lunedì 5 luglio 2021

pc 5 luglio - Come Stato e istituzioni si organizzano per impedire le manifestazioni di lavoratori e cittadini in aperta violazione della costituzione

“A Cuneo ora bisogna pagare per manifestare in piazza”

Da due mesi a Cuneo le manifestazioni “politiche” sono diventate a pagamento e le procedure per chiedere un’autorizzazione al Comune sono ancora più complesse. Per questo domani (3 luglio) alle 15,30 i Radicali hanno organizzato un sit-in di protesta davanti al municipio.

Da maggio infatti eventi che in passato sono sempre stati gratuiti ora prevedono il pagamento di 32 euro (in marche da bollo, per la domanda e l’autorizzazione), oltre a una richiesta fatta almeno 15 giorni prima esclusivamente con posta elettronica certificata e Spid, l’identità digitale. Inoltre il nuovo regolamento comunale impedisce esplicitamente l’utilizzo di «impianti di amplificazione», come megafoni e casse.

Sul tema aveva presentato un’interrogazione nell’ultimo Consiglio comunale Nello Fierro, consigliere di Cuneo Beni Comuni: «Sembra un modo per limitare la partecipazione e l’azione democratica, per ridurre le richieste da parte di movimenti e partiti politici al di fuori del periodo elettorale». Nel dibattito erano stati critici anche i consiglieri Beppe Lauria per la minoranza («Con queste scelte giustificate le barzellette su Cuneo») e Carmelo Noto per la maggioranza («Anche a Trento, Padova o Milano hanno adottato lo stesso provvedimento, ma faccio fatica a comprenderlo»).

In Consiglio aveva risposto l’assessore alle attività produttive Luca Serale: «Abbiamo solo aggiornato il regolamento comunale recependo una norma del 2018 che prevede quali eventi possono essere esentati o meno dal pagamento. Il divieto di usare megafoni e amplificatori? C’è sempre stato, l’abbiamo semplicemente ribadito».

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