lunedì 5 luglio 2021

pc 5 luglio - Uno schifo assoluto che grida vendetta: la stupra in carcere e il caso è archiviato. Per il pm lo sbirro, in un'istituzione totale come il carcere sarebbe il "debole" e lei, la donna trans in un carcere maschile, il "soggetto difficile", l'aguzzina!


dal blog del MFPR

Ivrea, detenuta trans accusa agente di stupro. Il pm archivia: «colto in momento di debolezza»

A pochi giorni dello sconvolgente video che immortala le guardie penitenziarie del carcere di Santa Maria Capua Vetere umiliare e prendere a manganellate decine di detenuti, un altra accusa di abuso da parte di un agente arriva dalla Casa Circondariale di Ivrea, dove una detenuta trans lo ha querelato per una presunta violenza sessuale.

La donna sostiene di essere stata costretta a praticare dei rapporti orali in diverse occasioni: «Mi diceva che se non l’avessi fatto mi avrebbe rovinato, che mi avrebbe fatto perdere il lavoro o avrebbe fatto trasferire il mio compagno». Un altro detenuto che, quando lei si è confidata, parlandogli degli approcci dell’agente, l’ha lasciata.

La donna ha fornito date, dettagli, consegnato un pezzo di carta igienica con il

liquido seminale del poliziotto dopo che questo ha preteso da lei un rapporto orale. Il primo, seguito da altri, in quegli uffici della direzione che il sabato restano vuoti e che lei pulisce, come lavorante interna al carcere.

Sul liquido seminale così fornito la Scientifica della Questura ha trovato una corrispondenza genetica con la guardia, ma il pm ha chiesto l’archiviazione del processo, prendendo per buona la versione dell’agente, che dice di essere stato colto dalle sue avances in un momento di debolezza:

«Non vi è prova che lo sperma acquisito dalla parte offesa sia frutto di violenza sessuale ai suoi danni, perpetrata anche solo mediante abuso di autorità – si legge nella richiesta accolta dal gip – quanto invece che possa pervenire da quel rapporto sessuale che il querelante avrebbe praticato all’indagato cogliendolo di sorpresa in un momento di debolezza».

Le annotazioni di servizio, che avrebbero influito sulla decisione di archiviazione la descrivono come un soggetto difficile, tenuto sotto osservazione perché non si facesse del male da sé dopo che aveva messo in atto alcuni atti autolesionistici. Un soggetto borderline, insomma. E un caso che secondo la procura di Ivrea e il gip va chiuso qui senza ulteriori approfondimenti. Perché non è provato “con ragionevole certezza” che quei rapporti sessuali siano stati estorti con la violenza o abusando del ruolo che il poliziotto rivestiva. E a quanto pare continua a rivestire.

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