sabato 6 febbraio 2021

pc 6 febbraio - un saluto a Caterina - ora e sempre Resistenza

 

La storia di Caterina che aveva solo 19 anni quando si schierò con i partigiani

I funerali  a Barge. La sindaca: “Anche dopo la guerra mantenne la forza dimostrata durante la Resistenza”

Caterina aveva 19 anni quando vide i partigiani la prima volta. Era il 10 settembre 1943. Due giorni prima era stato siglato l’armistizio di Cassibile, con cui l’Italia dichiarava la fine delle ostilità contro Stati Uniti e Gran Bretagna. Nella baita dove viveva con la famiglia, in regione Capoloira, sulle pendici del Mombracco, arrivarono una ventina di uomini da Cavour, guidati da Pompeo Colajanni e dal bargese Ludovico Geymonat. Era il primo nucleo della Resistenza. Caterina Perassi si schierò con loro.

Lo storico Livio Berardo racconta: «Caterina era una sarta, scendeva ogni giorno in paese a lavorare e poteva osservare i movimenti di persone e truppe, che poi riferiva a “Barbato” Colajanni, Geymonat, Gustavo Comollo o all'avvocato Guaita, dirigenti o comandanti della 15° brigata Garibaldi».

«La ragazza dagli occhi verdi» (come la soprannominò Colajanni), che restò sempre una figura importante, di cui i partigiani potevano fidarsi, è morta mercoledì, all’età di 96 anni. I funerali si sono svolti ieri pomeriggio.

Piera Comba, sindaca di Barge, ricorda: «È stata una donna straordinaria, energica, coraggiosa, che ha sempre conservato la memoria di quegli eventi eccezionali. Anche dopo la guerra ha sempre mantenuto il carattere forte e deciso che fu determinante nella Resistenza. Sarà una figura importante nel museo delle Terre resistenti che sta sorgendo a Barge. Me la immagino nel 1943, a 19 anni: nonostante fosse poco più che una ragazza, non ebbe dubbi sulla parte per cui schierarsi».

Il 20 dicembre 1943 a Cavour, il gruppo di «Balestrieri» (Felice Burdino) bloccò un’auto tedesca. Uccisero un maggiore della Wehrmacht, incaricato di rastrellare lavoratori per la Todt. Nell’auto dell’ufficiale venne rinvenuta una cassa contenente due milioni di lire che furono consegnati a Barbato e servirono per l’armamento e il vettovagliamento del battaglione. Colajanni decise di affidare alla custodia di Caterina e della madre, Teresa, la radio e la cassa con il denaro, da cui attinsero, nei mesi successivi, il commissario partigiano Antonio Giolitti e la compagna di Comollo, la staffetta «Alda». Dopo la guerra, Caterina mantenne cordiali e frequenti rapporti con i principali comandanti partigiani.

                                

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