L’assemblea
dei Lavoratori e delle lavoratrici combattivi e il Patto d’Azione per
il Fronte Unico Anticapitalista invitano interessate e interessati a un
confronto sulle prossime mobilitazioni – dopo lo Sciopero Generale la
lotta continua
La
crisi di governo e la probabile nomina di Mario Draghi per un governo
istituzionale rafforzano la necessità di rafforzare il fronte unico di
lavoratori, studenti, disoccupati per non pagare la crisi economica e
sanitaria e per porci in difesa del salario, della salute al posto dei
profitti e per farla pagare ai padroni iniziando con una Million Tax e
un drastico taglio alle spese militari e alle grandi opere inutili.
Sabato
scorso un grande Sciopero Generale ha bloccato tutto il paese. Intere
filiere hanno fermato la loro produzione, migliaia di studenti sono
scesi in piazza, in tantissimi comparti ci sono stati scioperi anche al
di sopra delle aspettative.
qui il link per il comunicato nazionale dello Sciopero Generale
https://fronteanticapitalista.org/29-gennaio-un-segnale…/
A
Napoli per 10 ore un blocco di disoccupati, studenti e lavoratori ha
messo in scacco tutta la zona del Porto. Una dimostrazione di forza e di
unità, contro la quale la Prefettura è dovuta intervenire convocando
urgentemente le aziende per contrattare una tregua dello sciopero.
Contemporaneamente è stata occupata la Facoltà di Lettere e Filosofia di
Porta di Massa, con il coinvolgimento dell’Università e degli studenti
nell’agitazione di questi giorni.

Dopo
queste iniziative, che si sommano alle decine di scioperi e cortei
selvaggi che attraversano Napoli e provincia da mesi a questa parte,
invitiamo soggetti interessati, lavoratori, realtà in lotta, singoli
compagni, ad un confronto per proseguire questa mobilitazione nelle
prossime settimane. Al netto di facili trionfalismi la giornata del 29
ha materializzato un punto di riferimento nazionale e intercategoriale
per tutti coloro che stanno subendo e subiranno gli effetti di questa
crisi. Non prestiamo il fianco alla rassegnazione, non lasciamo spazio
all’autoreferenzialità. La sfida è ardua ma gli spazi ci sono: il
capitalismo non è mai stato così evidentemente inadeguato a garantire la
vita e la sopravvivenza, le contraddizioni sociali si acuiscono sempre
di più.
È arrivato il momento di buttare via la paura e tornare ad essere noi a far tremare i padroni e i loro governi.
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