Affermazioni gravi di evidente pressione anche verso i processi che si stanno e si devono fare secondo una logica da Stato di polizia
L’attacco del pg Salluzzo: “L’ala violenta dei No Tav non è vittima della polizia” «Si è tentato di ottenere dai giudici un riconoscimento della sproporzione dei mezzi di offesa e difesa e di ottenere ancora la patente di vittime di un’aggressione arbitraria da parte delle forze dell’ordine. L’operazione non è riuscita perché respinta dai giudici».
Infine: «In questo contesto gravoso è stato l’impegno delle forze dell’ordine sul fronte dei disordini portati da un ala radicale che governa la contestazione alla Tav. Sono 16 anni che ci si misura con questo problema e solo da poco si è potuta registrare l’ultima sentenza per i
gravi fatti del luglio-agosto 29011. Dopo 10 anni dall’accaduto».
All’inaugurazione dell’anno giudiziario a Torino le
valutazioni di Francesco Saluzzo dopo l’ultima sentenza della Corte
d’Appello di Torino
L’ala violenta contro il Tav? «Gruppi che si
pongono molto oltre la legalità e lo stato di diritto. Non sono vittime
di assalti della polizia, hanno trasformato il terreno di confronto in
campo di battaglia». Duro l’intervento del procuratore generale
Francesco Saluzzo sull’ala radicale che contesta la Tav oggetto di una recente sentenza in corte d’Appello.
«Recentemente è stata fortemente criticata una mia valutazione in ordine ai comportamenti dell’ala più dura e violenta del Movimento No tav. Avevo detto che si trattava di comportamenti “eversivi”. Ma il mio discorso era diverso e ovviamente il termine “eversivo” era rivolto, in senso tecnico, alla descrizione e illustrazione di una situazione di fatto ben precisa e che ha trovato il giudizio positivo di molti giudici. Molte sentenze sono diventate definitive e molti esponenti di quel segmento del Movimento No Tav stanno scontando la pena in condizione detentiva (carcere o domiciliari, ndr)».
«Azioni preordinate e strategicamente organizzate, portate
in maniera del tutto arbitraria, immotivata – ha aggiunto Saluzzo -
priva di qualsiasi connotato di “reazione” con violenza massiccia e
massiva (nel recente processo oltre 150 feriti e contusi tra le forze
dell’ordine) mi portano a dire che si tratta di persone e gruppi che si
pongono fuori dall’ordinamento, oltre – molto oltre – i confini della
legalità e del tollerabile in uno stato di diritto. Perché qui si
contrappongono l’area di chi, per un’impostazione ideale, si schiera
pacificamente contro la Tav (condivisibile o meno che sia l’opzione
prescelta) e chi invece affiancandosi arbitrariamente a quel legittimo
movimento trasforma il terreno di diversa valutazione i campo di
battaglia».
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