il Sole 24 Ore, in cui Bonomi utilizza pure lo slancio “patriottico” che accompagna la nazionale di calcio.

“Bonomi: ‘Tutti insieme come la Nazionale per rilanciare il Paese’” titola infatti il quotidiano di Confindustria, serve “Gioco di squadra per tornare importanti nello scacchiere mondiale”.

Le parole di Bonomi, tra i più importanti “suggeritori” della politica del governo Draghi che del “gioco di squadra” con i padroni non può fare a meno, andrebbero commentate una per una, ma in questo caso ci limiteremo a sottolineare le frasi più significative.

“Ho sempre detto e ripetuto da quando sono presidente di Confindustria che serve un Patto per l’Italia. Partiti Istituzioni, imprese, sindacati, terzo settore, tutte le forze della società italiana devono mettere da parte le contrapposizioni identitarie e i veti incrociati che negli ultimi dieci anni si sono susseguiti.”

“Contrapposizioni identitarie” e “veti incrociati” sono frasi fatte e banalità ripetute fino alla noia da tutti i politici, e i padroni, per dire semplicemente che la classe operaia non deve lottare per i suoi interessi, che padroni e operai hanno gli stessi interessi.

“Dobbiamo lavorare tutti insieme, come ha dimostrato la Nazionale di calcio italiana. Lasciare da parte

l’individualità e lavorare come gruppo, se vogliamo costruire un’Italia migliore che stupisca il mondo”.

Qui addirittura bisogna “stupire il mondo”! E perché? In che senso?

“Le possibilità per ripartire ci sono tutte – dice Bonomi - ‘per tornare ad essere un paese importante nello scacchiere mondiale, dal punto di vista politico ed economico.”

L’Italia è un paese imperialista, e da questo punto di vista, è “importante”, anche se rispetto ad altri paesi imperialisti ha un Prodotto interno lordo inferiore. Ma questa “rivendicazione” di voler “tornare ad essere un paese importante”, che piace molto ai moderno-fascisti del nostro paese, è un modo di piangersi addosso per ricorrere ancora di più all’aiuto di stato!

Spingendo sull’entusiasmo, a questo punto Bonomi dice che “Stiamo vivendo un momento magico” ma subito dopo aggiunge che siamo in “momento drammatico”.

Tutte queste chiacchiere, come per esempio “dare risposta alle disuguaglianze: di genere, di territorio, di competenze e generazionale” che vogliono dire tutto e niente, finiscono sempre in un punto: I SOLDI! E sempre e soprattutto i SOLDI PUBBLICI!

“Se falliamo in questo obiettivo, falliremo non solo nella progettualità del Pnrr, ma anche nello scaricare a terra le risorse, nelle riforme…”.

“Nell’attuazione del Pnrr è fondamentale la partnership pubblico-privato: il Piano prevede una forchetta di crescita tra l’1,8 e il 3,6%, dovuta solamente agli interventi pubblici.”

Mentre quelli privati per Bonomi sono “potenziali”, va cauto, molto cauto Bonomi: ‘Il potenziale degli investimenti privati deve essere un fattore di crescita ulteriore, per creare più ricchezza e rispondere al problema del debito pubblico emergenziale”.

E infine si “allarga” prendendosi i meriti della crescita nel 2020: “La manifattura ha sostenuto la crescita nel 2020, ‘oggi c’è la prospettiva di una crescita oltre il 5%, quando l’abbiamo detto ci hanno guardato in modo esterrefatto, ora lo sostengono in molti’. La crescita esponenziale “sarà dettata dalla capacità di innestare nel sistema produttivo la grande trasformazione digitale. Il paese [cioè il capitalismo italiano, ndr] deve cogliere questa occasione”, ha sottolineato durante la presentazione del Rapporto di Anic-Assinform.

Ma il pubblico rimane fondamentale: “Sarà fondamentale la capacità della domanda pubblica di accompagnare e ripagare l’innovazione. Per anni abbiamo assistito ad una domanda pubblica che ha fatto del prezzo il suo punto di riferimento, [come se i padroni quando devono comprare non “fanno il prezzo”, solo per fare un esempio, quando acquistano i prodotti agricoli!, ndr] ma l’innovazione non si ripaga solo con il prezzo. In tutti i paesi occidentali è stata driver per accompagnare l’innovazione. Parliamo di 150 miliardi all’anno, ogni anno il nostro paese spende con la domanda pubblica quasi come un Recovery Plan”.

Ma, appunto, a Bonomi, in nome e per conto di tutti i padroni, questi 150 miliardi l’anno non bastano affatto!

Di fronte a queste pretese dei padroni, e a un vero scempio dell’intelligenza, alle operaie e agli operai, alle lavoratrici e ai lavoratori, innanzi tutto, tocca “fare gruppo”, fare propaganda quotidiana per la propria classe e ribaltare questo “patto” scellerato moderno fascista che avanza tra padroni, governo, partiti, sindacati confederali…

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