Dal blog del SRP:
Ora i proletari hanno altri 3 buoni motivi per combattere il carcere, ma la strada è una sola: unità e lotta di classe a 360°
52.000 persone a rischio covid. A questo numero elevatissimo corrispondono bambini al seguito delle madri, anziani, ammalati gravi di varie patologie, disabili, persone in custodia cautelare, migliaia di persone a cui mancano pochi mesi per uscire ma non escono perché condannati per reati “ostativi”. L’80% della popolazione detenuta è colpevole di essere povera, emarginata e facilmente ricattabile. Si tratta per lo più di meridionali e migranti, e il carcere è un’istituzione profondamente classista, è l’espressione di una giustizia a senso unico, quella borghese. E se non bastassero questi dati a convincercene, andiamo a leggere la cronaca di ieri:
- Denis Verdini è stato scarcerato e da oggi sconta agli arresti domiciliari nella sua villa di Firenze la pena di sei anni e sei mesi per la bancarotta del Credito Cooperativo Fiorentino. Il tribunale di sorveglianza di Roma ha provvisoriamente accolto l’istanza dei suoi difensori, preoccupati per un focolaio Covid scoppiato all’interno del carcere di Rebibbia dove Verdini è recluso dallo scorso novembre.
Nella sua breve permanenza in carcere Verdini è stato trattato come un detenuto “eccellente”: in cella singola, mentre agli altri detenuti stipati in 7/8 erano impediti colloqui e assistenza sanitaria adeguata, ha ricevuto visite, non solo mediche, ma di numerosi parlamentari, politici, imprenditori mafiosi. Dal genero Salvini a Matteo Renzi, Luca Lotti e tanti ex compagni di centrodestra: dal “re delle cliniche romane” Antonio Angelucci a Ignazio Larussa e Daniela Santanché, fino a Maurizio Lupi e Renata Polverini. Sempre manettari nei confronti dei proletari, sempre solidali con il loro comitato d’affari e con la polizia al servizio dello stato dei padroni.
La stessa polizia che 2 o 3 settimane fa ha risposto con lacrimogeni, manganelli e trasferimenti punitivi al grido di aiuto dei detenuti comuni, preoccupati per lo sviluppo del focolaio covid. Qui riportiamo lo sfogo di una familiare che ha scritto a tutti i politici, fino a Mattarella, una lettera che merita di essere letta da tutti e non solo da chi non ha orecchie per gli ultimi:
PRESIDENTE #Mattarella LA PREGO DI MEDITARE E DI NN GIRARSI DALL’ALTRA PARTE COME HANNO FATTO TUTTI FINO AD ORA !!”
- Dal Resto del Carlino – Modena: “Morti in carcere dovute a overdose Nessuna violenza”. “La Procura di Modena ha già accertato che nove detenuti del carcere Sant’Anna sono deceduti per l’assunzione di sostanze stupefacenti sottratte dalla farmacia e non per violenze esercitate nei loro confronti durante la rivolta dell’8 marzo”. Lo ha detto ieri, nella sua relazione in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, il procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi”, la cui credibilità ora è messa in discussione dalla stessa magistratura per il suo coinvolgimento nel caso Palamara.
Ora dopo le denunce dei detenuti, l’esposto alla procura di Modena che ha costato il trasferimento punitivo di 5 di essi, queste dichiarazioni suonano come una minaccia/promessa di rappresaglia e non possiamo far calare su queste denunce il silenzio. L”inchiesta su Repubblica e quella di Report hanno mostrato e disvelato quello che è avvenuto nelle carceri in occasione della rivolta generale della primavera scorsa , che è quello che avviene spesso e volentieri anche in questo autunno inverno, come diversi blog e organi di stampa denunciano. Quindi non possiamo chiudere gli occhi su questo.
- Da gonews.it di oggi sulle torture al carcere di Sollicciano: Pestaggi in carcere, revocati gli arresti domiciliari: tornano liberi ispettrice e agenti. Sono stati revocati gli arresti domiciliari per i due agenti della polizia penitenziaria del carcere fiorentino di Sollicciano arrestati l’8 gennaio scorso e accusati di tortura verso alcuni detenuti e falso ideologico in atto pubblico. I giudici del riesame hanno accolto le richieste del difensore. È stata quindi disposta per i tre la misura dell’interdizione dall’incarico per 12 mesi. Nell’inchiesta sono indagati altri sei agenti della penitenziaria, nei confronti dei quali il riesame ha revocato la misura dell’obbligo di dimora e ridotto quella dell’interdizione dall’incarico da 12 a 6 mesi. Tra gli arrestati c’e anche un 55enne residente a San Miniato, mentre tra gli indagati figurano anche tre persone residenti nell’Empolese Valdelsa.
Noi vogliamo che i responsabili delle torture e dei pestaggi vengano perseguiti fino in fondo e che i proletari prigionieri escano tutti dal carcere come salvaguardia della loro salute. Per questo dobbiamo impegnarci il più possibile a sostenere i detenuti e i loro familiari nelle denunce. Ed è importante che questa battaglia esca dai confini dell’area anticarceraria, che nei presidi e nelle manifestazioni sotto le carceri e il ministero ci vengano tutti/e: dai familiari dei carcerati a quelli delle vittime delle altre stragi di stato, a quelli delle vittime sul lavoro, ai lavoratori e lavoratrici ai disoccupati, con la consapevolezza che “nessuno può salvarsi da sé”.
Ma per far questo è fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica e in particolare quella di classe: è giusto che chi ruba miliardi, chi uccide ogni giorno i lavoratori per il profitto, chi massacra i proletari nelle carceri non paghi e i proletari pagano con la vita, in carcere e fuori, questa ingiustizia di classe?